InfoAut
Immagine di copertina per il post

Decidere sui territori, decidere sui corpi. Un contributo da Taranto

||||

Riceviamo e pubblichiamo alcune considerazioni da un compagno di Taranto attivo nella costruzione della giornata di lotta dello scorso 4 Maggio e nelle discussione dell’Assemblea Permanente Taranto Libera. Buona lettura.

Consumo, dal logoramento dei territori al logoramento dell’essere umano. Invertire i rapporti di forza è l’unica soluzione!

Come sottolineato più volte nel corso della manifestazione, il corteo che ha sfilato a Taranto il 4 maggio, nei pressi del mostro siderurgico, è solo un passo fatto tra i tanti che ci sono ancora da compiere.

Ma dove ci porteranno questi passi? Qual è il giusto sentiero da seguire, costruire, percorrere e immaginare insieme, da un punto di vista antagonista e di classe? Come costruire l’alternativa?
Queste domande credo siano, generalmente, nell’agenda politica di tutti i movimenti che combattono contro lo sfruttamento della macchina capitalista. E, probabilmente, sono questi interrogativi che hanno permesso un basilare sviluppo di solidarietà tra noi tarantini e le realtà in lotta di tutta Italia.

La questione Ilva (ora ArcelorMittal), nella mia città, è sempre stata comunemente sentita, soprattutto da quando si iniziò a scoprire in maniera certificata (guarda un po’, l’acqua calda!) che il siderurgico non avesse solo “ottime risorse” da offrirci, in termini di “sviluppo territoriale” e redistribuzione di occupazione/reddito, ma anche conseguenze nefaste che popolazione e ambiente circostante avrebbero subito con il passare del tempo. Basta dire che, secondo il rapporto “I tumori in provincia di Taranto” del 2017, tra il 2006 e il 2012 sono stati registrati quasi 21.500 nuovi casi di cancro, con un’elevata specifica concentrazione di operai dello stabilimento. Questo numero è aumentato anno per anno.

Le catastrofi, però, non si fermano qui: è ovvio che costruire un’industria che è il doppio della città stessa che la ospita porti immutabili cambiamenti anche sul territorio, sia modificandone completamente il paesaggio (e rendendolo del tutto industriale), che bloccando qualsiasi altra forma alternativa di sviluppo che non sia la produzione di acciaio (con il ricatto occupazionale salute/lavoro che ne segue e che ha caratterizzato da sempre Taranto).

L’Ilva, in quasi sessant’anni di attività, è stata capace di consumare letteralmente ogni forma di vita che ha avuto affianco e su cui ha impattato, anche in termini politico-economici: ha colonizzato e monopolizzato il mercato del lavoro e contemporaneamente a questo il senso comune della popolazione, che per anni è stata sottomessa al dicotomico bivio “morire di fame/morire di tumore” (detta “alla tarantina maniera”). Binomio che, con le dovute e complesse evoluzioni, è riuscito ad allargarsi e sconfinare in più sfere di vita: si è manifestato concretamente nella sua potenza più corrosiva, ad esempio, nell’occasione dei giorni di Wind Days, in cui l’autorità consigliava espressamente di tenere i bambini chiusi in casa e di non aprire le finestre prima delle 12 del mattino. Si è arrivati, persino, a chiudere delle scuole del quartiere Tamburi in quei giorni (zona che più risente dell’inquinamento industriale). E’ palese, quindi, che ormai è proprio il diritto di vivere liberamente che ci è stato negato.

Il logoramento che questa industria ha prodotto, quindi, ha bisogno di essere analizzato ampliamente uscendo da qualsiasi forma di semplificazione e minimizzazione. Oltre ad uccidere noi e la nostra terra, è stata capace di “normalizzare” uno scenario fatto di ricatti, morte e continuo impoverimento e consumo di risorse alternative, che accetta la sua presenza quasi passivamente, afflitta dalla convinzione thatcheriana del “there’s no alternative”. Ad avallare questa convinzione, però, sono stati anche (forse, soprattutto) i vari partiti, politici e sindacati che hanno deciso di speculare sulle nostre vite e speranze, assorbendo la rabbia popolare e trasformandola in voti e dinamiche elettorali che (come ben sapevamo) non hanno prodotto nessun tipo di cambiamento richiesto.

