InfoAut
Immagine di copertina per il post

La città e la metropoli

||||

 

Sesto contributo dei materiali preparatori per il convegno del 3 ottobre a Bologna organizzato dal Laboratorio Crash! intitolato “Città, spazi abbandonati, autogestione” (qui la call, qui i precedenti scritti di Pietro SaittaPietro SaittaPietro SaittaPietro SaittaGennaro AvalloneUgo RossiHenri Lefebvre e Salvatore Palidda). Riprendiamo questa breve traccia di dieci anni fa elaborata da Giorgio Agamben. Chi volesse contribuire al dibattito inviando dei testi può mandarli a conferenzacrash@gmail.com e verranno pubblicati su Infoaut prima dell’iniziativa in modo da arricchire la discussione. Ricordiamo inoltre che l’invito è a presentare brevi abstract di interventi per costruire il programma delle due sessioni del convegno.

 

La città e la metropoli

 

Permettetemi di cominciare con qualche ovvia considerazione sul termine “metropoli”. Esso significa in greco “città-madre” e si riferisce al rapporto fra la polis e le sue colonie. I cittadini di una polis che partivano per fondare una colonia erano, come si diceva, in apoikia – letteralmente in “allontanamento dalla casa”- rispetto alla città, che, nella sua relazione alla colonia, veniva allora chiamata metropolis , città-madre. Questo significato del termine è rimasto fino ai nostri giorni per esprimere il rapporto fra il territorio della patria, definito appunto metropolitano, e quello delle colonie.

Il termine metropoli implica quindi la massima dis-locazione territoriale e, in ogni caso, un’essenziale disomogeneità spaziale e politica, qual è appunto quella che definisce il rapporto città-colonie. Ciò fa nascere ben più di un dubbio sull’idea corrente di metropoli come tessuto urbano continuo e relativamente omogeneo. L’isonomia spaziale e politica che definisce la polis è, almeno in via di principio, estranea all’idea di metropoli.

In questa comunicazione mi servirò, pertanto, del termine “metropoli” per designare qualcosa di sostanzialmente eterogeneo rispetto a ciò che siamo abituati a chiamare chiamiamo città. Vi propongo, cioè, di riservare il termine metropoli al nuovo tessuto urbano che si viene formando parallelamente ai processi di trasformazione che Michel Foucault ha definito come passaggio dal potere territoriale dell’ Ancien régime al biopotere moderno, che è, nella sua essenza, un potere governamentale.

Ciò significa che, per capire che cos’è una metropoli, è necessario comprendere il processo che, a partire dal sec.XVIII, porta progressivamente il potere ad assumere la forma di un governo degli uomini e delle cose, o, se volete, di una “economia” (quando il termine “economia” fa la sua apparizione nelle teorie politiche dell’illuminismo, esso significa essenzialmente “governo”. L’esordio dell’articolo di Rousseau del 1755 sull’Economia politica nell’Enciclopedie è perfettamente chiaro in proposito: “Prego i miei lettori “ egli scrive “di distinguere con cura l’economia pubblica che è qui in questione e che io chiamo governo, dall’autorità suprema, che chiamo sovranità”). Una prima definizione che vi propongo è che la metropoli è il dispositivo, o l’insieme dei dispositivi, che si impone sulla città quando il potere assume la forma di un governo degli uomini. La città cessa allora di essere, com’era nel sistema feudale e ancora nell’Ancien régime, un’eccezione rispetto ai grandi poteri territoriali, eccezione il cui paradigma era la “città franca”, e diventa il luogo per eccellenza della nuova figura economico-governamentale del potere.

Non vi è quindi crescita e sviluppo dell’antico modello di città, ma una sorta di rottura storica e epistemologica che coincide con l’instaurarsi di un nuovo paradigma, i cui caratteri si tratta di analizzare. Una prima costatazione è che si assiste qui innanzitutto al progressivo tramonto del modello della polis incentrato essenzialmente sulla dimensione pubblica e politica. Benché la città abbia cercato di difendere come ha potuto la sua originaria natura di organismo politico (e questa resistenza ha prodotto ancora in tempi relativamente recenti episodi di straordinaria intensità politica), è certo però che, nella nuova spazializzazione metropolitana, è all’opera una tendenza de-politicizzante, il cui esito estremo è la creazione di una zona di assoluta indifferenza fra privato e pubblico. Questa neutralizzazione dello spazio urbano è oggi un fatto a tal punto acquisito, che non ci si meraviglia che le piazze e le strade delle città siano trasformate dalle videocamere in interni di un’immensa prigione.

