InfoAut
Immagine di copertina per il post

Sullo stupro di una donna in una caserma dei Carabinieri a Roma

La violenza di genere esiste? Dal Cie di Milano passando per la stazione dei carabinieri di Roma.

Mentre ieri le compagne di Noi Non Siamo Complici pubblicavano le motivazioni della sentenza di assoluzione di Vittorio Addesso per la violenza su Joy, le agenzie stampa davano notizia di una donna che denunciava di essere stata stuprata in una caserma dei carabinieri di Roma mentre si trovava in stato di fermo. Di mezzo ci sarebbe anche un vigile.

Sui quotidiani di oggi riemerge puntuale la logica delle “mele marce”, mentre i poliziotti si stanno difendendo dicendo che la donna sarebbe stata consenziente. Una vecchia strategia di difesa, nei tribunali, come nella cultura italiana.

Questa mattina, attraverso i microfoni di Radio Blackout, abbiamo commentato insieme a Nicoletta di Noi Non Siamo Complici, le motivazioni della sentenza di Addesso e la notizia di questo ennesimo stupro agito da uomini in divisa.

Qui sotto il link per  ascoltare l’intervista che abbiamo registrato:

Nicoletta sull’assoluzione di Addesso e lo stupro nella caserma di Roma

da: medea.noblogs.org

vedi anche il commento di femminismo-a-sud: Carabinieri e gioco dell’oca

La notizia da Repubblica.it:

“Stuprata dai carabinieri in caserma”. Denuncia-shock di una donna a Roma

di Carlo Bonini

ROMA – Il buio e il silenzio di una caserma deserta. Una donna priva della libertà. Un uomo in divisa da carabiniere e un vigile urbano che godono del suo corpo di detenuta. Altri due militari che ascoltano, capiscono, e tacciono. È storia della notte tra mercoledì 23 e giovedì 24 febbraio. Stazione dei carabinieri del Quadraro, periferia a est della città. Una madre di 32 anni, detenuta in una camera di sicurezza della caserma dopo un arresto in flagranza per furto, ha rapporti sessuali completi e ripetuti con almeno uno dei tre carabinieri che l’hanno in custodia e con un agente della polizia municipale che è in quegli uffici. “Una violenza”, denuncia lei. “Un abuso” vigliacco consumato su chi è privato della libertà e dunque è di per sé in una condizione di “minorità fisica e psicologica”, ipotizza il procuratore aggiunto Maria Monteleone che procede nei confronti dei tre militari. E della loro stupefacente giustificazione: “È vero il rapporto sessuale c’è stato, ma quella donna era consenziente”.

I fatti, dunque. Almeno per come è possibile in questo momento ricostruirli incrociando il racconto della donna (che trovate in queste pagine) e quello consegnato dai militari alla loro catena gerarchica prima, alla procura della Repubblica, poi.

Mercoledì 23. S., 32 anni, nata a Crema e a Roma da qualche tempo, viene sorpresa in un magazzino dell’Oviesse del quartiere Casilino mentre ruba dei capi di abbigliamento. La donna è giovane, bella, e ha una vita complicata. Dice di essere ragazza madre, non ha una casa, non ha un lavoro, si appoggia nell’appartamento del suo compagno, un agente immobiliare. Il pomeriggio del 23, il suo verbale di arresto viene redatto nella caserma dei carabinieri del Casilino. “Andrai a giudizio per direttissima domani”, le spiegano. “Stanotte la passi dentro”. Nelle camere di sicurezza del Casilino non c’è posto. S. viene quindi trasferita alla stazione del Quadraro. Arriva che è notte. E di lei si “occupano” tre militari di turno (“un appuntato e due carabinieri – riferiscono fonti del Comando Generale – dal foglio disciplinare immacolato”). I tre arrivano in caserma quando S. è già nella sua cella. Hanno passato la serata fuori e si sono tirati dietro un amico, un vigile urbano. Hanno bevuto e fanno bere anche S. E qui – racconta lei – comincia il suo incubo. I quattro le aprono la porta della cella. Le dicono di seguirli in sala mensa. Il rapporto sessuale è ripetuto. E di almeno un carabiniere, S. memorizza i tatuaggi su una parte del corpo.

La mattina dopo, giovedì 24 febbraio, S. è in tribunale per la convalida del suo arresto per furto. È stordita, umiliata. Ricorda il sesso, non ha memoria di violenza fisica. Al giudice monocratico e al pm di udienza non racconta nulla. Viene scarcerata e, convinta dal compagno, nel pomeriggio si presenta alla stazione dei carabinieri del Casilino per sporgere denuncia. I militari la accompagnano al Policlinico Casilino, dove viene sottoposta al tampone vaginale e, visitata, si certifica “l’assenza di segni visibili di violenza sul corpo”.

