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Il vizio censorio dei fascisti veronesi: la destra cittadina fa annullare un convegno in università

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A Verona il Rettore dell’università sospende un convegno su richiedenti asilo, orientamento sessuale e identità di genere in seguito alle pressioni di Forza Nuova e Popolo della Famiglia.

Con una nota stampa rivolta ai giornali il Rettore dell’ateneo veronese ha “rinviato a data da destinarsi” la giornata di studio e formazione sulle migrazioni LGBT “Richiedenti asilo: orientamento sessuale e identità di genere”. Il convegno organizzato per il 25 maggio dai dipartimenti di Scienze giuridiche e Scienze umane in collaborazione con lo Sportello migranti LGBT aveva attirato le attenzioni delle destre cittadine e delle frange cattoliche più reazionarie. Le esplicite minacce di Forza Nuova per bocca del coordinatore per il Nord Italia Castellini (“Quell’incontro va vietato. O ci pensa qualcuno o lo impediremo noi”) e gli inequivocabili volantini “No rifugiati gay a Verona #stopdittaturagender” si vanno a sommare ad un clima di censura sempre più soffocante nel capoluogo scaligero.

Proprio negli ultimi giorni l’organizzazione di estrema destra Fortezza Europa aveva inscenato un presidio “pro borders, pro nations” di fronte ad un liceo cittadino, per protestare contro l’iniziativa degli studenti stessi della scuola che avevano affisso sulla facciata dell’edificio delle fotografie di volti di migranti. Tra l’incredulità dei giovani liceali, spicca la risposta di una studentessa che avrebbe urlato in faccia al gruppetto di neofascisti: “Viva la scuola, viva la storia”.
Tace per ora il sindaco leghista Sboarina, che si era distinto a inizio mandato per il proposito di ritirare tutti i libri che si allontanassero in qualunque modo da contenuti diversi dalla rappresentazione di una “famiglia tradizionale”. Il successore di Tosi era riuscito nella sua impresa censoria quando a settembre il comune aveva proibito, all’interno del celebre festival veronese di giochi di strada Tocatì, l’iniziativa “Biblioteca vivente” a causa di alcuni titoli di testi assai sgraditi al Popolo della Famiglia.

Si legge nel comunicato dell’Assemblea Veronesi aperti al mondo:
“La giornata è stata annullata dalla stessa università che l’aveva indetta. La nota diffusa dal rettore dice che … “l’evento è uscito dall’ambito scientifico per diventare terreno di contrasto e soprattutto di ricerca di visibilità per diversi attivisti di varia estrazione.” Ma chi sarebbero questi attivisti di varia estrazione che avrebbero costretto l’università ad annullare l’evento? Forse si dovrebbe parlare invece di cedimento da parte del rettore alle pressioni dell’estrema destra, che aveva annunciato una manifestazione e una presenza interna al convegno.”

Il Rettorato veronese non è certo nuovo a simili forme di censura. Già nel 2013, a poche ore dall’incontro con la storica Alessandra Kersevan su foibe e confine orientale durante e dopo l’occupazione fascista, l’allora Rettore Alessandro Mazzucco tentò di “sospendere a data da definire” l’iniziativa revocando la concessione dell’aula. Anche in quel caso furono proprio gli strepiti e le minacce dei gruppi della destra radicale a infrangere ogni sogno di autonomia dell’istituzione universitaria. Le giustificazioni di Mazzucco furono puramente mediatiche, al punto che il collettivo promotore dell’iniziativa e i docenti coinvolti vennero a sapere della sospensione dell’iniziativa dai giornali locali. Tristemente nota l’esito di quella vicenda, quando militanti di Forza Nuova e Casapound da province limitrofe irruppero armati di spranghe e bastoni nell’aula in cui si era deciso di tenere in ogni caso l’incontro con la Kersevan.

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Nel mese del decennale della morte di Nicola Tommasoli, il giovane grafico veronese ucciso a botte da quattro naziskin vicini a Forza Nuova senza alcun motivo, si conta così l’ennesima forzatura da parte dell’estrema destra cittadina, che grazie alla malleabilità dei vertici universitari riesce a piegare secondo i propri capricci la scaletta di ricerca accademica.

In ogni caso non accettano di essere così silenziati i migranti LGBT dello sportello Pink Refugees:
“Siamo i migranti LGBT. Siamo quelli arrivati qui rischiando tutto, perché qui c’erano i diritti, qui saremmo stati riconosciuti e rispettati. Sulla nostra storia e le nostre prospettive si sarebbe dovuto tenere il convegno di venerdì 25 all’università. Un evento che avrebbe sancito il fatto che esistiamo all’interno di questa società e che ci avrebbe reso finalmente visibili.
Il rettore dell’università ha annullato il convegno, dopo che la destra cittadina ha protestato e minacciato di impedirlo con qualsiasi mezzo. Si è piegato ai voleri di quella parte di politici e cittadini che ci vogliono rispedire nell’ombra, per poter fingere che non esistiamo.
Vogliamo uscire da quell’ombra. Crediamo fermamente che sia un nostro diritto, e sappiamo che tanti cittadini lo pensano come noi.
Non ci faranno sparire.”

 

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