In Sorvegliare e punire, Michel Foucault ha provato a definire il nuovo ordine disciplinare del potere attraverso la convergenza di di due paradigmi, che fin allora erano rimasti distinti: la lebbra e la peste. Vorrei servirmi di questo schema foucaldiano per precisare la mia descrizione dello spazio urbano della modernità.

Il paradigma della lebbra è quello dell’esclusione: si tratta di mettere i lebbrosi fuori della città, di creare una netta divisione fra il fuori e il dentro. L’ideale è qui quello della comunità pura, che costituisce il modello di quello che Foucault chiama il Grand Enfermement. La peste dà luogo a un paradigma completamente diverso. Poiché lo scoppio dell’epidemia rende impossibile escludere gli appestati, si tratterà allora di dividere, sorvegliare e controllare in ogni quartiere ogni strada, in ogni strada ogni casa, e in ogni casa ogni famiglia, i cui membri sono preventivamente registrati. Ogni strada è posta sotto l’autorità di un sindaco, che ne ha la sorveglianza. Nel giorno stabilito, ogni famiglia deve chiudersi nella sua casa, con proibizione di uscirne sotto pena della vita. Circolano soltanto i soldati, i medici e i becchini, a cui è affidato il compito di una sorveglianza e di una registrazione permanente. All’interno della città, le zone sono distinte e articolate secondo l’intensità dell’epidemia, le disinfezioni e le quarantene. Mentre il lebbroso è preso in una pratica di esclusione e di rigetto, l’appestato è incasellato, sorvegliato, controllato e curato attraverso un sistema complesso, in cui le differenziazioni individuali sono effetto di un potere che si moltiplica, si articola e si suddivide. “La lebbra e la sua separazione; la peste e le sue ripartizioni. L’una è marchiata, l’altra, analizzata e suddivisa. Esiliare il lebbroso e arrestare la peste non comportano lo stesso sogno politico. L’uno è quello di una comunità pura, l’altro quello di una società disciplinata. Due maniere di esercitare il potere sugli uomini, di controllare i loro rapporti, di sciogliere i loro pericolosi intrecci”.

Secondo Foucault, il potere politico della modernità risulta dalla convergenza e dalla sovrapposizione di questi due paradigmi. Si tratta di trattare i lebbrosi come appestati e gli appestati come lebbrosi, di proiettare lo spazio articolato e distribuito delle discipline sullo spazio semplice dell’internamento, di individualizzare gli esclusi e di servirsi dei processi di individualizzazione per determinare le esclusioni. Il risultato è la sovrapposizione sulle opposizioni binarie secche (del tipo: inclusione/esclusione; sano/malato; normale/anormale) di una serie di ripartizioni differenziali, di stretegie e di dispositivi volte a soggettivare, a individualizzare e controllare i soggetti.

Se applichiamo questo duplice paradigma allo spazio urbano, abbiamo un primo schema per la comprensione del nuovo spazio metropolitano dell’occidente. Si tratta di uno schema complesso, al cui interno i dispositivi semplici di esclusione e divisione (del tipo “lebbra”) convivono con un’articolazione complessa degli spazi e dei loro abitanti (del tipo “peste”), al fine di produrre un governo globale degli uomini e delle cose. L’esperimento forse più esemplare ed estremo di un tale governo globale dello spazio urbano è avvenuto a Genova nel luglio 2001 in occasione del G8. Un’ ordinanza prefettizia distingue nella città zone differenziati: 1) zone rosse di massima sorveglianza, dove, con qualche limitata eccezione, vige il divieto di accesso e di sosta veicolare e i cittadini residenti sono registrati; 2) zone gialle , nella quale sono vietate le pubbliche manifestazioni, il volantinaggio, il transito e la sosta in prossimità di certi luoghi ed edifici.

Con una successiva ordinanza, vengono classificati in blocchi distinti (rosa, giallo, blu e nero) secondo la presunta pericolosità i manifestanti. Dispositivi tradizionali di esclusione, come i cancelli, i muri e i marchi colorati (il giallo è il marchio degli appestati, oltre che quello degli ebrei) si trasformano in dispositivi più complessi, volti a controllare i flussi e ad articolare e distinguere gli individui.

L’esempio di Genova durante il G8 è, naturalmente, eccezionale; ma l’esperienza insegna che è a partire dalla situazione eccezionale che si sperimentano e mettono in opera i dispostivi di governo che diventeranno normali. Alessandro Petti, in un libro recente ( Arcipelaghi e enclave ) ha mostrato che esperimenti di controllo globale dello spazio, basati sulla frammentazione, sul controllo dei flussi e sulla creazione di spazi di eccezione, si verificano non solo nelle città e nei villaggi in Israele e nei territori occupati, ma anche nei nuovi progetti di urbanistica di lusso off-shore, come The world o The Palm Island a Dubai, i cui architetti speriamo che un giorno saranno sottoposti a processo come i medici di Auschwitz.