La Procura comincia a indagare a ritmo indiavolato. Gli atti vengono secretati. Il racconto dettagliato della ragazza (a cominciare dal dettaglio del tatuaggio sul corpo di uno dei militari) trova riscontro. Gli indagati afferrano quanto scivoloso sia per loro il terreno e scelgono una strada antica. Se non c’è violenza fisica – argomentano – è la prova che non c’è stata violenza sessuale. S. ha fatto sesso perché è quello che voleva. E poi, S. è una “sbandata”. È un toppa peggiore del buco. Che, se possibile, rende ancora più determinato il procuratore, Maria Monteleone. Nella difesa dei carabinieri e del vigile urbano c’è infatti qualcosa che rende ancora più odioso quel che è accaduto. I quattro non capiscono – o fingono di non capire – che la violenza è nel presupposto della condizione in cui S. è precipitata la notte in cui i suoi carcerieri hanno goduto del suo corpo. Che diventa oltraggioso persino parlare di una “seratina” di alcool e sesso con una detenuta. Che non esiste consenso in un rapporto tra un uomo libero e una donna dietro le sbarre. Ma tant’è. La difesa, ad oggi, resta questa. Nell’imbarazzo profondo, nella vergogna, che ora diventano dell’Arma intera e del suo Comando generale.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Intersezionalitàdi redazioneTag correlati:

donneviolenza sule donne

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Verso il 25 novembre: contro i femminicidi e la violenza di genere

L’osservatorio nazionale femminicidi, lesbicidi e trans*cidi di Non Una Di Meno porta avanti dal 2019 un progetto che vuole combattere la violenza di genere

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

NUDM: è morta un’altra studente, non ne possiamo più

Sabato 23 novembre saremo a Roma anche perché desideriamo e pretendiamo una scuola diversa. da NUDM Torino E’ morta un’altra studente, non ne possiamo più. Aurora aveva 13 anni quando, il 25 ottobre, è stata uccisa dal fidanzato di 15 anni, che non accettava la fine della loro relazione.Lo stesso giorno, Sara è stata uccisa […]

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Torino, la mobilitazione contro gli antiabortisti continua: presidio al consiglio regionale

In queste settimane a Torino sono migliaia le persone che si mobilitano per chiedere la chiusura immediata della cosiddetta “stanza dell’ascolto”

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Per Anàs, morto in mare e per tutte le altre vittime dei confini

Lo scorso 9 agosto la comunità lametina si è stretta attorno alla piccola bara bianca contenente i resti di Anàs, bimbo di sei anni annegato in un naufragio e ritrovato nel nostro mare.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Aborto libero, sicuro e gratuito!

Sabato 28 settembre, in occasione della giornata internazionale per l’aborto sicuro, in Piemonte in tant3 ci mobiliteremo su tutto il territorio contro le politiche regionali che da anni sposano obiettivi antiabortisti, retrogradi e lesivi della libertà di scelta.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Pride critico, Pride comodo

Dov’è stato lasciato il “prendere e fare” a favore del “chiedere e aspettare”? Gli oppressi hanno iniziato un ciclo politico in cui si costituiscono come vittima senza agency che cerca di essere protetta. Il presente testo è la traduzione di un articolo di Charlie Moya Gómez pubblicato in castigliano su Zona de Estrategia il 27/06/2024. […]

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

RBO al Festival Alta Felicità – in dialogo con Fatima Ouassak

Fatima Ouassak è una politologa e militante ecologista, femminista e antirazzista. Il suo ultimo libro Per un’ecologia pirata (tradotto in italiano da Valeria Gennari per Tamu edizioni (2024)) propone un’alternativa all’ecologia bianca, borghese e a cui manca un approccio intersezionale.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

RBO al Festival Alta Felicità – In dialogo con Louisa Yousfi

Il termine “Barbari” viene utilizzato da Louisa Yousfi nel suo libro “Rester barbares” allo scopo di mettere in luce una trappola: da una parte il paradigma del razzismo proclamato, quello dell’estrema destra che definisce barbari i soggetti razzializzati e dall’altro lato il razzismo integrazionista, quello per cui occorre essere dei “buoni selvaggi”educati per essere all’altezza dei bianchi.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

No agli antiabortisti nelle strutture pubbliche!

Giovedì 11 luglio alle ore 12 si terrà una conferenza stampa davanti all’Ospedale Sant’Anna a Torino (ingresso via Ventimiglia) organizzata dal Comitato per il Diritto alla Tutela della Salute e alle Cure – Piemonte.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Le donne africane e la difesa della terra e dei beni comuni

Due articoli tratti dalla WoMin African Alliance, scritti in occasione della Giornata della Terra (22 aprile) e della Giornata internazionale della biodiversità (22 maggio).

