Milano, Firenze, Rimini: “Fuori fascisti e nazisti dalle città!” Per Dax, con Dax
“Milano si appresta nuovamente ad essere infangata nella sua storia e nella sua memoria”: così la Rete Antifascista Milanese nei giorni scorsi chiamava alla mobilitazione sabato 15 marzo contro il ‘raduno fascista organizzato da Casa Pound, che domani vedrà arrivare nel capoluogo lombardo, in un hotel in zona Fiera, esponenti del contestato movimento greco di Alba Dorata.
”Ancora una volta Milano, Medaglia d’Oro della Resistenza sarà sfregiata”, affermano dalla Rete, coordinamento di diverse associazioni, ”il tutto senza che nessuno alzi una voce di indignazione o di protesta. Non possiamo accettare ed assistere a questo triste spettacolo, augurandoci che le forze politiche democratiche e antifasciste si facciano sentire”. ”L’odio razziale, l’odio per la democrazia Costituzionale, l’odio xenofobo che viene diffuso in questi convegni non sono più tollerabili – concludono -. Alziamo la nostra voce, facciamo in modo che le autorità intervengano per impedire che ciò avvenga evitando di alimentare la tensione politica nella città”.
Quattro gli appuntamenti di giornata, con cui praticare nelle strade l’antifascismo e ricordare Dax, compagno ucciso undici anni fa:
A Monza per impedire la conferenza neofascista di Forza Nuova all’Hotel della Regione. Come si legge sul sito di Foa Boccaccio di Monza, “apprendiamo dalla Direzione dell’Hotel della Regione di Monza che è stata revocata la concessione della sala a Forza Nuova per la conferenza in programma sabato 15, con ospite Roberto Fiore. Crediamo si tratti di un successo ottenuto grazie alla pressione politica effettuata dai tanti soggetti e dai singoli che in questi giorni si sono mobilitati affinché l’Hotel revocasse la propria disponibilità ad ospitare l’evento neofascista.Crediamo tuttavia che, a fronte di questo dato di fatto, sia importante mantenere la presenza antifascista in città per il pomeriggio di sabato: non è infatti possibile escludere che Forza Nuova sia in cerca di location alternative e occasioni di visibilità cittadine. Rilanciamo quindi per sabato 15 l’appuntamento per le ore 13.30 presso la FOA Boccaccio (via Rosmini 11, Monza): insieme ci muoveremo verso la lapide di via Silvio Pellico che ricorda i 5 partigiani fucilati il 16 marzo 1945 (ore 14.30) e successivamente verso il presidio indetto dalle realtà antifasciste monzesi per le ore 15 in Largo Mazzini”. I fascisti si sono comunque radunati all’Eurohotel della vicina Concorezzo. Antifasciste e antifascisti si sono così divisi in due gruppi: una parte in centro a Monza, l’altra invece nei dintorni dell’Eurohotel ed effettuando blocchi stradali.
La corrispondenza delle 15.30 con Paolo, FOA Boccaccio Monza.
A Milano contro l’incontro tra Alba Dorata e Casa Pound in un hotel di zona Fiera
A Novate Milanese alle 17 appuntamento in piazza Martiri della Libertà contro l’ingresso di Casa Pound nel Consiglio comunale
A Rozzano, in serata, al concerto per Dax con Banda Bassotti, Los Fastidios, Skassapunka e Cleopatra Sound.
RIMINI – Non solo Milano. Riceviamo e pubblichiamo infatti il comunicato di antifasciste e antifascisti di Rimini a seguito di un accoltellamento di due compagni romagnoli:
Comunicato in merito agli accoltellamenti fascisti di sabato 8 marzo 2014 presso Bellaria – Igea Marina (Rimini)
Nella notte di sabato 8 marzo 2014 due giovani sono stati accoltellati e seriamente feriti da un gruppo di fascisti (tra cui ex aderenti a Forza Nuova) fuori da un noto locale della zona. I due ragazzi accoltellati sono due compagni di Rimini, attivi nelle lotte per la giustizia sociale, per il diritto all’abitare, per lo sport e la cultura popolare, contro lo sfruttamento, il fascismo e il controllo sociale. Fortunatamente, benché uno sia tutt’ora in ospedale, dovrebbero essere entrambi fuori pericolo e ci stringiamo a loro aspettandoli dove sono sempre stati, nelle strade, nelle lotte, al nostro fianco. Quello che ci preme è rendere noto un episodio gravissimo che non ha precedenti nella nostra città. Siamo antifasciste e antifascisti militanti, come ci insegnarono i nostri nonni e le nostre nonne partigiane. Come loro siamo assetati di libertà e, con la dignità che sempre muove le nostre azioni, cerchiamo di combattere ingiustizia e prevaricazione ovunque si trovino, finanche in una discoteca di merda qualsiasi. Ma ieri come oggi lottare per cambiare lo stato di cose presenti può avere un caro prezzo: quello di vedere violata la propria incolumità fisica è uno di questi. Ed è ciò che è accaduto ai nostri compagni. Infatti le coltellate inflittegli sono state sferrate con l’evidente intento di uccidere: colpire più volte all’addome può avere solo quell’obiettivo.
