InfoAut
Immagine di copertina per il post

Intelligenza artificiale e guerra: ieri Iraq oggi Ucraina

La discussione italiana sull’invio delle armi in Ucraina è tanto più surreale nel momento in cui, nel dibattito politico ufficiale e non, si parla di una guerra che non esiste più mimando una teatralità di discussione da primo novecento.

da Codice Rosso

Alla fine però la realtà emerge con forza e proprio nei giorni in cui il principale partito del centrosinistra aveva persino pensato, pure riuscendo a implodere al momento della decisione , di non votare i fondi per le munizioni all’Ucraina al parlamento europeo dopo aver votato l’invio delle armi al parlamento italiano.

La realtà porta il nome di Tiburtina Valley, distretto industriale romano, e la notizia è che proprio a Roma si fabbrica, su licenza svizzera, il sistema missilistico Oerlikon Skynex destinato all’Ucraina grazie a un sistema di triangolazioni che, secondo Il Messaggero, rende possibile un tipo di “delocalizzazione che permette di esportare l’arma verso l’Ucraina in guerra senza alcun impedimento”.

Qui ci sono due aspetti da evidenziare: il primo è che sulla procedura delle delocalizzazioni, che permette di esportare sistemi d’arma verso l’Ucraina, il dibattito politico, ufficiale e non, è in assoluto silenzio. Il secondo è che l’Italia non solo fornisce all’Ucraina i carri armati in disarmo, come documentato dai video che circolano sui social, ma partecipa anche ad armare la guerra contemporanea, quella che evolve.

Si tratta della guerra che oggi non è solamente ibrida, nella quale lo scontro del terreno è solo uno dei fattori che servono per vincere il conflitto, ma che ha anche subito un importante spostamento di asse. Lo spostamento che passa, per vincere il conflitto sul campo, dalla centralità dell’ammassamento e stoccaggio di soldati a quella della circolazione delle informazioni entro i sistemi tecnologici di armi (si veda il volume collettivo Information in War: Military Innovation, Battle Networks, and the Future of Artificial Intelligence, Georgetown University Press, 2022)

Insomma, per vincere la guerra i fattori fondamentali oggi sono due: sincronizzare gli eventi bellici, quelli che avvengono fuori dal campo con gli scontri sul terreno, e spostare l’asse la centralità degli scontri che avvengono a terra dall’ammassamento di truppe alla circolarità e della velocità di informazione entro sistemi tecnologici complessi.

In entrambi i casi, guerra ibrida e centralità della circolazione di informazione, l’intelligenza artificiale gioca un ruolo decisivo che non ha nulla a che vedere con un immaginifico processo di sterilizzazione del conflitto verso una guerra tra macchine. Il ruolo decisivo della AI porta invece verso nuovi, e più devastanti, livelli di distruzione materiale e umana entro una rivoluzione del mondo militare pari a quelle portate dall’invenzione della polvere da sparo e del nucleare.

Non a caso Foreign Policy, proprio durante il conflitto russo-ucraino che rappresenta un salto di qualità in questo genere di conflitto, si chiede come l’allarme su chat gpt , legato al pericolo di distruzione di posti di lavoro a causa dell’intelligenza artificiale, non sia ancora connesso, a livello di opinione pubblica con il pericolo, epocale, delle possibili distruzioni materiali provocate dalla AI nelle applicazioni militari.

Ma quali sono le origini di questa tipologia di conflitto legata all’intelligenza artificiale? Se è vero che gli USA sviluppano AI da settanta anni, se è anche vero che le rivoluzioni tecnologiche degli anni ’10 si sono rivelate decisive per definire la guerra di oggi, niente conta come la “sperimentazione” sul campo. In questo modo ogni guerra assume sia una dimensione propria che quella della sperimentazione per la guerra successiva.

