Tunisi: processo per una donna che denuncia uno stupro; proteste sotto il Tribunale
Un’accusa, questa, per cui i due si trovano ora sotto processo.
Nel corso della prima udienza tenutasi ieri è stata ricostruita la vicenda: la ragazza e il fidanzato si trovavano assieme in macchina, quando i tre agenti li hanno avvicinati e, una volta immobilizzato il ragazzo, l’hanno violentata per più di un’ora.
I poliziotti hanno invece dichiarato che i due si trovavano in una situazione ‘di intimità’ e che per questo sarebbero stati fermati.
Ancora una volta, dunque, al coraggio di chi decide di denunciare uno stupro (pur consapevole della differenza di rapporti di forza presente quando, come spesso accade, a commettere la violenza sono forze dell’ordine) vengono opposte mistificazioni e ribaltamenti dell’accaduto che cercano di cambiare di segno ai fatti e di confondere i ruoli di vittima e colpevoli.
Lo stesso ministro dell’Interno, nei giorni scorsi, pur ammettendo la fondatezza delle accuse mosse dalla ragazza ha criticato i media e la società civile per avere preso le parti della giovane in modo aprioristico.
La sentenza dovrebbe arrivare nella giornata di oggi e potrebbe essere determinante per lo scagionamento o meno dei due poliziotti che al momento si trovano in carcere in attesa di giudizio.
Mentre l’udienza era in corso i manifestanti hanno scandito slogan con il governo (in seguito alla vicenda alcuni ministri avevano preso apertamente le parti degli agenti) e contro il Tribunale, accusato di non garantire un equo processo, e hanno rimesso al centro il problema dei diritti delle donne.
Una questione, questa, che si è posta più volte nei mesi scorsi dopo l’abbattimento del regime di Ben Ali e che è destinata a tornare con forza con l’approvazione (prevista per l’inizio del 2013) della nuova Carta Costituzionale tunisina, da più parti accusata di considerare la donna come ‘complementare’ all’uomo.
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