Lo schianto della Freccia Tricolore che ha ucciso una bambina di cinque anni ha scosso il paese. Quanto avvenuto però merita una riflessione più profonda sulla militarizzazione della società e sul concetto di sicurezza.
Nel quadro della guerra Russo-Ucraina, la renitenza alla leva è un fenomeno di cui si parla ancora pochissimo.
Così come non sono stati i malumori dei contribuenti americani a chiudere una guerra di vent’anni in Afghanistan, così probabilmente non saranno le decine di miliardi già bruciati in diciotto mesi di guerra a riportare la pace in Ucraina.
Sabato 2 settembre si è registrato un nuovo invio di armi dall’Italia per alimentare il sanguinoso conflitto fratricida russo-ucraino.
All’inizio di marzo dello scorso anno, appena pochi giorni dopo l’invasione russa dell’Ucraina – mentre gran parte degli analisti di geopolitica mondiale si mostrava stupefatto dal tumultuoso precipitare degli eventi con il ritorno della guerra aperta nell’Europa dell’Est a più di 25 anni dalla fine di quella che mandò in pezzi la Jugoslavia – dalle lontane montagne del sud-est messicano, arrivò un pronunciamento netto.
Confronto-scontro aereo Usa-Russia sul Mar Nero. Lunedì 28 agosto si è sfiorato l’incidente diplomatico-militare tra due droni di US Air Force e due cacciabombardieri russi nella regione sud-occidentale del Mar Nero.
Il Dipartimento di Stato americano ha incoraggiato il governo pakistano in una riunione del 7 marzo 2022 a rimuovere Imran Khan come primo ministro per la sua neutralità sull’invasione russa dell’Ucraina, secondo un documento riservato del governo pakistano ottenuto da The Intercept.
La notizia dell’arresto del sociologo marxista Boris Kagarlirsky in Russia conferma che la guerra non fa altro che restringere gli spazi democratici e favorire la deriva autoritaria. Kagarlitsky era stato già schedato come «agente straniero» nel 2022 sulla base della normativa repressiva.
Le forze ucraine e russe avrebbero impiegato cluster bomb causando morti e feriti gravi tra la popolazione. “Lasceranno dietro di sé ordigni che continueranno a fare danni per lungo tempo”, denuncia l’organizzazione dopo diverse missioni sul campo. Intanto gli Stati Uniti si apprestano a trasferire munizioni a grappolo a Kiev.
A Vilnius la Nato sta definendo un nuovo pacchetto di aiuti militari per Kiev. La Francia invierà missili a lungo raggio mentre la Germania promette armamenti per ulteriori 700 milioni.