InfoAut
Immagine di copertina per il post

D.A.Spo di piazza: pericolosità sociale e giuridica del suo utilizzo

 
Gennaio 2016: a due mesi dalla vicenda del corteo-antilega a Pisa il 14 novembre 2015 (leggere qui per una versione dettagliata dei fatti), 6 partecipanti al suddetto corteo hanno ricevuto notifica di D.A.Spo emessa nei loro confronti da parte della questura pisana. Non noto ai più, e di difficile qualificazione/collocazione normativa, il D.a.Spo preventivo altro non è che un divieto di partecipazione a manifestazioni sportive, disposto nei confronti di soggetti di cui viene rilevata la cosiddetta “pericolosità sociale.” Sembrerebbe chiaro a chiunque che notificare un D.a.Spo a seguito di una manifestazione che nulla ha a che vedere con lo Sport sia legalmente alquanto debole e piuttosto artificioso, ma un’analisi più profonda della disciplina mette in risalto come l’intero assetto legislativo dei D.a.Spo (e delle misure di prevenzione in genere) favorisca un uso di questi ultimi ampiamente arbitrario. Qual è quindi il senso profondo di un provvedimento simile in simili circostanze? Dobbiamo prima aver chiara, a scanso di equivoci, la natura “ibrida” del Divieto, alla luce della disciplina attuale in Italia (ultimo intervento sulla legge originaria del 1989: decreto legge convertito in legge, 2014).
 
Cos’è un D.a.Spo?
 
Intanto diciamo genericamente che si tratta di un provvedimento disposto dal questore nei confronti di un soggetto al ricorrere di determinati presupposti.
Il contenuto del provvedimento può essere di due tipi:
– divieto di accedere alle manifestazioni sportive
– divieto di cui sopra e in più obbligo di comparizione nell’ufficio o comando di polizia una o più volte al giorno, nei giorni in cui si svolgono le manifestazioni sportive.
La seconda ipotesi (divieto e obbligo di comparizione) è stata considerata una limitazione della libertà personale e, come tale, è corredata dalle garanzie sancite all’articolo 13 della Costituzione: la legge sul daspo prevede un procedimento di convalida che coinvolge in prima battuta il PM ed in seconda battuta il GIP, il tutto entro 48 ore. Questo è il tipico procedimento che si ha tutte le volte in cui la libertà personale non è limitata in prima battuta da un giudice ma dalle autorità di pubblica sicurezza. I D.A.Spo emessi in relazione alla manifestazione del 14 novembre, rientrano nella prima ipotesi, che non prevede un procedimento di convalida di questo tipo (48 ore) in quanto non è considerata una limitazione della libertà personale. Si tratta invece di una limitazione della libertà di circolazione (ci rifacciamo qui ad un diverso articolo della Costituzione: art. 16).
 
La nozione di pericolosità sociale
Detto ciò, il nodo fondamentale della questione sta nel determinare le ragioni giustificanti l’irrogazione del D.a.Spo nei confronti di un dato soggetto: abbiamo accennato che la valutazione ricade sulla “pericolosità sociale” del soggetto. La domanda fondamentale è, quindi, alla luce di ciò che è successo ai 6 attivisti pisani: è considerato un atteggiamento pericoloso manifestare in piazza? A giudicare dai fatti, la risposta è affermativa. La disciplina giuridica dei D.A.Spo mette a dura prova la tenuta dell’assetto garantista declinato all’interno del disposto costituzionale: si tratta di “misure di prevenzione”, che come tali limitano la libertà del soggetto colpito dal provvedimento prima che vengano attivati meccanismi garantiti di accertamento di eventuali condotte oggetto di sanzione. In effetti molti aspetti della disciplina si pongono in aperto conflitto con i principi cardine dell’ordinamento giuridico-costituzionale. L’aspetto singolare è che molte di queste contraddizioni sono già state “costituzionalizzate”: avendo trovato l’avallo giuridico e politico della Corte Costituzionale non sono eliminabili neppure facendo ricorso a tale organo giurisdizionale, si pensi alle norme della “legge antiviolenza negli stadi” sull’arresto in flagranza differita. Lo Stato nelle sue più varie articolazioni, dal legislatore al questore passando per gli organi giurisdizionali, sconfessa i principi che dice di aver posto al proprio vertice.
 
