Roma: sciacalli subito in azione per infangare la memoria di Niang Maguette
In un’intervista, Cesare Mirabelli, giurista ex presidente della Corte Costituzionale,si affretta nel definire come una “eccedenza accusatoria” l’ipotesi che si possa configurare il reato di omicidio colposo rispetto alla morte dell’uomo senegalese.
Se finge di agire in maniera garantista, Mirabelli si affretta ad aggiungere che “in molti lo hanno visto accasciarsi da solo” e che “le circostanze sembrano escludere l’ipotesi che la morte sia conseguenza di un’azione violenta”.
La tragedia che è avvenuta potrà essere riconducibile ad infarto oppure all’investimento in motorino dopo l’inseguimento da parte dei vigili dell’uomo, come testimoniato da molti amici di Niang.
Ciò che non cambia è il fatto che il “necessario e doveroso controllo” di cui parla Mirabelli è la causa primaria di quanto successo, la scintilla che ha innescato il processo. Sembra quantomeno strano tralaltro che si muoia di infarto sputando sangue dalla bocca…ma evidentemente Mirabelli non si intende di medicina.
Resta che il teatrino messo in campo con questa intervista è finalizzato unicamente a scansare la questione principale, ovvero la caccia all’uomo nero e la spettacolarizzazione della lotta al “degrado” e all’immigrazione irregolare che è simbolo dell’atteggiamento governativo di questi ultimi mesi, il quale come descritto da Minniti è finalizzato all’agire sulla “percezione di insicurezza”.
Tradotto, bisogna mostrare i muscoli, dare un segnale di occuparsi della questione, partendo dall’assunto che il problema esiste e non che magari è solamente un qualcosa di gonfiato ad arte dai professionisti della xenofobia. Il PD tornato pienamente renziano, mentre si erge a garante dell’ordine, della legalità e della sicurezza, non può permettersi di farsi scippare da chicchessia la carica di partito capofila del razzismo istituzionale.
Non si sottolinea però che, al di là dei milioni di selfie che si è fatto Salvini godendo dell’operazione di Milano, il risultato, come apprendiamo dall’Osservatorio Democratico sulle nuove Destre, è di zero fermati e zero arrestati a seguito di 52 trasferimenti in Questura. Non solo: a cinque migranti sono state avviate le pratiche per il riconoscimento del permesso di soggiorno per motivi umanitari.
Sono cose che abbiamo la necessità di far emergere, così come le cause reali, quelle a monte, che hanno portato alla morte di Niang Maguette. Anche per questo oggi alle 16 è necessario essere in piazza SS Apostoli al presidio convocato per respingere le retoriche criminalizzatrici e affermare il carattere assassino delle politiche securitarie di questo governo.
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