Il Mondo di Mezzo
Massimo Carminati
L’operazione “Mafia Capitale” condotta dalla procura di Roma sulla corruzione della politica, l’intreccio fascio – mafioso all’interno delle istituzioni romane, ha creato non poco scalpore all’interno dei palazzi, facendo traballare sulla poltrona l’attuale sindaco di Roma Ignazio Marino. Infatti due assessori PD, Mirko Corati e Daniele Ozzimo, rispettivamente presidente dell’assemblea capitolina e assessore alla casa, si sono dimessi dai propri incarichi perché indagati.
Tutto parte dall’indagine contro l’ex camerata dei Nar Massimo Carminati detto il Guercio. Seguendo il filo che collega vari personaggi, più o meno noti degli ambienti dell’ estrema destra romana, come ad esempio Antonio Lucarelli capo della segreteria di Alemanno, in passato portavoce di Forza Nuova, oppure Riccardo Mancini ex di Avanguardia Nazionale, finanziatore sempre del ex sindaco ri Roma Alemanno (anche lui indagato), si arriva al consorzio delle cooperative di Salvatore Buzzi legate al PD. I livelli di potere sul territorio, l’intreccio dei loro interessi, sono fra la criminalità organizzata e la struttura politica di gestione del territorio: appalti, servizi, gestione delle risorse, business dell’ accoglienza, fino ad arrivare all’amministrazione della raccolta rifiuti.
L’intervista a una compagna di Roma, qui sotto riportata e divisa in quattro parti, realizzata all’interno della trasmissione Conflitti Globali (Radio Blackout) descrive bene questo intreccio, costituito da fascisti, riciclati negli anni all’interno delle istituzioni romane, il loro rapporto con i vari politici di turno, la gestione e il controllo del territorio e gli affari che questo procura:
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L’operazione romana (con i suoi 37 arresti e il centinaio d’indagati) mette in luce l’esistenza d’un blocco di potere che va da volti storici dell’estrema destra romana, alla giunta Alemanno e alle cooperative in quota Partito Democratico. Un blocco di potere trasversale agli schieramenti politici (le intercettazioni “incastrano” collaboratori di Veltroni, di Alemanno e di Marino) che vede ex-membri dei NAR giocare il ruolo d’anello di congiunzione tra politica e mafia. Un fatto che sorprende poco coloro che vivono i territori di Roma – Fausto e Iaio nel 78 furono assassinati proprio per aver tentato di mettere in evidenza i legami tra criminalità organizzati e fascisti – trattandosi di una città che vive da sempre una gestione clientelare e emergenziale del territorio:
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Nel magma della politica, della corruzione e della criminalità organizzata, l’utilizzo, come mera manovalanza, di neofascisti ad uso e consumo dei poteri è “il mondo di mezzo in cui si incontrano tutti”. Fatti non nuovi per il territorio romano, come il caso Mokbel:
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La gestione del territorio, passa anche attraverso la creazione dell’emrgenzialità. I fatti di Tor Sapienza, l’emergenza Nord Africa del 2012, sono alcuni casi con i quali il controllo e gli affari sul territorio vengono in qualche modo, coperti dal “fattore straordinario” creato ad hoc dalle istituzioni:
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