Firenze: occupato ad oltranza il consiglio comunale. “Giù le mani da GKN. Difendere la fabbrica, rilanciare la lotta!”
“Basta parole, vogliamo risposte e le vogliamo adesso”. Così i lavoratori e le lavoratrici della GKN di Firenze hanno deciso di occupare, nella serata di lunedì 14 novembre, il Consiglio comunale del capoluogo toscano. Gli operai hanno dormito all’interno della sala dei Duecento.
Resteranno dentro il Consiglio comunale fino a quando “non avremo – dicono le Rsu – garanzie alla reindustrializzazione del sito di Campi Bisenzio. Il tempo delle calunnie e delle falsità è finito.
Prima di tutto – dichiara la Rsu – l’azienda deve ritirare le proprie calunnie sull’inagibilità dello stabilimento, perché far passare quelle bugie vuol dire mettere una croce nera sul sito industriale. Secondo, deve mettere a disposizione di una governance pubblica, del comitato di proposta e di verifica, tutti i dati necessari per fare una vera reindustrializzazione. Non ce l’hanno in mano? Va bene, ma allora lasciano almeno il diritto di proposta agli altri. Cosa che non stanno facendo”.
Dal Consiglio comunale di Firenze occupato la corrispondenza delle ore 8.30 di martedì 15 novembre con Dario Salvetti, operaio e compagno del Collettivo di Fabbrica Gkn. Ascolta o scarica
Di seguito gli aggiornamenti del Collettivo di Fabbrica GKN sullo stato della vertenza:
Rompere l’assedio, continuare a insorgere
Se dovessimo dirla alla Barbero, la scorsa settimana è iniziato l’assedio di Gkn.
E quando c’è un assedio, dalla notte dei tempi, le tecniche sono quelle:
– fare terra bruciata attorno agli assediati; calunniando la mobilitazione sociale dei lavoratori Gkn, presentando lo stabilimento come “inagibile”, si tenta di tagliare i ponti tra Gkn e qualsiasi forma di ritorno al lavoro
– tentare periodicamente lo “sfondamento”, trovando ogni volta una scusa e una modalità diversa per iniziare lo smantellamento dello stabilimento
– prendere per fame gli assediati. Il non pagamento degli stipendi, il ritiro unilaterale dell’anticipo di una cassa integrazione nemmeno ancora autorizzata, sono un modo per farti “lasciare la posizione”. Presi dalla fame, gli assediati cederanno.
– gettare il veleno dentro l’assedio, far calare il morale dicendo che gli assediati sono divisi al loro interno e sono pochi.
E da sempre, l’assedio si rompe così:
– contro la terra bruciata, ricostruendo e costruendo ponti. Per questo è nata la Società Operaia di Mutuo Soccorso Insorgiamo, per questo si stringe ancora più forte la solidarietà e la convergenza. Il nostro team tecnico e scientifico è al lavoro per tutte le soluzioni industriali alternative. Il territorio deve sentirsi insultato e violato perché si sta calunniando una intera lotta di popolo.
– organizzando sortite. Saremo sul territorio, di botto e senza preavviso ma anche in forma pubblica e organizzata, attraverso assemblee, attività, raccolte di firme e, perchè no, altri cortei di massa
– facendo arrivare risorse agli assediati, aumentando i legami mutualistici e solidali tra gli assediati. Per questo stiamo accelerando la cassa mutualistica e facciamo appello a fare donazioni alla cassa di resistenza con la causale specifica “mutuo soccorso” e a tutta la finanza mutualistica a creare un sistema di prestiti che anticipi gli stipendi in attesa del loro ritorno “Cassa di mutuo soccorso” (Iban IT 24 C 05018 02800 000017089491 Causale: mutuo soccorso)
Arriveranno notizie di altre giornate campali in fabbrica, di altri cortei e iniziative. Torneremo a sorridere insieme. Ora però dobbiamo rompere l’assedio.
La disperazione, il tentativo di gettare fango su uno stabilimento e su una lotta di popolo, ribaltare costantemente la verità. Ci abbiamo pensato bene a quali proteste fare. Non toccheremo l’ agibilità delle strade o dei mezzi usati da chi va a lavorare. Siamo venuti a rivendicare la nostra dignità qua. Dicono che si chiami “comune” perché è la casa di tutte e tutti. Noi siamo in consiglio comunale. Non ce ne andiamo senza novità risolutive sulla vertenza. Ad oltranza qua. Questo presente finisce ora. Il nostro futuro comincia adesso.
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