Ma la rabbia degli agricoltori va ben oltre le semplici richieste sul diesel o sugli standard ecologici, come vorrebbe farci credere la FNSEA. Per molti, si tratta di una rabbia per la dignità, per una paga equa e per la fine del neoliberismo.
In tutta Europa stiamo assistendo alla crescita delle mobilitazioni di agricoltori ed allevatori. L’elemento scatenante è quasi ovunque l’aumento dei prezzi del gasolio agricolo e la nuova PAC, politica della comunità europea sull’agricoltura.
È caos in Germania, dove è esplosa la protesta dei coltivatori contro il governo Scholz.
Un’autentica rivoluzione del XXI secolo, che rompa con il capitale e con la società divisa in classi, assumerà anch’essa le fattezze di una rivoluzione agraria, per quanto di segno significativamente diverso.
Per liberare terra per la conservazione della biodiversità soddisfacendo al contempo la crescente domanda di cibo, le narrazioni tecno-ottimistiche suggeriscono di aumentare indefinitamente la produttività agricola, anche attraverso l’uso massiccio di pesticidi.
Da una scuola recuperata da una comunità mapuche ranquel, ora convertita in un progetto agroecologico, diverse organizzazioni, assemblee e la stessa comunità Rupu Antu Linkoln hanno discusso del futuro ambientale del Paese.
La scorsa settimana la tensione si è accesa tra continue minacce e movimenti di estranei armati. Dietro c’è l’interesse di una società tedesca che emette “obbligazioni verdi”. Il governo provinciale ha inviato la polizia per evitare ulteriori incidenti, ma gli agricoltori sostengono che la situazione è “molto pericolosa”.
Si stanno “negoziando” i contratti 2023-2024 e sono partite forti speculazioni finanziarie al rialzo, con conseguenze sui prezzi reali pagati dai consumatori. Diversi Paesi produttori stanno decidendo perciò di bloccare le esportazioni per difendersi, con effetti amari già osservati nel caso del riso.
A Wallace, i discendenti delle persone ridotte in schiavitù vivono su uno degli ultimi tratti conservati del fiume Mississippi in Louisiana. Ora, un enorme impianto di esportazione di cereali minaccia la storia e il futuro della comunità.