Quando un fascista arma la propria mano per colpire chi si ribella allo status quo, la matrice è ben chiara e i motivi non sono per nulla futili: sta combattendo la propria guerra contro chi non abbassa la testa e chi considera “diverso”; contro la vita di chi ha deciso di dedicarsi alla costruzione di un mondo migliore, dove non si debba morire di freddo senza casa, dove si possa avere un lavoro degno che non occupi tutta la giornata per un salario miserevole, dove non ci sia schiavitù imposta dal ricatto del denaro, dove si possa scegliere liberamente delle proprie vite senza essere usurpati dal potere. Per noi l’antifascismo è una pratica rivoluzionaria, oggi come ieri. E il 25 aprile non è una ricorrenza ma una lotta quotidiana, per questo abbiamo rischiato che delle persone generose, intelligenti e piene di vita, compagni preziosissimi, ci venissero sottratti dalle lame degli utili idioti del capitalismo. Solo chi è in malafede può equiparare stupidamente chi propaga ignobili disvalori a chi lotta per la giustizia sociale e la libertà, così come chi parla di “rissa tra bande” ed altre sciocchezze addomesticate, agisce nell’interesse servile di legittimare la falsa retorica degli opposti estremismi. I nostri compagni sono forti e hanno la pelle dura, non ne avevamo dubbi, ma proprio perchè la vita è una questione di carne e di centimetri diciamo che, per un raggio infinito di chilometri, nessuno si deve permettere di toccarceli. Dopo i recenti omicidi di Clement a Parigi e Pavlos ad Atene, a pochi giorni dall’undicesimo anniversario dell’assassinio di Dax a Milano, vediamo che anche in una città come Rimini le mani dei fascisti sono armate e pronte ad uccidere.
Sappiamo bene come il fascismo non sia mai stato definitivamente sconfitto perchè è il capitalismo stesso che crea continuamente il terreno fertile per la sua riproduzione, ossia per la sua aggressiva perpetuazione. Vediamo come nella nostra società, dal potere economico alle istituzioni politico/militari passando per le sue ramificazioni, elementi fascisti vengano sempre mantenuti per fare il proprio sporco lavoro: che si tratti di governanti mascherati da liberatori come in Ucraina, o di “Albe Dorate” come in Grecia, che si inventino pretesti territoriali come la Lega Nord o che si tratti di finti benefattori come Forza Nuova o suoi ex militanti. Questi giorni sono lunghi che ci sembra valgano anni. Sentiamo sempre più necessario disintegrare quel tessuto di indifferenza sociale intriso di razzismo, sessismo e sopraffazione, riappropriandoci di spazi non solo di agibilità politica ma anche di socialità quotidiana. Più avanzano le nostre lotte più terreno sottraiamo al capitale e ai suoi sgherri in divisa o camicia nera. Sollecitiamo con forza tutte le realtà sensibili, collettivi e singoli, senza confini geografici, nella costruzione diffusa di percorsi di lotta contro il capitalismo e i suoi fascismi, raccogliendo le forze per avanzare con determinazione, esprimendo rabbia, autonomia, passione, autodifesa, solidarietà, azione diretta, lotta di classe e una smisurata voglia di libertà. Se si colpisce un/una compagn* si colpiscono tutt*, nessuno si senta escluso.
ORA E SEMPRE RESISTENZA !SABATO 15 MARZO CORTEO ORE 15.00 PIAZZA SAN MARCO FIRENZECONTRO REVISIONISMO STORICO, FASCISMO E REPRESSIONE !Il 15 marzo, a distanza di poco più di anno dall’ultima volta, i fascisti tornano a sfilare per le strade fiorentine. Sono i fascisti di Casaggì che continuano a millantare un’improbabile indipendenza quando sono a tutti gli effetti un circolo di Fratelli d’Italia che coglierà l’occasione per una passerella elettorale in vista delle comunali con Totaro in testa e delle europee. Sono quelli di Casapound… quelli delle alleanze con i neo-nazisti di Alba Dorata, delle aggressioni, delle confidenze e delle coperture con polizia e carabinieri, quelli dell’omicidio dei lavoratori senegalesi in piazza Dalmazia e del pestaggio di Piazza della Repubblica.
