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Libertà per Chamseddine Bourassine, pescatore tunisino che salva la vita dei migranti!

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Lo scorso sabato è stato arrestato dalla Guardia Costiera Italiana Chamseddine Bourassine, pescatore tunisino della città costiera di Zarzis noto per le centinaia di salvataggi in mare di migranti in fuga dalla vicina Libia.

L’accusa è di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ma come si evince da queste considerazioni tradotte da Infoaut di una compagna tunisina, la realtà è un’altra. Ovvero quella dell’infame repressione su chi impedisce che la tomba a cielo aperto del Mediterraneo fagociti altri cadaveri. Bourassine e i cinque suoi compagni arrestati sono vittime della persecuzione istituzionale contro chi con i fatti si oppone alla xenofobia e al razzismo e per questo vanno sostenute le iniziative di pressione per la loro liberazione, come quella di domani di fronte all’ambasciata italiana di Tunisi. Libertà per Chamseddine Bourassine, pescatore tunisino che salva la vita dei migranti!

Chamseddine Bourassine, presidente dell’Associazione “Zarzis le Pecheur” (ADPE) e della “Rete delle attività di pesca su piccola scala”, è stato arrestato sabato sera dalle autorità italiane insieme ad altri cinque colleghi a Lampedusa.

Il loro crimine? Il salvataggio di una barca in pericolo nel Mar Mediterraneo.

La loro nave era in una spedizione di pesca quando, a 35 miglia da Lampedusa, hanno avvistato una piccola barca che trasportava 14 cittadini tunisini, il cui motore si era rotto.

I sei allertano la guardia costiera italiana, che tuttavia impiega molto tempo a mobilitarsi.

Sapendo di non essere autorizzati a caricare le 14 persone a bordo, decidono di trainare la barca fino a 20 miglia da Lampedusa, al fine di facilitare le operazioni di salvataggio delle autorità italiane.

Una volta a 20 miglia dalla costa, arriva la Guardia Costiera, che carica le 14 persone a bordo e poi procede a rimuovere violentemente i 6 pescatori dalla loro nave per arrestarli.

Questi ultimi sono poi portati a Lampedusa, dove sono rimasti per 12 ore (i 14 migranti sono ancora nel locale hotspot), per poi essere portati nel carcere di Agrigento. Potrebbero essere stati trasferiti a Catania, non abbiamo ancora informazioni precise.

I sei pescatori non sono stati autorizzati a parlare con le loro famiglie negli ultimi cinque giorni, e sono sottoposti a molta pressione. I pescatori di Zarzis hanno inscenato una protesta ieri mattina a sostegno dei loro 6 colleghi chiedendone l’immediata liberazione.

I media italiani hanno ritratto questa catena di eventi in una luce molto diversa.

Chamseddine Bourassine ed i pescatori di Zarzis hanno fatto spesso notizia a causa del vitale lavoro di salvataggio in cui sono stati coinvolti negli ultimi dieci anni e oltre.

Zarzis è l’ultimo grande porto tunisino prima della Libia, i pescatori sono spesso i primi a chiamare per chiedere aiuto e avviare le operazioni di salvataggio delle barche dei rifugiati in pericolo.

Fecero inoltre notizia anche la scorsa estate, quando i pescatori di Zarzis impedirono all’equipaggio della nave fascista C-star di attraccare.

Per ulteriori approfondimenti sui salvataggi in mare di Chamseddine e della sua associazione:

I pescatori tunisini che salvano i migranti

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pubblicato il in Intersezionalitàdi redazioneTag correlati:

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