InfoAut
Immagine di copertina per il post

L’antifascismo non si processa. Lettere di Brescia e Dibi alle porte della cassazione per Piacenza 2018

||||

Pubblichiamo le lettere di Brescia e Dibi in vista dell’udienza della Cassazione fissata per il 9 luglio rispetto ai fatti del 10 febbraio 2018, quando un grande corteo antifascista ha percorso le strade di Piacenza per impedire l’apertura di una nuova sede di Casapound. Il corteo avveniva nel pieno del clima generato dall’attentato suprematista di Luca Traini a Macerata e di una viva mobilitazione antifascista e antirazzista che aveva coinvolto tutto il paese.

Una celere ritirata seguita da un celere processo

Alle porte dell’udienza fissata in Cassazione per il 9 luglio 2020 sento l’esigenza di ripercorrere e condividere quella che è stata la mia esperienza fino a qui,
Dopo il corteo antifascista del 10 febbraio 2018 a Piacenza ho subito un arresto quasi da film poliziesco di pessimo livello: mentre svolgevo il mio lavoro come pizzaiolo presso “La Credenza” di Bussoleno, hanno fatto irruzione nel ristorante 3 uomini col passamontagna e numerosi altri senza che mi hanno tratto in arresto nello sconcerto collettivo senza che io facessi alcun tipo di resistenza. Stessa sorte in altre città per altri due ragazzi che avevano partecipato al corteo. Le immagini del mio arresto e del mio trasporto alla questura di Torino sono state prontamente messe sul web dai soliti giornalisti che danno spazio in modo acritico alle veline della Questura commettendo un’evidente violazione della mia privacy.

Da Torino vengo subito trasportato nel carcere delle Novate di Piacenza.
Da quel 15 febbraio dopo 3 mesi e 3 giorni sono riuscito a ad ottenere la detenzione domiciliare : nonostante avessi un contratto di affitto intestato a me oltre che un contratto di lavoro mi è stata negata la possibilità di tornare a casa mia e sono stato ospite presso un’altra abitazione per qualche mese. Finalmente dopo molta fatica e frustrazione mi hanno concesso di tornare a casa: ad oggi dopo più di 2 anni lo stato non mi ha ancora rilasciato…. al contrario si sono dati molto da fare per velocizzare il processo e mi hanno condannato in primo grado e anche in appello, con una lieve riduzione della pena, quasi ridicola.
Con la cassazione passerò da cautelare a definitivo: esito rapido ed estremamente esagerato rispetto ai reati contestati  (parliamo di resistenza e aggressione…)che Istituzioni e questura sono riusciti ad ottenere in tempi molto rapidi  per l’elefantiaca legge italiana. Non posso non pensare che l’ingerenza politica e la manipolazioni delle immagini estrapolate dal corteo e non contestualizzate ad opera dei giornalisti hanno fatto giocato come sempre un ruolo primario nella definizione dell’iter processuale.

Ad oggi sono profondamente consapevole che non sono riusciti a spezzarmi, so che avrò ancora molto davanti prima di poter riabbracciare compagni e compagne in strada, da uomo “libero” ma questo non mi abbatte, anzi, tutte queste loro ingiustizie nei nostri confronti fanno sì che la mia voglia di lottare e di mettermi in gioco per un futuro migliore, di cambiamento e di lotta al fascismo siano sempre più vivi in me.
Se mettono recinzioni noi le taglieremo, se alzeranno muri li abbatteremo e quando proveranno ad aggredirci ci difenderemo, la giustizia di questo stato ingiusto non mi spaventa, sono disposto ad affrontare ogni difficoltà pur di ritornare nelle piazze e di gridare a gran voce che i fascisti li rispediremo nelle fogne da dove ogni giorno provano ad uscire, perché uno stato che si definisce antifascista non può permettere l’apertura delle sedi di un partito politico che si definisce Fascista, e peggio ancora non può mandare polizia e carabinieri a protezione di questi luoghi.
Tornerò comunque, presto o tardi nelle strade a ribadire la poca fiducia nello stato verso la lotta al fascismo e che l’antifascismo non si delega ma si pratica, nelle strade, nelle scuole e sui posti di lavoro.
Un grosso abbraccio e un saluto a testa alta

IL BRESCIA

IMG 20180325 153039

 

