Montesacro antifa vs Casa Pound
Pomeriggio di tensione e traffico bloccato a Montesacro. Dopo le scintille tra antifascisti e CasaPound dell’altro giorno, oggi il terreno di scontro è una nuova occupazione, sempre targata Casa Pound, stavolta in via Val D’Ala, in un ex palazzo dell’Acea in cui ora vivono 17 famiglie – confermando tutta la strumentalità speculativa dei fascisti – in condizioni di grave emergenza abitativa.
Almeno un centinaio di compagn* si sono mossi in corteo da via Capraia, distribuendo manifesti ai passanti e raggiungendo infine via Val D’Ala dove era schierato un fitto schieramento di polizia: agenti in tenuta antisommossa e blindati. Una protesta che ha mandato in tilt l’intera zona. Alcuni cassonetti sono stati ribaltati in mezzo alla strada e dati alle fiamme. “A quel punto – racconta uno dei manifestanti – ci siamo poi spostati in via dei Prati Fiscali bloccando il traffico per quasi un’ora. Vogliamo porre un problema di ordine pubblico perché questo quartiere, a cominciare dalla mamma di Valerio Verbano (il militante autonomo ucciso a 19 anni il 22 febbraio 1980), lancia continuamente segnali di insofferenza verso la presenza di neofascisti. Casa Pound sta usando l’emergenza abitativa come scusa per insediarsi a Montesacro e sta utilizzando quelle famiglie come scudi umani, stile Gheddafi. Se è così, allora Montesacro diventerà come Bengasi”.
Una presenza insopportabile ed inaccettabile quella di Casa Pound, alla quale correre ai ripari, nel ritardo del metodo d’intervento politico peculiare di una metropoli come Roma. Nella prospettiva di essere per davvero un ‘problema d’ordine pubblico’, l’agente di inagibilità territoriale politico e culturale per i fascisti. E’ tempo di non spostarsi più dinnanzi a fascisti e sbirri, non possiamo accontentarci di traffico bloccato e cassonetti in fiamme, i fascisti così non prendeno la via della fuga…!
Tanto più nel quartiere di Valerio Verbano, l’occupazione di Casa Pound non può essere tollerata.
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