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L’America si (ri)scopre vulnerabile

Un’America che pensava di aver archiviato l’incubo del “terrorismo” con l’uccisione di Osama Bin Laden, si risveglia dal torpore e riscopre di essere odiata. Non c’è solo una crisi economica che per ora stanno pagando i poveri di casa e quelli dell’Europa (quelli del resto del modo la pagano da sempre). Più in fondo ci sono tante guerre e tante occupazioni indesiderate a stelle e strisce in molti luoghi “caldi” del pianeta.

Non sappiamo ancora se dietro questi attentati ci sia Al-Qaeda o qualche suo emulo (assai probabile) o qualche suprematista bianco incazzato (non del tutto impossibile) o ancora uno dei tanti scoppiati (burn out) che ciclicamente fanno qualche strage armati fino ai denti (più improbabile). Non sappiamo neanche se questo nuovo attacco al cuore degli States verrà sfruttato per risolvere la crisi nord-coreana o atrezzare una campagna d’opinione mondiale contro la Siria o l’Iran…

Sappiamo solo che, un mese sì e un altro pure, un drone americano uccide in Afghanistan 10 volte le vittime che il mondo si sente oggi obbligato di piangere (il rapporto è più alto se si pensa alle vittime bambine). E notiamo di sfuggita anche che 27 persone hanno perso oggi la vita in attentati che sono la conseguenza di una guerra a stelle e strisce e della conseguente, decennale, occupazione militare. Ma, appunto, le morti non sono tutte uguali… e il razzismo occidentalocentrico non perde occasione di mostrarsi per quel che è.

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