Questo corteo rappresenta un’ulteriore occasione per i fascisti di tornare in piazza e cercare un qualche tipo di legittimazione a livello sociale sventolando il tricolore, simbolo, a loro dire, dell’identità nazionale di un “popolo” che dovrebbe riscattare sovranità monetaria, politica e culturale.
Noi ci chiediamo: Qual è questo “popolo”? Da chi è composto il “popolo italiano”?
Sono italianissimi i padroni che non sono disposti a spendere un euro per la sicurezza sul lavoro e nelle cui aziende muoiono tre operai al giorno o quelli che dall’oggi al domani chiudono l’azienda e trasferiscono la produzione in cerca di costi del lavoro più bassi.
Sono italianissimi i Riva che per i propri profitti avvelenano un’intera città.
Sono italianissimi coloro che si sono sfregati le mani davanti a terremoti ed alluvioni, o che plaudono all’ennesima grande opera che gonfierà il loro portafogli e distruggerà i nostri territori, basti pensare all’Aquila o alla Val Susa…
Sono italianissimi i magistrati che condannano chi tutela la propria salute, chi lotta per maggiori diritti sul posto di lavoro e chi lotta contro questo sistema sfruttatore.
… ma davvero qualcuno pensa che siano questi i soggetti con cui possiamo uscire dalla crisi? Che ci dicono che siamo tutti sulla stessa barca? I fascisti dicono proprio questo per strumentalizzare il malcontento ed affermare le loro idee di prevaricazione, razzismo, xenofobia, violenza.
I fascisti parlano di “popolo” per nascondere le differenze sociali ed economiche che sono sotto gli occhi di tutti, svilire e indebolire la lotta di classe. È il solito approccio corporativo in cui i diritti e le condizioni dei lavoratori vengono sostituiti dall’ “interesse nazionale” e cioè dagli interessi particolari di chi comanda: i PADRONI! Per noi lavoratori, cosa cambia se poi questi sono italiani, francesi o tedeschi?
Per questo pensiamo che oggi si debba esser chiari rispetto a ciò che divide e a ciò che unisce: non si tratta di essere italiani oppure no, ma si tratta di riconoscersi nella propria condizione di lavoratori, studenti, disoccupati o cassaintegrati e stare dalla parte degli sfruttati contro gli sfruttatori, degli oppressi contro gli oppressori, contro coloro che ci sfruttano sul lavoro o ci sfrattano da casa, contro chi reprime le lotte e cerca di instaurare un clima di autoritarismo.
A Firenze e in generale in Italia, si sta assistendo ad una stretta repressiva che va a colpire tutti coloro che si rifiutano di sottostare ai dettami, sempre più restrittivi, della cosiddetta “legalità”, colpendoli duramente con manganelli, denunce e misure cautelari.
Dall’accusa di terrorismo per 4 militanti NOTAV, accusati di aver danneggiato un generatore, agli ultimi arresti a Roma e a Napoli ai movimenti per l’abitare e ai disoccupati in lotta, passando per gli svariati processi fiorentini.
A Firenze infatti assistiamo a sgomberi continui di case occupate, a multe ai lavoratori ATAF per uno sciopero e a una maggiore militarizzazione del territorio, basta vedere la recente decisione di impiegare 100 poliziotti alla stazione SMN, mentre molti militanti di collettivi, realtà sociali e comitati territoriali vengono processati per aver portato avanti lotte contro il fascismo, per i diritti sul lavoro, per il diritto allo studio e per la casa e contro le nocività ambientali.
A fronte di tutto ciò, molto significative sono le lotte nel settore della logistica, sia come antidoto alla guerra tra poveri, visto il protagonismo di molti operai immigrati, sia per la forte determinazione che ne ha contraddistinto lo scontro e che ha strappato importanti vittorie.
Smascheriamo e combattiamo l’approccio semplicistico e populista di chi parla di “popolo” e ribadiamo che l’unica possibilità per le classi popolari di uscire da questa situazione è quella di organizzarsi con la prospettiva di abbattere la società del capitale e costruirne una dove non vi siano più sfruttamento, disuguaglianze e neppure guerre.
Nella piazza di Firenze Antifascista ci saranno coloro che nella Resistenza vedono rappresentati quei valori che ancora costituiscono l’unica reale alternativa a questo presente di miseria: lotta di classe, internazionalismo e solidarietà!
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