 
La modifica del 2014: il nostro caso
La questione risulta essere ancora più esplicita alla luce della recentissima modifica legislativa (2014) che consente al questore di emanare D.a.spo in ragione della partecipazione ad una mobilitazione politica, come è avvenuto per la giornata del 14 Novembre a Pisa. Appare chiaro che si crea uno spazio giuridico di sospensione del garantismo per consentire alle questure l’impiego immediato di strumenti sanzionatori in risposta alle proteste e alle lotte. La finalità palese dello strumentario giuridico è contrastare le istanze di lotta e propugnare spinte disgregatrici nel movimento. “Se vuoi andare allo stadio devi obbedire”: un’arma di ricatto posta direttamente tra le mani del questore. Citando testualmente le fonti giuridiche: “Il divieto di cui al presente comma può essere, altresì, disposto nei confronti di chi, sulla base di elementi di fatto, risulta aver tenuto, anche all’estero, una condotta, sia singola che di gruppo, evidentemente finalizzata alla partecipazione attiva ad episodi di violenza, di minaccia o di intimidazione, tali da porre in pericolo la sicurezza pubblica o a creare turbative per l’ordine pubblico nelle medesime circostanze di cui al primo periodo.” Qualcuno obietterà che i provvedimenti preventivi nascono per esigenze di tutela URGENTE dell’ordine pubblico, e al diavolo le garanzie, la sicurezza è più importante. Ma non ci sfugge di certo come il nodo, il punto dolente della vicenda sia proprio in quella completamente arbitraria valutazione di pericolosità sociale, compiuta dal questore. È socialmente pericoloso chi combatte in piazza per una società scevra da pregiudizi ed odio razziale? È pericoloso chi si sente giustamente libero di partecipare ad una manifestazione? Non ci spaventa dire che questi sei D.A.SPo non sono altro che una vera e propria ritorsione giuridica. È molto facile brandire l’arma della legge per zittire le voci scomode, così che più che di legge dovremmo parlare di tentativo di imbavagliamento.
 
 
Lo slittamento dal controllo penale a quello amministrativo
 
In un’ottica più ampia la situazione attuale è quella di un utilizzo repressivo di misure cautelari (personali e interdittive) e provvedimenti amministrativi, non in una prassi che ha per protagonista ogni tipo di reato, ma che ne vede un utilizzo massiccio nei confronti di chi partecipa ad azioni valutate come pericolose per l’ordine pubblico (manifestazioni, occupazioni, scioperi), ma che sono pericolose solo per chi trae profitti da passività e indifferenza sociale. La problematica si presenta quindi, ancor prima che politica, giuridica. Nella realtà che gli attivisti vivono, vengono puntualmente lesi i principi di adeguatezza (dai codici si evince un’esigenza di “estrema ratio” per il giudice, che viene sistematicamente ignorata, in quanto soprattutto domiciliari e obblighi di firma, vengono erogati sistematicamente con valutazioni sommarie del reato, e della situazione personale del soggetto) e proporzionalità (anche qui, valutazioni sommarie: addirittura capita che il tempo passato sotto misura cautelare superi la pena data in caso di condanna) che nell’ottica di un “giusto trattamento penale” dovrebbero regolare l’irrogazione delle misure sopracitate. Si cercano quindi nuovi metodi di sedare i movimenti, le agitazioni sociali. Uno uso di leggi e norme ad hoc per limitare la libertà degli imputati, e frenarne l’attività di protesta e di creazione di proposte alternative al modello sociale imposto dall’alto. A fronteggiare questa situazione, c’è chi non si lascia intimidire da simili soprusi, che anzi alza la voce ed insieme al resto, denuncia anche questo. Sebbene sia un meccanismo repressivo molto più raffinato ed imprevedibile di quello che fino a qualche tempo fa si doveva fronteggiare, sebbene il coltello dalla parte del manico è in mano a chi con malafede piega il diritto ad esigenze che poco hanno a che vedere con “pericolosità sociale o “ordine pubblico”, e molto invece con il mantenere un governo fittizio della pace sociale fittizia.
Solidarietà completa ai Sei colpiti dai D.a.Spo e a tutti coloro che lottano, e che per questo vedono calpestata ogni garanzia personale, processuale e giuridica.
 
Alcune studentesse di giurisprudenza – Università di Pisa
 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

daspopisa

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ribellarsi per la Palestina è possibile e necessario più di prima: una riflessione dal casello di Roma Ovest su sabato 5 ottobre e DDL 1660

Con questo articolo vogliamo proporre una riflessione sulla giornata di mobilitazione per la Palestina di sabato 5 ottobre a partire dall’esperienza di lotta e conflitto che abbiamo avuto come studentə e giovani di Pisa partitə con il pullman di Studentə per la Palestina, per arrivare a Roma.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il trattore torna al campo.. e adesso?

