Già nelle prime otto settimane dell’ultima terrificante escalation della guerra contro la popolazione di Gaza, Israele aveva ucciso più Palestinesi che nei 106 anni trascorsi dalla nota Dichiarazione di Balfour, quella in cui il ministro inglese si diceva favorevole a una “dimora nazionale per il popolo ebraico” in Palestina.
L’idea che la guerra finirebbe se Hamas venisse rovesciato o si arrendesse è tanto antistorica quanto falsa.
Radio Onda d’Urto ha avuto la possibilità di intervistare Khaled El Qaisi, lo studente e ricercatore italo-palestinese dell’Università La Sapienza di Roma, fondatore del Centro documentazione palestinese, arrestato senza alcuna accusa formale dalla polizia israeliana lo scorso 31 agosto 2023 al confine tra i territori palestinesi occupati e la Giordania.
Il ministro delle Comunicazioni israeliano Shlomo Karhi ha dichiarato che non ci sarà uno Stato palestinese tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo e che Tel Aviv non tornerà ai termini degli Accordi di Oslo.
La situazione internazionale a fronte del genocidio perpetrato dal governo di Netanyahu all’interno della striscia di Gaza non accenna a dare segnali in senso contrario..
È finalmente tornato a Roma Khaled El Qaisi dopo un calvario di oltre tre mesi. Il ricercatore italo palestinese è stato arrestato lo scorso 31 agosto dalle autorità israeliane tra Cisgiordania occupata e Giordania al valico Allenby, senza alcuna formale accusa.
Il Genocidio di Gaza non deve essere visto isolatamente. È indissolubilmente legato a ciò che sta accadendo in Cisgiordania.
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP) ha deciso di annullare tutte le attività e tutte le manifestazioni festive che si tengono ogni anno nel 56° anniversario del suo lancio, che cade oggi, e ha ordinato a tutti i suoi combattenti e quadri di trasformare questo anniversario in un’occasione per intensificare lo scontro […]
Lo scorso anno il fatturato delle prime cento aziende produttrici di armi ha sfiorato i 600 miliardi di dollari, in lieve calo rispetto al 2021. Ma questa contrazione non deve illudere: il Sipri fa osservare infatti che la corsa al riarmo farà vedere i suoi effetti -in termini di ordini e contratti per nuove commesse- già a partire dai prossimi anni.
I palestinesi sono chiamati a sfruttare questo momento topico. È giunto il tempo, per loro, di mettersi alla guida del processo di liberazione.