A chi non si è girato e non si girerà dall’altra parte

Sono passati due anni e cinque mesi, da quel 10 febbraio 2018 di antifascismo militante che infiammò le strade di Piacenza e, nel periodo successivo, tutte le piazze di Italia che, davanti al tentativo della destra fascista di avanzare in tempo di elezioni, videro come unica affermazione possibile uno scontro, sociale e politico, determinato a ricacciare la feccia della storia nella fogna dalla quale stava fuoriuscendo. Dopo svariati mesi di misure cautelari, che allora consistettero prima nella carcerazione e poi nella detenzione domiciliare con una seguente mia liberazione dopo circa 10 mesi di detenzione, il processo volge ora al suo termine e si ripresenta quindi il dispositivo repressivo; con solerzia ed incredibile rapidità, da record potremmo dire rielaborando le tempistiche con le quali il processo si è concluso, ancora una volta viene attaccato il dissenso che permise a una mobilitazione, composta da persone marginalizzate e perennemente sfruttate, di alzare la testa e ad un grido di rabbia di levarsi, contro l’orrore degli attacchi terroristici fascisti di Macerata per mano di un ex-candidato leghista di cui non possiamo scordare il nome: Luca Traini, che sparò con il tricolore al collo, ferì gravemente 6 persone di origine sub-sahariana e poi fece il saluto romano in pieno centro città.

Ricordo bene che la comunicazione mediatica allora era molto polarizzata: da una parte, le immagini e i video delle mobilitazioni da Torino a Palermo e dei conseguenti arresti come fu per il mio caso; dall’altra, la campagna intimidatoria e xenofoba di Matteo Salvini e di tutta la coalizione di destra che comprende da sempre Fratelli d’Italia con Forza Nuova e Casapound al seguito. Il 9 luglio si terrà l’udienza della Corte di Cassazione e si deciderà se ed in quale modo finiremo di scontare la pena che ci è stata inflitta.

Dai fatti di Piacenza ad oggi sono cambiate tante cose, eppure lo stesso grido di dissenso degli sfruttati e delle sfruttate di tutto il mondo sembra continuare a riecheggiare nelle strade e nelle piazze di questo presente: quasi come se da Macerata a Minneapolis potesse essere ben visible un filo rosso delle lotte, della solidarietà di classe e di quel NO al razzismo e al suprematismo bianco di cui continuiamo ad avere bisogno in questo mondo terribilmente ingiusto; come se tra il febbraio antifascista italiano del 2018 e l’imponente ondata di proteste del Black Lives Matter di queste settimane sia estremamente semplice visualizzare un limpido interstizio di umanità e dignità che, ancora una volta, ci dimostra come fermare la distopia capitalista sia ancora possibile e lottare utilizzando i propri corpi sia ancora una necessità di cui farci protagonisti; dal basso, tutti e tutte, bianchi e nere, contro chi propaga odio razziale e prevaricazioni sociali. E se dall’altra parte del mondo, nel “cuore dell’impero”, i giovani e le giovani “black” iniziano finalmente a riprendersi in mano il loro futuro, le loro città e a ribellarsi al presidente fascista Trump che governa gli U.s.a., anche qui è inevitabilmente arrivata l’ora di pretendere un futuro degno di essere vissuto, di andare a prenderci la dignità che ci spetta e che da sempre ci viene tolta e raccontata come “utopica”. Dalle carceri in rivolta alle mobilitazioni dei/delle giovani precari/e che continuano a chiedere un reddito universale e incondizionato, in questi tempi così travagliati e difficili che mai avremmo pensato di attraversare, come nuove e nuovissime generazioni non possiamo esimerci dall’essere presenti nel momento in cui il mondo sta cambiando: dobbiamo continuare a lottare.

Per concludere questa lettera, oggi come allora continuo a sentirmi nient’altro che un ragazzo, un compagno, che assieme a chi era presente in quella piazza, ossia lavoratori e lavoratrici della logistica, giovanissimi e giovanissime delle periferie popolari e centinaia di studenti e studentesse provenienti da tutta Italia per impedire l’apertura di una sede di Casapound, ha avuto la possibilità di incidere un minuscolo solco nella storia dell’antagonismo di classe, che porta il nome di tutti e tutte coloro che continueranno a perpetuare i valori dell’antirazzismo, dell’antifascismo e dell’antisessismo, di tutti e tutte coloro che continueranno ad avanzare compatti per respingere il male dell’umanità, ancora disposti ad incontrarsi su una barricata.
A testa alta e a pugno chiuso

Lorenzo, “Dibi”

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Antifascismo & Nuove Destredi redazioneTag correlati:

antifascismocassazionepiacenza

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Brescia: imponente risposta antifascista contro le provocazioni fasciste.