Tornando a prima, come dicevo, quello del 4 maggio è solo uno dei passi compiuti in mezzo a tanti altri da fare e tanti altri già fatti. E’ un’altra tappa percorsa su un “continuum storico” che precede il 2012, anno caldo per Taranto che vide la nascita del Comitato dei Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti.

La nostra sfida e il nostro impegno politico, personalmente, in quanto Assemblea Permanente Taranto Libera, credo debba inizialmente insistere e vertere sul cambiamento del senso comune dei cittadini e delle cittadine di Taranto: riuscire a dotarci in primis di una immaginazione collettiva che riesca a incidere sulle visioni di futuro possibile e che soprattutto riesca a costruire, nel senso materialista del termine, strumenti di reale cambiamento dal basso.

Se partiamo dall’asserire che i corpi sono strumento e terreno di battaglia politica da sperimentare e reinventare, allora la prima considerazione da fare è che la rivendicazione della decisionalità di controllo sul proprio corpo non può slegarsi dalla rivendicazione della decisionalità di controllo sui nostri territori.

Questo perché gli effetti scatenati dalla delega e dall’assenza di decisionalità popolare, legano intrinsecamente popoli e territori, stringendoli in una morsa schiacciante capace di transitare e redistribuire le stesse orribili conseguenze tra un soggetto e l’altro. In soldoni, come faccio a dire di decidere sul mio corpo se poi mi ammalo di tumore a causa di un’industria che vorrei chiusa?

Sull’onda di questo ragionamento, va fatto un focus su una particolarità: la violenza ambientale che le industrie inquinanti provocano hanno specifici e terribili effetti sui corpi delle donne, soprattutto in una città come Taranto. Le tarantine, a causa della nocività dei fumi dell’Ilva, corrono maggiormente il rischio di ammalarsi di endometriosi e di rimanere infertili; chi sceglie di diventare mamma, inoltre, potrebbe scoprire di avere tossine nel proprio latte materno.

Ampliare la dialettica e l’orizzonte delle istanze di un movimento servirebbe sia per includere soggettività plurime che per rafforzare la composizione politica dello stesso, sfondando le barriere e le gerarchie sessuali, razziali e abiliste. E, se è vero come dicevamo in “Tracce”, che determinate condizioni e situazioni facilitano lo sviluppo di una lotta di classe, allora le carte in gioco sono ancora tutte da scoprire e determinare. La rabbia che accomuna la popolazione tarantina deve essere trasformata in riflessione strategica e organizzazione, e deve assolutamente pensare e preventivare un futuro post-ILVA che sia libero dalla logica del profitto e dello sfruttamento del lavoro salariato, coscienti del fatto che il sistema capitalista sia una macchina composta da ingranaggi difficilmente scomponibili. Ma, almeno per ora, questi ingranaggi iniziamo a bloccarli e sabotarli, sfidando anche la repressione e la criminalizzazione delle leggi liberticide che hanno sempre colpito soggetti e movimenti e contemporaneamente sempre protetto l’ingiusto status quo che la democrazia neoliberale garantisce.

Riuscire a costruire un altro livello di immaginazione collettiva, un’utopia, un’iperstizione, sarebbe già un passo in avanti, perché permetterebbe (per dirla alla Fisher) di uscire dai parametri del “realismo capitalista” (almeno per quanto riguarda l’estetica materiale degli scenari presenti e futuri).

Insomma, il mio augurio è che questo possa essere un inizio che non abbia fine. Il mio augurio è che, in questo clima generale che risente di una forte tensione politica e che vede un rapido avanzamento delle destre e un contemporaneo smantellamento di classe, si riesca a creare uno spiraglio di lotta anticapitalista, antifascista, antirazzista e transfemminista. Il tempo è adesso, lo spazio è questo e la sfida è dura, ma è nostro compito starci dentro al fine di creare le basi per un cambiamento radicale del sistema e dei rapporti verticali di potere che lo mantengono in vita. La sovversione è l’unica risposta.