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

SPECIALE BANLIEUE Uno sguardo intersezionale sulle rivolte

Per questa puntata abbiamo intervistato Benzz, militante femminista e antifascista che vive da anni a Marsiglia. Un’intervista molto interessante che ci offre diversi spunti rispetto al nodo della colonialità e a come questo si intreccia con il tentativo di colpevolizzare le famiglie, ed in particolare le donne da parte dello Stato.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Ecuador: la prima guardia indigena guidata da donne kichwa

Si chiamano Yuturi Warmi, le donne conga. “Ci siamo organizzate contro l’attacco sistematico della miniera illegale nei confronti delle popolazioni e dei territori indigeni, perché tutte le miniere presenti nella provincia di Napo lo sono” afferma María José Andrade Cerda in una intervista concessa recentemente a Mongabay.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Le Autonome. Storie di donne del Sud

Nel testo, l’autrice prova a tracciare – a nostro avviso con lucidità e schiettezza – le connessioni, spesso tortuose, tra i movimenti autonomi, i femminismi e la «questione meridionale», ponendo l’accento sulla difficoltà e sui nodi irrisolti dell’essere al contempo donna, femminista e militante al sud. 

Immagine di copertina per il post
Bisogni

BRACCIANTATO FEMMINILE E MIGRANTE AL SUD

È da poco uscito il report curato da ActionAid (Cambia Terra. Dall’invisibilità al protagonismo delle donne in agricoltura, 2022. Il Report può essere consultato al seguente url: https://actionaid-it.imgix.net/uploads/2022/04/Cambia-Terra_Report_2022.pdf) relativo a una ricerca condotta sul campo per raccogliere dati e disegnare il modello di sfruttamento delle donne nell’agricoltura meridionale. Il territorio studiato è stato quello dell’Alto […]

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Messico: Nel Guanajuato percuotono e arrestano le donne che protestavano contro i femminicidi

Città del Messico / Almeno 30 donne sono state arrestate arbitrariamente dalla polizia di Irapuato, Guanajuato, quando il 1 maggio protestavano contro la violenza femminicida nel municipio. Le donne sono state percosse e represse dalla polizia municipale e trasferite nel Centro Femminile di Reinserimento Sociale (Cereso) di Irapuato, dopo che la mobilitazione era giunta alla […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’Afghanistan visto dalle donne di Rawa

Il coraggio delle donne di Rawa pronte come sempre a lottare per le donne del loro paese. “Troveremo il modo di proseguire la nostra lotta a seconda della situazione. È difficile dire come, ma sicuramente porteremo avanti le nostre attività clandestine come negli anni ’90, durante il governo dei talebani. Certamente questo non sarà esente […]

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Verso lo sciopero globale femminista e transfemminista dell’8 marzo!

In molte città italiane ieri si sono svolte iniziative di lancio verso lo sciopero globale femminista e transfemminista dell’8 marzo.  A Torino l’appuntamento era nel pomeriggio di ieri in piazza Castello con un focus ben preciso: rispondere insieme alla spirale di femminicidi che di giorno in giorno non tende a diminuire. Iqualche giorno fa, in […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Mujeres. Frammenti di vita dal cuore dei Caraibi

di Raúl Zecca Castel da Carmilla Zecca Castel, Mujeres. Frammenti di vita dal cuore dei Caraibi, Edizioni Arcoiris, Salerno 2020. Postfazione di Annalisa Melandri. Quadro in copertina e illustrazioni di Magda Castel. [Estratto dell’introduzione] Questo libro raccoglie le testimonianze di Célestine, Flor, Yvette, Anabel, Nora, Arielle e Liliane, sette donne conosciute durante un lavoro di […]

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Educazione patriarcale e violenza mediatica: alcune voci

Riprendiamo alcuni dei punti di vista emersi negli ultimi giorni riguardo alla vicenda che ha coinvolto un’educatrice di una scuola per l’infanzia privata del Torinese, messa alla gogna e licenziata dopo che l’ex fidanzato ha diffuso pubblicamente video di natura privata agli amici, attraverso la “chat del calcetto”. Il video è poi arrivato sui gruppi […]

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

La protesta delle donne invade le strade di Varsavia.

Ieri sera decine di migliaia di manifestanti si sono riversate nelle strade di Varsavia, rappresentando la più grande manifestazione nella città da quelle degli ultimi anni 80.  Negli scorsi giorni le proteste contro la decisione della Corte Costituzionale di vietare l’aborto in caso di malformazione del feto sono state molteplici e determinate. Contro la Chiesa, […]