La metropoli è, dunque lo spazio che risulta da questa serie complessa di dispositivi di controllo e di governo. Ma ogni dispositivo implica necessariamente un processo di soggettivazione, e ogni processo di soggettivazione implica una possibile resistenza, un possibile corpo a corpo col dispositivo in cui l’ individuo è stato catturato o si è lasciato catturare. Per questo, se si vuole comprendere una metropoli, accanto all’analisi dei dispostivi di controllo, di distribuzione e di governo degli spazi, è necessario conoscere e indagare i processi di soggettivazione che questi dispositivi necessariamente producono. È perché una tale conoscenza manca o è insufficiente, che i conflitti metropolitani appaiono oggi così enigmatici. Poiché la possibilità e l’esito di tali conflitti dipenderà, in ultima analisi, dalla capacità di intervenire sui processi di soggettivazione non meno che sui dispostivi, per portare alla luce quell’Ingovernabile che è l’inizio e, in sieme, il punto di fuga di ogni politica.

 

Posse, Novembre 2007

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

metropoli

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Le capacità diagnostiche dell’IA ed il capitalismo dei big data

Il cammino dell’innovazione tecnologica è sempre più tumultuoso e rapido. Lo sviluppo in ambito di intelligenza artificiale è così veloce che nessun legislatore riesce a imbrigliarlo negli argini delle norme. Stai ancora ragionando sull’impatto di ChatGPT sulla società che è già pronto il successivo salto quantico tecnologico. da Malanova.info In un recente studio del 28 […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il cambiamento climatico è una questione di classe/1

Alla fine, il cambiamento climatico ha un impatto su tutti.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il coltello alla gola – Inflazione e lotta di classe

Con l’obiettivo di provare a fare un po’ di chiarezza abbiamo tradotto questo ottimo articolo del 2022 di Phil A. Neel, geografo comunista ed autore del libro “Hinterland. America’s New Landscape of Class and Conflict”, una delle opere che più lucidamente ha analizzato il contesto in cui è maturato il trumpismo, di cui purtroppo tutt’ora manca una traduzione in italiano.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Controsaperi decoloniali: un approfondimento dall’università

n questo momento storico ci sembra inoltre cruciale portare in università un punto di vista decoloniale che possa esprimere con chiarezza e senza peli sulla lingua le questioni sociali e politiche che ci preme affrontare. Sempre più corsi di laurea propongono lezioni sul colonialismo, le migrazioni e la razza, ma non vogliamo limitarci ad un’analisi accademica: abbiamo bisogno dello sguardo militante di chi tocca questi temi con mano.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Stati Uniti: soggetti e strategie di lotta nel mondo del lavoro

L’ultimo mezzo secolo di neoliberismo ha deindustrializzato gli Stati Uniti e polverizzato il movimento operaio.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’intelligenza artificiale. Problemi e prospettive

L’Ai attuale è una grande operazione ideologica e di marketing, confezionata per aumentare il controllo delle persone e restringere il margine di libertà digitale” (1) Intervista a Stefano Borroni Barale, da Collegamenti di Classe L’Intelligenza artificiale (Ai) è un tema oggi talmente di moda che persino il papa ha ritenuto indispensabile dire la sua sull’argomento. […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’enigma Wagenknecht

Dopo le elezioni regionali del Brandeburgo, il partito di Sahra Wagenknecht (BSW) ha confermato di essere una presenza consolidata nel panorama politico tedesco. di Giovanni Iozzoli, da Carmilla Il profilo stesso di questa aggregazione non autorizza la sua collocazione nel campo delle performance elettorali effimere o occasionali: le radici sociali sono solide e si collocano […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ribellarsi per la Palestina è possibile e necessario più di prima: una riflessione dal casello di Roma Ovest su sabato 5 ottobre e DDL 1660

Con questo articolo vogliamo proporre una riflessione sulla giornata di mobilitazione per la Palestina di sabato 5 ottobre a partire dall’esperienza di lotta e conflitto che abbiamo avuto come studentə e giovani di Pisa partitə con il pullman di Studentə per la Palestina, per arrivare a Roma.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il trattore torna al campo.. e adesso?