Mylos

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

ilvatarantoTARANTO 4 MAGGIO

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Le capacità diagnostiche dell’IA ed il capitalismo dei big data

Il cammino dell’innovazione tecnologica è sempre più tumultuoso e rapido. Lo sviluppo in ambito di intelligenza artificiale è così veloce che nessun legislatore riesce a imbrigliarlo negli argini delle norme. Stai ancora ragionando sull’impatto di ChatGPT sulla società che è già pronto il successivo salto quantico tecnologico. da Malanova.info In un recente studio del 28 […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il cambiamento climatico è una questione di classe/1

Alla fine, il cambiamento climatico ha un impatto su tutti.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il coltello alla gola – Inflazione e lotta di classe

Con l’obiettivo di provare a fare un po’ di chiarezza abbiamo tradotto questo ottimo articolo del 2022 di Phil A. Neel, geografo comunista ed autore del libro “Hinterland. America’s New Landscape of Class and Conflict”, una delle opere che più lucidamente ha analizzato il contesto in cui è maturato il trumpismo, di cui purtroppo tutt’ora manca una traduzione in italiano.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Controsaperi decoloniali: un approfondimento dall’università

n questo momento storico ci sembra inoltre cruciale portare in università un punto di vista decoloniale che possa esprimere con chiarezza e senza peli sulla lingua le questioni sociali e politiche che ci preme affrontare. Sempre più corsi di laurea propongono lezioni sul colonialismo, le migrazioni e la razza, ma non vogliamo limitarci ad un’analisi accademica: abbiamo bisogno dello sguardo militante di chi tocca questi temi con mano.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Stati Uniti: soggetti e strategie di lotta nel mondo del lavoro

L’ultimo mezzo secolo di neoliberismo ha deindustrializzato gli Stati Uniti e polverizzato il movimento operaio.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’intelligenza artificiale. Problemi e prospettive

L’Ai attuale è una grande operazione ideologica e di marketing, confezionata per aumentare il controllo delle persone e restringere il margine di libertà digitale” (1) Intervista a Stefano Borroni Barale, da Collegamenti di Classe L’Intelligenza artificiale (Ai) è un tema oggi talmente di moda che persino il papa ha ritenuto indispensabile dire la sua sull’argomento. […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’enigma Wagenknecht

Dopo le elezioni regionali del Brandeburgo, il partito di Sahra Wagenknecht (BSW) ha confermato di essere una presenza consolidata nel panorama politico tedesco. di Giovanni Iozzoli, da Carmilla Il profilo stesso di questa aggregazione non autorizza la sua collocazione nel campo delle performance elettorali effimere o occasionali: le radici sociali sono solide e si collocano […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ribellarsi per la Palestina è possibile e necessario più di prima: una riflessione dal casello di Roma Ovest su sabato 5 ottobre e DDL 1660

Con questo articolo vogliamo proporre una riflessione sulla giornata di mobilitazione per la Palestina di sabato 5 ottobre a partire dall’esperienza di lotta e conflitto che abbiamo avuto come studentə e giovani di Pisa partitə con il pullman di Studentə per la Palestina, per arrivare a Roma.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il trattore torna al campo.. e adesso?

I primi mesi del 2024 sono stati segnati in molti paesi d’Europa dall’esplosione del cosiddetto “movimento dei trattori”.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Seconda edizione della Convocatoria Ecologista a Taranto

Chiamata da Taranto per la seconda edizione della Convocatoria ecologista che avrà luogo dall’1 al 3 settembre. Tre giorni per affrontare le lotte ecologiste attraverso una chiave intersezionale: il discorso decoloniale e transfemminista sarà cardine del confronto proposto durante le giornate tarantine.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

TARANTO: NUOVO OMICIDIO SUL LAVORO. MUORE UN OPERAIO AL PORTO, SCHIACCIATO DAL TELAIO

Nuovo omicidio sul lavoro. A Taranto Massimo De Vita, 45 anni, è morto mentre lavorava questa mattina, intorno alle ore 8, al quarto sporgente del porto di Taranto, schiacciato da un pesante telaio metallico. Sembra che il telaio si sia improvvisamente sganciato mentre veniva spostato da una nave che trasportava pale eoliche, nel corso delle […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

