Di EDISU, ricatti e antifascismo
Apprendiamo la notizia che oggi, durante il tavolo tecnico tra EDISU, Regione e ARSU per decidere i criteri generali del nuovo bando EDISU, la Giunta Regionale ha chiesto la revoca della borsa di studio dei tre ragazzi arrestati durante la contestazione ad alcuni esponenti del FUAN che distribuivano volantini al Campus.
È veramente surreale che durante l’emergenza sanitaria che è in atto l’ente che dovrebbe occuparsi del diritto allo studio veda come sua priorità richiedere indietro dei soldi a una dei tre studenti, vincitrice del bando.
Chi frequenta l’Università di Torino si ricorderà bene i fatti a cui si riferisce il presidente EDISU Sciretti, quel giorno quattro neofascisti del FUAN distribuivano volantini revisionisti davanti al cancello della Palazzina Einaudi, già scortati dalla polizia. Numerose studentesse e numerosi studenti hanno rifiutato il volantino e si sono fermati a ribadire che i fascisti e la polizia non sono ben accetti nei nostri atenei. La polizia ha caricato a freddo il presidio che si era creato spontaneamente e ha arrestato tre studenti, che sono poi stati portati al carcere delle Vallette. (Per approfondire -> https://www.facebook.com/165064096843248/posts/3343783588971267/?app=fbl )
Nelle giornate successive gli studenti, insieme a docenti, dottorandi/e, lavoratori e lavoratrici dell’Università hanno messo in atto diverse pratiche di solidarietà e di attivazione a sostegno degli arrestati.
Oggi però il signor Sciretti ha deciso di ignorare completamente la popolazione che vive veramente quei luoghi del sapere perché li attraversa quotidianamente e ha condannato i fatti (ancora prima di un giudice, visto che per i ragazzi in questione non si è neanche ancora aperto un processo) chiedendo la revoca di una borsa di studio. Questo ricatto è una patetica provocazione che non intendiamo accettare a testa bassa.
Le borse di studio vanno assegnate a tutte e tutti coloro che ne hanno bisogno, senza requisiti di merito e senza il controllo della fedina penale.
Quel giorno c’eravamo tutt*,
Sciretti dimettiti!
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