I primi mesi del 2024 sono stati segnati in molti paesi d’Europa dall’esplosione del cosiddetto “movimento dei trattori”.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

(Free Download) “Il campo di battaglia urbano. Trasformazioni e conflitti dentro, contro e oltre la metropoli”

A un anno dalla sua uscita, rendiamo disponibile gratuitamente il libro “Il campo di battaglia urbano. Trasformazioni e conflitti dentro, contro e oltre la metropoli” a cura del Laboratorio Crash! di Bologna.    Il volume, che sarà discusso nel contesto dell’evento Périphérique a Ex Centrale a Bologna giovedì 1 ottobre, uscito per la casa editrice […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La socializzazione dei saperi nella lotta per il diritto alla città

Riprendiamo la recensione di Francesco Festa uscita su Il Manifesto al libro “Il campo di battaglia urbano. Trasformazioni e conflitti dentro, contro e oltre la metropoli” del Laboratorio Crash edito da Red Star Press A qualunque livello lo si consideri, il capitalismo è un sistema di produzione dello spazio: modella i luoghi e ne trasforma […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La barricata mobile delle resistenze urbane

Riprendiamo la recensione di Fabio Ciabatti uscita su Carmilla al libro “Il campo di battaglia urbano. Trasformazioni e conflitti dentro, contro e oltre la metropoli” edito dal Laboratorio Crash (Red Star Press, 2019).   “Il cittadino e l’abitante della città sono stati dissociati”, sostiene Henri Lefebvre in uno dei suoi ultimi scritti. Di fronte a […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La metropoli come processo: transizione urbana e produzione di soggettività

Riprendiamo da Connessoni Precarie un contributo proposto il 10 ottobre quando il Laboratorio Crash e il Collettivo Universitario Autonomo hanno organizzato alla Facoltà di Filosofia dell’Università di Bologna la presentazione del libro Il campo di battaglia urbano. Trasformazioni e conflitti dentro, contro e oltre la metropoli (Red Star Press 2019). Quello che segue è l’intervento di Felice Mometti che è […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il campo di battaglia urbano. Trasformazioni e conflitti dentro, contro e oltre la metropoli

È uscito per Red Star Press il libro a cura del Laboratorio Crash! “Il campo di battaglia urbano. Trasformazioni e conflitti dentro, contro e oltre la metropoli”. Riportiamo in seguito l’indice e l’introduzione al volume.   Il libro si può acquistare presso l’editore oppure, sia per avere delle copie che per organizzare delle discussioni sul testo, si […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Per una critica della città globalizzata: l’ebook del convegno

In occasione di “Périphérique! Festival su metropoli, periferie, conflitti” pubblichiamo qui l’ebook contenente materiali preparatori ed atti del convegno “Per una critica della città globalizzata“, tenutosi al Laboratorio Crash di Bologna lo scorso 30 e 31 maggio e scaricabile qui. E’ parte di un percorso di riflessione e dibattito sulle grandi trasformazioni metropolitane contemporanee iniziato con […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Dentro i panorami dell’urbanizzazione planetaria – Diritto alla città #1

Sbobinatura di un intervento tenuto a “Il diritto alla città #1” il 17 ottobre 2018 presso il MACRO (Museo d’Arte Contemporanea Roma). Qui è possibile scaricarne il pdf.   Quello che mi è stato chiesto di fare è l’inquadrare la città in uno scenario più ampio, e quindi vorrei partire da due immagini. La città […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Tra contropotere territoriale e potere statuale: la posta in palio del presente

Testo di riflessione e commento sul convegno “Per una critica della città globalizzata” della scorsa settimana scritto da Emilio Quadrelli, discussant della prima giornata e autore di altri due contributi preparatori al convegno: “Territori subalterni e città globalizzate. Per una critica partigiana dello spazio urbano” e “Il più bel sobborgo di Milano. Il laboratorio postcoloniale […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il più bel sobborgo di Milano. Il laboratorio postcoloniale genovese

Contributo per il dibattito del convegno “Per una critica della città globalizzata” inviatoci da Emilio Quadrelli, che farà da discussant per la sessione di mercoledì 30 maggio alle 18 chiamata “Conflitti sociali nella città globalizzata. Il territorio e il politico oggi. Nodi e lineamenti di dibattito tra spazi occupati e inchiesta metropolitana”.   La zona abitata dai colonizzati non […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Materiali preparatori al convegno “Per una critica della città globalizzata”

Ripubblichiamo tutti gli articoli usciti su Infoaut come materiali preparatori al convegno “Per una critica della città globalizzata” del 30 e 31 maggio (qui il programma), organizzato a partire da un precedente convegno dal quale era scaturito l’ebook “Città, spazi abbandonati, autogestione” (scaricabile qui). Qui si può ascoltare la presentazione del convegno fatta su Radio […]