GENOVA: TERZA E LUNGA GIORNATA DI RABBIA OPERAIA ALL’EX ILVA DI CORNIGLIANO

A Genova si è chiusa solo nel tardo pomeriggio la lunga (e terza) giornata di lotta del migliaio di dipendenti ex Ilva di Cornigliano contro l’annunciata cassa integrazione ordinaria in assenza di crisi aziendale. In tarda mattinata i lavoratori, in corteo, sono arrivati sotto la Prefettura, con un contatto tra operai e polizia. Il corteo […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Taranto: eppur si chiude

Alessandro Marescotti spiega “dati causa e pretesto, le attuali conclusioni” della vicenda Ilva, a seguire link ad articoli di Marina Forti, Antonia Battaglia, Gruppo di Intervento giuridico, Medicina Democratica, un documentario di Arte.tv, un articolo del quotidiano Domani, vignetta di Staino Da La bottega del Barbieri Anatomia di un disastro ambientale – Alessandro Marescotti Questa condanna […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Ex-Ilva: tragedia sfiorata nell’acciaieria a pochi giorni dalla sospensione di due lavoratori per “eccesso di diritto di critica”

Ennesimo incidente, ennesima tragedia sfiorata allo stabilimento siderurgico AcerlorMittal di Taranto. Ieri alle 7:30 nel reparto di CCO/2 (colata continua dell’Acciaieria 2) è avvenuta un’esplosione in paniera che ha causato la fuoriuscita incontrollata di acciaio liquido, ed ha fatto spostare i pulpitini presenti sulla linea, senza per fortuna causare feriti tra i lavoratori presenti nel […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Taranto: “Daspo fuori contesto” per i supporters dell’Ardita Due Mari

“Daspo fuori contesto” per i supporters dell’Ardita Due Mari che lo scorso febbraio avevano contestato la visita di Salvini a Taranto. Tali decreti, adottati dalla digos di Taranto, vanno a colpire dritto al portafoglio dei denunciati. Erano i primi giorni di febbraio, quando il leader della Lega Matteo Salvini continuava il suo continuo tour elettorale. […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Arcelor Mittal: è sciopero contro l’arroganza padronale

Dall’altro ieri 18 maggio lavoratrici e lavoratori di Arcelor Mittal di Genova e Novi Ligure sono in stato di agitazione, contro l’improvvisa (a dir poco) decisione dell’azienda di ricorrere alla cassa integrazione: gli operai sono arrivati in fabbrica come tutti i giorni, ma il loro badge era disattivato, la cassa integrazione è partita e nessuno […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Da Taranto – Non sui nostri corpi!

Ripubblichiamo dal portale del C.U.A. di Bologna alcune considerazioni di uno studente tarantino fuorisede iscritto all’UniBo, riflessioni pensate a partire dal primo caso di Coronavirus registrato nello stabilimento ex Ilva-ArcelorMittal (TA). CHIUSURA IMMEDIATA DELL’EX ILVA E DI TUTTE LE FONTI CHE PRODUCONO SFRUTTAMENTO E PRECARIETA’, SOLIDARIZZANDO CON TUTTA LA COMUNITA’ SUBALTERNA, BASTA LAVORARE E MORIRE! […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Ilva: No alla licenza di uccidere

Per capire a pieno, e misurare, la dose d’”istinto criminale” che guida le grandi transnazionali corsare che navigano con spirito predatorio nel gran mare della globalizzazione, quello dell’Ilva di Taranto è davvero un caso esemplare. Di Marco Revelli per volerelaluna.it Lo “scudo penale” che pretende “l’Acquirente”, come condizione per restare è una vera e propria […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

ILVA: (quasi) tutti con ArcelorMittal per la libertà di uccidere

O siamo liberi di uccidere senza conseguenze, o questo business non ci interessa. E’ questa, in soldoni, la posizione di Arcelor Mittal sul tema del futuro dell’ILVA. Un affare multimilionario per la multinazione indiana, con un piccolo problema: ILVA è una fabbrica di morte. E quindi, se non sarà possibile uccidere senza complicazioni, ILVA chiuderà. […]