Migliaia di persone presenti e corteo spontaneo di massa verso la stazione FS

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Gino Libero! Free All Antifas

Abbiamo appreso che questa settimana il nostro amico e compagno Gino è stato arrestato in Francia, a Parigi, con un mandato d´arresto europeo.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Bologna: migliaia di antifascisti/e in piazza contro Casapound e la Rete dei Patrioti

AGGIORNAMENTO LUNEDì 11 POMERIGGIO – Una ricostruzione delle manifestazioni di sabato 10 novembre, le valutazioni politiche e le mobilitazioni in programma per questa ultima settimana di campagna elettorale in Emilia Romagna, dove domenica 17 e lunedì 18 novembre si voterà per rinnovare Presidente e Consiglio regionale, con Federico della redazione emiliano-romagnola di Radio Onda d’Urto. Ascolta o […]

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Mantenere il sangue freddo, rimanere strategici, definire gli obiettivi a breve, medio e lungo termine, acquisire forza, puntare al 2027.

Abbiamo tradotto questo contributo di Houria Bouteldja apparso su QG Décolonial per continuare ad approfondire quanto sta accadendo in Francia in merito alla costituzione di un nuovo Fronte Popolare per le prossime elezioni.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Per un sollevamento antifascista.

Abbiamo tradotto il documento redatto dal movimento Soulèvement de la Terre a proposito della fase storica che si sta vivendo in Francia, verso le prossime elezioni.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Ilaria Salis è libera!

Ilaria Salis è libera: la polizia ungherese le ha tolto il braccialetto elettronico e rilasciato la documentazione della scarcerazione- Probabilmente lunedi 17 giugno il rientro in Italia

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Un fronte più salutare che popolare.

Traduciamo un commento da parte del collettivo francese Cerveaux Non Disponible rispetto alle elezioni per dare un quadro il più possibile composito di quali siano gli animi nei movimenti francesi a seguito della decisione di Macron.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Storia di Classe – 5 puntate speciali dedicate alla strage fascista, di Stato e della NATO di Piazza della Loggia a Brescia

In onda su Radio Onda d’Urto lo speciale di Storia di Classe dedicato alla strage fascista, di Stato e della Nato di piazza della Loggia, il 28 maggio 1974 a Brescia.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Ilaria Salis: i Giuristi Democratici denunciano “nuove minacce dai neonazisti ungheresi”

Nuove minacce, stavolta dirette, dei neonazisti ungheresi contro l’antifascista ai domiciliari a Budapest.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Ilaria Salis agli arresti domiciliari a Budapest. Accolto il ricorso degli avvocati.

Ilaria Salis può uscire dal carcere e andare agli arresti domiciliari a Budapest.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Al fianco di chi lotta per un futuro collettivo: MATTIA E UMBERTO VI VOGLIAMO LIBERI!

Quando si lotta per il futuro collettivo si mette in conto la possibilità di dover rinunciare al proprio destino individuale. da Centro Sociale Askatasuna È ciò che accade quando la scelta di portare avanti un orizzonte di liberazione per tutti e tutte viene anteposto a velleità o interessi dei singoli. E accade anche che, in […]

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Livorno è antifascista!

Giovedì 2 Maggio il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini è venuto a Livorno per presentare un suo libro, vergognosamente ospitato all’interno del cinema teatro “4 Mori”..

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Il significato conteso del 25 aprile di fronte al genocidio. Spinte e possibilità.

Le iniziative ufficiali del 24 e 25 aprile di quest’anno sono state la dimostrazione della separatezza che intercorre tra il sinistro antifascismo istituzionale e quello quotidiano di chi non si rifugia in un’identità stantia priva di sostanza e attinenza alla realtà.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Contro fascismo, sessismo, razzismo e guerra. Ora e sempre resistenza! Siamo sempre qua.

La facciata del centro sociale Askatasuna assume una nuova veste. In un presente senza storia rimettiamo al centro la Storia di ieri per guardare in avanti, in una prospettiva in cui c’è bisogno di tutta la capacità, le forze, le intelligenze di ognuno e ognuna per produrre trasformazioni .