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Contro la parata del 2 giugno, a sostegno dei terremotati

 Di  fronte alla campagna nata sui social network che chiede l’annullamento della parata del 2 Giugno per devolvere i 3 milioni di euro del costo della parata alle persone terremotate, alla ricostruzione di scuole, case e servizi pubblici, un governo e la sua classe dirigente dovrebbero appoggiare tale scelta come la popolazione solidale richiede. Allo stesso modo dovrebbero investire nella reale ricostruzione di tutte le regioni colpite dai terremoti invece di pensare ad buttare soldi pubblici in costruzioni faraoniche alimentando speculazione e mala affare. Non si devono aumentare ancora una volta le accise sulla benzina per poter aiutare le popolazioni terremotate, strumentalizzando le disgrazie altrui e giocando sul senso di colpa di quanti, già vessati dalla crisi, pensano che non sia l’aumento delle tasse per i cittadini il sistema migliore.

 Ma anche in questo contesto di malcontento crescente Napolitano rivendica l’importanza ed il valore di una parata militare inutile a cui proprio non vuole rinunciare, forse perché rimane uno dei pochi vuoti simboli della pretesa comunità nazionale che si stringe attorno alle istituzioni. Una retorica, quella dell’unità nazionale e della parata del 2 Giugno, buona solo come ultimo disperato tentativo di tenere in piedi una baracca, quella dell’Italietta del sistema dei partiti, che ogni giorno di più mostra la sua faccia rapace ed ingiusta. C’è poco in comune tra chi ride alla notizia di un terremoto pensando ai profitti della ricostruzione e chi deve dormire in tenda a causa della scriteriata cementificazione (senza rispettare neanche le norme anti-sismiche) del territorio; tra chi vara riforme del lavoro che tolgono diritti e reddito e chi crepa in fabbrica perché deve guadagnarsi il pane lavorando anche quando non vengono rispettate le norme di sicurezza; tra chi, in fin dei conti, guadagna miliardi sulla pelle dei lavoratori e chi vede ogni giorno ridursi il proprio benessere e svanire la possibilità di costruirsi un futuro migliore.

 Il terremoto dell’Aquila ci ha insegnato quanto sia inaffidabile il governo con le sue promesse, oggi il merito va anche ai tanti e tante che si stanno muovendo in autonomia per aiutare gli sfollati, ai centri sociali dell’antagonismo emiliano che si sono organizzati per gli aiuti, a quella rete sociale che sempre più dimostra una voglia di cambiamento della vita politica che sia fatto di partecipazione e protagonismo diretto.

 Per questi motivi pensiamo che si debba fermare la parata del 2 Giugno e destinare i 3 milioni di euro al sostegno dei terremotati.

 Redazione Infoaut

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