Ciao Valter, comunista e rivoluzionario.
Con immensa tristezza apprendiamo della morte del compagno Valter Ferrarato stroncato da una malattia bastarda.
Chi ha attraversato le lotte degli ultimi anni a Torino non può non aver conosciuto Valter. Come compagne e compagni vogliamo soprattutto ricordare la sua immensa generosità e il suo odio fermo contro ogni ingiustizia. Valter era un comunista e un rivoluzionario, con lui molti e molte di noi hanno condiviso un pezzo di strada, e la sua mancanza ci spezza il cuore.
Per ricordarlo e rendergli onore vogliamo dedicargli questa celebre frase di Mao, che sappiamo gli piaceva molto e che molte volte ci ha ripetuto seguita dal suo sorriso beffardo: ” La rivoluzione non è un pranzo di gala; non è un’opera letteraria, un disegno, un ricamo; non la si può fare con altrettanta eleganza, tranquillità e delicatezza, o con altrettanta dolcezza, gentilezza, cortesia, riguardo e magnanimità. La rivoluzione è un’insurrezione, un atto di violenza con il quale una classe ne rovescia un’altra.”
Ha sempre portato avanti, con coraggio e umanità la lotta per il riscatto possibile e tutto da conquistare, anche a spinta se necessario. La sua determinazione non era venuta meno neanche a seguito della tragica scomparsa della figlia poco più che ventenne.
Valter c’era sempre, dai picchetti al CAAT, ai cortei antifascisti, alle giornate di lotta in Val di Susa, ai tanti presidi contro la repressione e contro il carcere, con la determinazione e la testardaggine di chi viene dalle montagne.
Valter era originario della Val Sesia, una valle con una storia rivoluzionaria importante e lui la sapeva rappresentare a pieno. Trasferitosi a Torino, per vivere faceva il muratore, ma la maggior parte del suo tempo lo dedicava alle lotte, anche se questo gli costava le attenzioni costanti e moleste della Digos di Torino.
Nella consapevolezza che chi ha compagni non muore mai, lo vogliamo salutare con una parte di un canto partigiano della Valsesia.
“Quando si tratta di attaccare
quelli del Pesgu sono i primi
tutti incominciano a sparare
ed a Romagnano vincerem.
A Moscatelli l’abbiam giurato
ai nostri morti gridiam così
ai nostri figli l’abbiam giurato
dobbiamo vincere o morire.
Valsesia Valsesia
cosa importa se si muor
questo è il grido del valore
partigiano vincerà”
Ciao Valter
Le compagne e i compagni del Network Antagonista Torinese.
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