La notizia dell’arresto del sociologo marxista Boris Kagarlirsky in Russia conferma che la guerra non fa altro che restringere gli spazi democratici e favorire la deriva autoritaria. Kagarlitsky era stato già schedato come «agente straniero» nel 2022 sulla base della normativa repressiva.
Le forze ucraine e russe avrebbero impiegato cluster bomb causando morti e feriti gravi tra la popolazione. “Lasceranno dietro di sé ordigni che continueranno a fare danni per lungo tempo”, denuncia l’organizzazione dopo diverse missioni sul campo. Intanto gli Stati Uniti si apprestano a trasferire munizioni a grappolo a Kiev.
A Vilnius la Nato sta definendo un nuovo pacchetto di aiuti militari per Kiev. La Francia invierà missili a lungo raggio mentre la Germania promette armamenti per ulteriori 700 milioni.
Mentre la controffensiva ucraina langue, gli USA annunciano l’invio di bombe a grappolo e la Turchia si riavvicina alla NATO. Segnali della volontà degli Stati Uniti di continuare ad alimentare il conflitto.
Chi ricorda lo sciamano, figura iconica dell’assalto a Capitol Hill di due anni fa? Si trattava di un personaggio molto vicino al ruolo svolto da Prigozhin durante la crisi russa di inizio estate: quello dell’attore principale del golpe circoscritto a basso, o nullo, spargimento di sangue, dai caratteri ambigui (tra golpe, simulazione di golpe, messaggio in codice tra parti in conflitto) e con soluzione degli eventi teatrale quanto sostanzialmente incruenta.
La campagna di disinformazione sui danneggiamenti alle infrastrutture civili presenti in territorio ukraino non conosce sosta da parte di quasi tutti i paesi aderenti alla Nato, con l’Italia in testa.
Se è vero come ha scritto qualcuno che Putin si avvantaggerà internamente per aver chiuso bene la partita, senza grandi danni o spargimenti di sangue, è altrettanto vero che la cosa non può non aver ripercussioni sull’immagine internazionale della Russia e sull’efficacia del comando putiniano.
Un “golpe” piuttosto strano che lascia molte domande aperte.
Quanto viene rilevato è una sostanziale stanchezza della società ucraina nei confronti della guerra e delle condizioni di vita che si stanno imponendo nel paese. Una percezione molto diversa da quella proposta dai nostri media che continuano a mostrare una società coesa e completamente mobilitata nello sforzo bellico.
E’ difficile dire quanta gente sia arrivata sabato a Torre Faro per la manifestazione No Ponte.