Arriva Salvini: scontri a Firenze. In 5000 assediano il comizio leghista.
La città si è sollevata contro il comizio leghista. La polizia carica ripetutamente, ma la piazza resiste e reagisce. Migliaia di giovani protagonisti di una giornata memorabile di conflitto e di riscatto.
Alle 20.30 Piazza della Repubblica è già affollata. Passano cinque minuti dall’inizio del concentramento anti-leghista e su via strozzi parte già il primo scontro. La polizia manganella ma non riesce ad avanzare. Col passare dei minuti la gente aumenta. La piazza alle 21 è piena e preme tutta sullo sbarramento della polizia. Sono almeno 5000 le persone che hanno risposto all’appello a respingere Salvini e la sua indecente campagna elettorale fatta sulla pelle dei migranti. Dall’altra parte sono meno di cento i leghisti venuti ad ascoltare il loro “capitano”, che parla sedici minuti e poi sparisce.
“Dopo il Matteo di Rignano, cacciamo il Matteo Padano” recita lo striscione che fronteggia la polizia. Il PD aveva provato a cavalcare l’onda lunga delle contestazioni, dei fischi e delle lenzuola ai balconi di questi giorni, ma piazza della Repubblica non è la sua piazza. Arrivata la sera si dissoceranno dai loro account social, prima di essere riempiti di insulti anche da molti loro elettori.
Alla fine della giornata saranno otto le cariche della polizia per impedire al fiume in piena antileghista di travolgere la tristissima adunata di piazza Strozzi. Cariche violente a cui centinaia di giovani hanno resistito senza fare un passo indietro. Sono soprattutto i più giovani, a centinaia, ad animare le prime file con coraggio e combattività. Le immagini ricordano quelle del 2016, quando migliaia di persone affrontavano cariche e lacrimogeni per rompere il divieto a manifestare durante la Leopolda dell’altro Matteo. Fu l’ultimo atto di prepotenza di Renzi, prima di essere travolto dal voto referendario.
Si è già parlato in questi giorni di un Salvini innervosito e spaventato per quella che sembra essere la fine della sua parabola ascendente di consenso. Si fa largo la percezione di un governo che sui temi sociali merita di essere ribattezzato “del cambiaNiente”, come recitano molti dei cartelli in piazza: mentre si fomenta la guerra ai migranti e si attaccano i diritti delle donne, nessuna risposta è stata data ai problemi sociali di questo paese. La recente protesta dei terremotati sotto i palazzi di Roma è l’emblema della distanza tra propaganda e promesse e la cruda realtà del paese, fatta di sofferenze e bisogni inascoltati. I migranti muoiono in mare, e i terremotati restano senza case. Le scuole continuano a crollare. Le banche continuano ad essere salvate con i soldi dei cittadini. E il reddito di cittadinanza si è ridotto ad un’elemosina. Cosa resta? “Razzismo e cazzate”, dicono altri cartelli.
E così la piazza antileghista di Firenze è la più bella fotografia di un paese reale che porta con sé una forte domanda di cambiamento ancora tutta inevasa. E che riscopre la piazza come luogo dove tornare a contare e prendere parola in un dibattito politico schiacciato tra il più becero sovranismo leghista e l’irriducibile neoliberismo del Partito Democratico. Piazza della Repubblica – giovane, meticcia e combattiva – parla un altra lingua e spinge per farsi spazio in questo pantano.
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