Molto utile su questo tema il libro di Stefka Hristova Proto-Algorithmic War, dedicato alla sperimentazione della AI e delle piattaforme di logistica dedicata alla guerra durante l’occupazione Usa in Iraq. La Hristova ci spiega come l’Iraq abbia rappresentato una grande sperimentazione di larga scala su intelligenza artificiale e logistica del conflitto, trattamento dei dati, evoluzione dei criteri di classificazione e elaborazione dei sistemi automatici di arma. Va ricordato che l’Iraq per la NSA è stato anche il campo di sperimentazione delle tecniche di sorveglianza di massa della popolazione che si è poi “adattato” al furto, per motivi militari e di mercato, dei dati di 20 milioni di persone in Germania (vicenda conosciuta come scandalo Snowden). Detto questo, l’Iraq, in materia di AI ed evoluzione di strategie e tattiche di guerra, è stato il primo grande terreno della guerra contemporanea: terreno di sperimentazione di nuove tecnologie per risolvere il conflitto e per preparare i conflitti successivi.

Sulla vicenda Snowden in Italia, a suo tempo, si è posato subito il velo del silenzio perché, secondo secondo quanto messo a verbale dal Copasir, “gli americani hanno garantito che non ci sono state violazioni della privacy”. Eppure nonostante l’enormità dei fatti, se guardiamo a uno dei prodotti del laboratorio di guerra iracheno, lo spionaggio di massa di NSA, dallo stesso Snowden scopriamo, in una intervista al Guardian di questi giorni , che il livello di sorveglianza delle popolazioni di allora è “un giocattolo per ragazzi se paragonato alle tecnologie di oggi”.

Quest’evoluzione, in intensità ed estensione, delle tecnologie belliche e di sorveglianza, destinato, come per il caso NSA, a fare il salto di specie per applicazioni civili, ci ricorda il paradigma della guerra nel quale è immersa l’Ucraina oggi come lo era l’Iraq ieri.

Si tratta del paradigma che vuole le tecnologie come strumento di risoluzione del conflitto in corso ma anche come elemento di sperimentazione per quello successivo.  Paradigma che opera per sincronizzare gli eventi bellici, quelli che avvengono fuori dal campo,  spostare l’asse la centralità degli scontri che avvengono a terra dall’ammassamento di truppe alla circolarità e della velocità di informazione entro sistemi tecnologici complessi.

Come abbiamo visto la guerra iniettata di AI è persino più devastante delle guerre precedenti. Ma la grande novità è che nel momento in cui la AI è protagonista della guerra emerge, tramite il dibattito su chat gpt, la questione delle tecnologie che sfuggono di mano in ambito civile come in ambito militare. Anche qui l’Ucraina oggi, come l’Iraq ieri, è un terreno di sperimentazione. Se la politica vuol metterci mano deve entrare in questa dimensione altrimenti, assieme alla popolazione, può solo subire gli effetti, di breve e lungo periodo, dell’intreccio perverso tra AI e dinamiche di guerra

per codice rosso, nlp

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

guerraguerra in ucrainaintelligenza artificialetecnologia

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Sapere, potere e controllo della natura: l’intreccio tra tecnologia militare e accademia

Le diramazioni delle scienze e della tecnica sono sottili e articolate, bisogna seguirle e percorrerle per avere evidente il legame tra luoghi del sapere e luoghi di oppressione e guerra.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ma quale terra promessa? L’agricoltura offensiva coloniale in Cisgiordania

Il secondo tema che abbiamo affrontato è stato quello dell’agricoltura, dell’appropriazione della terra e dei campi e quindi delle modalità di riproduzione fondamentali da parte di Israele.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’energia come epicentro di colonizzazione, accaparramento e discriminazioni.

Proponiamo quindi il contenuto di uno dei dibattiti organizzati alle Università occupate del Politecnico di Torino e di Palazzo Nuovo, insieme a End Fossil.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Cos’è il Fascicolo Sanitario Elettronico e perché dovrebbe interessarci.

Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) rappresenta uno strumento che consente alle persone di monitorare e visualizzare l’intera cronologia delle proprie condizioni di salute.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Cosa è andato storto nel capitalismo?

Questa è una brutta notizia per Sharma, forte sostenitore del capitalismo. Cosa è andato storto?

