Cinghiate a razzisti e polizia a Pavia
La manifestazione antirazzista convocata oggi per rispondere all’aggressione a cinque ragazzi nordafricani fuori da una discoteca all’urlo “negri di merda” riesce a muoversi nonostante i divieti della questura.
I fascisti di Forza Nuova erano ugualmente in piazza per rivendicare con una fiaccolata l’aggressione razzista e l’attentato di Macerata, autorizzati e protetti dalla polizia. Dopo alcune cariche gli antifascisti non demordono e raggiungono per una via laterale il concentramento dei fascisti attaccandoli nonostante la polizia posta a loro protezione. Nessuno spazio e nessuna tregua a chi vive di odio.
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Riportiamo di seguito il comunicato dalla pagina di Movimento Pavia
Prendiamo parola, dopo la doverosa giornata di lotta di ieri a Pavia, in cui la determinazione popolare antirazzista ha prevalso sulla volontà dello stato di lasciare impunemente manifestare poche decine di mestatori d’odio. Da parte delle istituzioni, sindaco, prefetto e questore, non c’è nessun interesse a combattere il razzismo e il fascismo, anzi gli danno copertura politica autorizzandoli a presentarsi in piazza per rifarsi la verginità col pretesto delle foibe. Mentre a 50 fanatici, picchiatori e fiancheggiatori degli stragisti veniva riconosciuta la possibilità di infestare le nostre strade e le nostre piazze, a noi veniva vietata quella stessa piazza col pretesto che la loro manifestazione fosse stata autorizzata un mese prima, in spregio alle vittime della violenza razzista di questi ultimi giorni. Così, abbiamo deciso di non accettare le prescrizioni della questura e di riprenderci il nostro diritto a manifestare contro il razzismo e contro il fanatismo fascista. In una piazza Italia blindata fin dalle prime ore del pomeriggio da un ingente schieramento di forze dell’ordine, abbiamo dato vita ad un massiccio e corposo presidio comunicativo nel quale ha preso parola quella composizione meticcia e antirazzista che anima le lotte sociali su questo territorio, tra cui vari membri della comunità immigrata, la mamma di Salem, uno dei ragazzi aggrediti, e lui stesso. Il presidio si è mosso in corteo selvaggio per cercare tutti i punti della piazza in cui si potesse entrare per occuparla, ma a fermarci cordoni e cordoni di polizia. Fino a quando non siamo riusciti a stanare i fascisti che, protetti dalla polizia si preparavano a dar vita alla loro parata. A quel punto il corteo è entrato nella piazza dove si erano concentrati i fascisti e c’è stato un contatto con alcuni di loro, che hanno avuto quello che meritavano, mentre la maggior parte di loro arretrava per far spazio alla celere che ha caricato violentemente e a più riprese il corteo che ha resistito alle cariche e, una volta che la celere è indietreggiata, si è ricompattato per poi concludersi in piazza della Vittoria. Dopo anni di retorica razzista in stile Salvini, di fiumi di odio propinati in tv con i fascisti sdoganati nei salotti televisivi ieri è arrivato il momento di dire basta e scendere in piazza. Anche una piccola città come Pavia ha dimostrato che si può dare una degna risposta al primo momento in cui i fascisti scendono in piazza dopo l’atto terroristico di Macerata e la spedizione squadrista della notte tra venerdì e sabato a Pavia. Era scontato e doveroso che antifascisti, sinceri democratici, immigrati, giovani e non,e una parte di quella composizione che quotidianamente porta avanti percorsi di lotta sociale in città e provincia scendesse in piazza e agisse collettivamente, con determinazione, per togliere agibilità politica ai fascisti e ai razzisti. Già immaginiamo e iniziamo a sentire i piagnistei dei vari sinistri, quelli che sono democratici, per il dialogo, e che di fatto si sono sfilati dal corteo di Macerata e che hanno boicottato l’iniziativa di ieri a Pavia: conosciamo il vostro immobilismo sappiamo che il fascismo cresce anche per colpa vostra. Non è più il tempo di scrivere post contorti su facebook, ma di scendere in piazza con determinazione, visto che i razzisti hanno il pieno appoggio dello stato. Respingiamo quindi con forza qualsiasi tentativo di criminalizzare o mistificare i fatti di ieri da parte di istituzioni o media o gruppi che hanno disertato una piazza che era una risposta dovuta e doverosa di civiltà di fronte alla barbarie, allo squadrismo razzista e al fanatismo. Abbiamo fatto quello che dovevamo fare, quello che era giusto, per dignità.
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