I primi mesi del 2024 sono stati segnati in molti paesi d’Europa dall’esplosione del cosiddetto “movimento dei trattori”.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Militarizzazione, guerra contro il popolo e imprese criminali in Messico

Nessuno con un minimo di sensibilità umana può rimanere indifferente alla violenza esorbitante che viviamo in Messico, sono circa 30.000 le persone uccise solamente nel 2023, mentre nel maggio di questo 2024 ne sono state assassinate 2.657.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Abbecedario dei Soulèvements de la Terre – Composizione

Pubblichiamo di seguito un estratto del libro “Abbecedario dei Soulèvements de la Terre. Comporre la resistenza per un mondo comune” in uscita per Orthotes Editrice, curato nella versione italiana da Claudia Terra e Giovanni Fava.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Emilio Quadrelli: tra Lenin, la guerra imperialista e le tute acetate (raccolta di contributi)

Di seguito raccogliamo alcuni degli interventi e contributi di Emilio Quadrelli per InfoAut o che in passato abbiamo ripreso da altri siti.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il movimento studentesco popolare estromette il primo ministro del Bangladesh Sheikh Hasina

Il 5 agosto 2024, dopo settimane di rivolte politiche, violenze della polizia e repressione degli studenti attivisti, il primo ministro del Bangladesh, Sheikh Hasina del partito Awami League, si è dimesso dopo 15 anni di governo.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Sapere, potere e controllo della natura: l’intreccio tra tecnologia militare e accademia

Le diramazioni delle scienze e della tecnica sono sottili e articolate, bisogna seguirle e percorrerle per avere evidente il legame tra luoghi del sapere e luoghi di oppressione e guerra.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ma quale terra promessa? L’agricoltura offensiva coloniale in Cisgiordania

Il secondo tema che abbiamo affrontato è stato quello dell’agricoltura, dell’appropriazione della terra e dei campi e quindi delle modalità di riproduzione fondamentali da parte di Israele.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’energia come epicentro di colonizzazione, accaparramento e discriminazioni.

Proponiamo quindi il contenuto di uno dei dibattiti organizzati alle Università occupate del Politecnico di Torino e di Palazzo Nuovo, insieme a End Fossil.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Cos’è il Fascicolo Sanitario Elettronico e perché dovrebbe interessarci.

Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) rappresenta uno strumento che consente alle persone di monitorare e visualizzare l’intera cronologia delle proprie condizioni di salute.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Governo blindato, piazze aperte

Il Dl infrastrutture è stato approvato in tempi rapidissimi da un parlamento silente e complice, a colpi di fiducia. Il commissario straordinario Sessa ha quindi l’ok definitivo da Camera e Senato per aprire la “contabilità speciale”: 20 milioni di euro per il 2024, sui 520 complessivi, con un cronoprogramma di 10 anni di lavori.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Intifada studentesca: le rivendicazioni.

L’articolo viene arricchito quotidianamente con le iniziative, i comunicati e gli aggiornamenti dalle Intifada studentesche in corso..

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il colore dei manganelli

Quei fatti si inseriscono in un contesto nel quale la repressione – nelle piazze, nei tribunali, nelle carceri, nei centri di detenzione per migranti – è diventata strumento ordinario di governo

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: un altro sabato di mobilitazione popolare in tutta Italia

Giornata di mobilitazione sabato 2 marzo 2024 in Italia in solidarietà con la Palestina e il popolo palestinese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Fermare il genocidio a Gaza: in Italia sciopero per la Palestina. Cariche a Pisa, Firenze e Catania

Fermare il genocidio a Gaza: questo l’obiettivo dello sciopero generale per la Palestina di ieri, indetto in tutta Italia e per tutte le categorie di lavoro dai sindacati di base, raccogliendo l’appello dei Giovani Palestinesi d’Italia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Da Torino a Pisa continuano le mobilitazioni per la Palestina.

Le mobilitazioni a sostegno del popolo palestinese continuano, in particolare nei luoghi della formazione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Lo scandalo della Torre e il senso di Giustizia

Venerdì 17 novembre, a Pisa, un partecipato corteo composto da un migliaio di studentə e lavoratorə in sciopero ha attraversato determinato e rabbioso le strade della città, è arrivato in Piazza dei Miracoli e ha occupato per un’ora uno dei monumenti più famosi del mondo, la Torre di Pisa, calando dalla sua cima una gigantesca bandiera della Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Pisa: calata la bandiera palestinese dalla Torre in piazza dei Miracoli

Alla fine di un partecipatissimo corteo studentesco e cittadino a Pisa, che chiedeva il cessate il fuoco immediato, la fine del genocidio a Gaza e la liberazione della Palestina, lə manifestanti sono riuscitə a salire sulla Torre, sfidando il blocco delle forze dell’ordine, per calare una gigantesca bandiera Palestina. L’obiettivo era quello di mostrare ancora […]