La visita a Kiev di Biden è un chiaro messaggio, la guerra in Ucraina deve continuare, approfondirsi.
Il futuro rivelerà il ruolo di Tel Aviv nella guerra russo-ucraina. Tuttavia, ciò che è abbastanza chiaro per ora è che Israele non è una parte neutrale, anche se Tel Aviv continua a ripeterlo.
Alla conferenza di Davos si è parlato di pace in Ukraina, anche e sopratutto per bocca dei responsabili della Difesa alleati, la cui posizione è riassumibile nelle parole del Segretario della Nato Stoltemberg: Le armi sono la via per la pace.
La Germania infine ha ceduto alle pressioni USA: autorizzerà l’invio dei carri armati Leopard in Ucraina. Segno che qualsiasi illusione di una risoluzione anche parziale del conflitto in tempi brevi è improbabile e qualsiasi speranza in una politica autonoma dell’UE è svanita. La questione è più politica che sostanziale, almeno per il momento. Infatti le […]
Alla riunione del gruppo di contatto per l’Ucraina venerdì scorso, alla base NATO di Ramstein in Germania, Berlino ha ribadito il proprio rifiuto di inviare carri armati tedeschi Leopard 2 a Kiev.
ConvergenX—parole e pratiche in movimento invita tutte e tutti a una giornata di discussione sulla guerra in Ucraina il 15 gennaio a Bologna, in via Zamboni 38
L’incidente al confine tra Polonia ed Ucraina per un momento ha aperto la finestra su un coinvolgimento diretto, sul campo, della NATO nel conflitto. E ci mostra quanto sia fragile la membrana che separa il presente da una guerra militare totale.
Le elezioni di Mid-Term si annunciano come una probabile sconfitta per il presidente in carica Biden. A pesare sarebbe l’incipiente recessione, l’inflazione che non accenna a diminuire e la percezione di insicurezza economica e sociale.
Siamo “andati a vedere” con sguardo curioso la piazza per la Pace del cinque novembre a Roma: ne abbiamo tratto alcuni elementi interessanti, altri meno, ma che crediamo meritino un’ampia riflessione. Abbiamo provato a sistematizzare alcuni ragionamenti a caldo in questo breve reportage che condividiamo di seguito.
Questi giochi di capovolgimento semantico diventano pericolosi nel momento in cui si concretizzano nei piani di guerra NATO (vedi la nuova dottrina “first strike”), e in una generale fase di riarmo delle principali potenze globali.