Riflessioni a caldo di un attivista del Comitato di Solidarietà sul 1° giorno di occupazione.
Durante la prima giornata circa 300 persone hanno trovato alloggio in 2 palazzine. L’attribuzione degli alloggi è durata circa 12 ore per il continuo afflusso di migranti e per stabilire, secondo le indicazioni dei migranti stessi, la logistica della convivenza. Ad ogni gruppo nazionale è stato assegnato un compartimento indipendente consistente in 1 piano per i gruppi più rappresentati o, comunque, di un appartamento dotato di 3/4 camere più servizi per i gruppi più esigui. 1 piano per ogni palazzina è stato assegnato ai nuclei familiari, alle famiglie con bambini è stato assegnato, inoltre, un materasso e una coperta. Durante la giornata sono stati parzialmente ripristinati gli impianti elettrici e sono state distribuite candele agli occupanti ancora al buio. La fornitura di acqua è quasi totalmente ripristinata. Un momento assembleare giornaliero è stato fissato per le ore 17.00.
Le difficoltà più evidenti derivano dalla totale assuefazione all’assistenza dei migranti che dovranno imparare a riscoprirsi “partecipanti” e non “fruitori”. A tale scopo sarà opportuno coinvolgerli fin da subito in ogni attività: sicurezza, approvvigionamento di beni, gestione degli spazi interni etc.
E’ certamente da monitorare la situazione di circa 50 migranti (il numero pare destinato a salire) che pur non avendo trovato un alloggio per fine disponibilità hanno fortemente manifestato l’esigenza e l’aspettativa di una soluzione abitativa.
Non mancano le frizioni di matrice più etnica/culturale che andranno comprese e stemperate tramite l’elaborazione di un regolamento comune, più in generale appare evidente che un prevedibile e fisiologico individualismo mini fortemente l’affermarsi di uno spirito collettivo su cui bisognerà investire tempo ed energie.
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L’8 e il 9 giugno si terrà un referendum popolare che prevede quattro quesiti sul lavoro e un quesito per ridurre da 10 e 5 anni i prerequisiti di residenza continuativa in Italia per l’ottenimento della cittadinanza.
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Il 28 settembre il consiglio dei ministri del governo Meloni ha approvato un nuovo decreto sull’immigrazione che con una mano prosegue l’opera di criminalizzazione delle persone migranti e con l’altra aumenta ulteriormente i fondi per le forze dell’ordine e la militarizzazione dei territori.