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Fasciarsi la testa. Appunti sulle elezioni europee

Tutte e tutti a fasciarsi la testa, adesso. Però siamo ancora vivi.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Dalla colonia, alla fabbrica, ai quartieri popolari: l’antirazzismo politico in Francia. Intervista a Said Bouamama

Abbiamo realizzato questa intervista a Said Bouamama ad aprile 2024 durante il Festival Altri Mondi – Altri Modi tenutosi al centro sociale Askatasuna a Torino, quando il movimento per la Palestina, perlomeno a Torino, era in una fase diversa, potremmo dire agli albori, da quella che sta attraversando in questi mesi.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La mappa degli impatti e dei conflitti delle Terre Rare. Sfide per una transizione verde e digitale

La Rare-Earth Elements Impacts and Conflicts Map documenta i processi controversi che si svolgono nelle catene di fornitura degli elementi delle Terre Rare (REE): siti di estrazione, lavorazione e riciclo.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Dalla Francia all’Italia, la terra si ribella

Domenica 12 maggio una delegazione del movimento francese Soulèvements de la Terre era a Roma per incontrare altri movimenti ecologisti e invitare alle prossime mobilitazioni. Un racconto a più voci di un importante momento di scambio.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’Europa morirà americana?*

Qual è oggi lo stato dei rapporti transatlantici nel quadro del conflitto ucraino e sullo sfondo del montante scontro Usa/Cina?

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Eni: basta finanziare guerre

ENI e Ithaca Energy si uniscono per produrre oltre 100mila barili di petrolio al giorno nel Mare del Nord. Peccato che la britannica Ithaca Energy sia controllata per l’89% dalla israeliana Delek Group, nella lista nera dell’ONU per operazioni nei Territori Palestinesi occupati illegalmente.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Un sospiro di sollievo, nient’altro

Più che la vittoria dimezzata, per quanto in parte sorprendente, della sinistra in Francia ciò che c’è possiamo festeggiare è la sconfitta del Rassemblement National. Una sconfitta chiara, ed una buona notizia nel breve termine, ma che, dopo aver tirato un sospiro di sollievo, ci costringe a porci diverse domande.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Italia: l’aeronautica militare e la marina nell’Indo-Pacifico. Continua l’investimento nell’ambito bellico

L’Aeronautica Militare va nell’Indo-Pacifico con un consistente numero di aeromobili e personale per partecipare all’esercitazione Pitch Black 2024 in Australia, alla Rising Sun 24 in Giappone, nonché per addestrarsi insieme alla Marina Militare in mare aperto.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Lettera di Luigi dal carcere: “Lottare per un mondo senza colonizzatori e sfruttatori”

Vi scrivo queste righe sull’onda del disgusto provocato dallo star seguendo la campagna mediatica delle ultime settimane sulle elezioni europee.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele affonda lentamente nella crisi istituzionale

In pochi giorni abbiamo assistito ad un botta e risposta tra esercito e governo israeliano sulle pause tattiche. Oggi Netanyahu ha annunciato lo scioglimento del gabinetto di guerra.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Dentro e fuori il G7. Il bilancio del contro-vertice e l’esito (debole) del documento finale

Si è chiuso il meeting in Puglia del G7 presso il resort di lusso di Borgo Ignazia, alla presenza delle elitè mondiali: al tavolo i leader di Italia (che l’ha presieduto), Francia, Germania, Stati Uniti, Giappone, Canada e Gran Bretagna.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: sale la tensione al confine. Israele vuole allargare il fronte

“Siamo pronti ad un’azione molto forte nel nord”, ha detto il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, che questa mattina ha visitato Kiryat Shmona, dove ieri sono divampati gli incendi dopo il lancio di droni di Hezbollah dal Libano.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

DA CHE PARTE STAI? Per la fine immediata delle 23 misure cautelari contro compagne e compagni di Bologna

Dal 4 giugno 23 persone, attive nei movimenti sociali di Bologna, sono sottoposte a misure cautelari, 13 di loro hanno ricevuto un divieto di dimora, ossia il divieto di poter entrare in città.