InfoAut
Immagine di copertina per il post

Primo maggio a Milano. Quella rabbia incontrollabile che fa paura alla sinistra italiana ed al cittadino comune

A Milano probabilmente il tentativo di divisione si è arricchito di un nuovo elemento, la rabbia diffusa, che per molti è inaccettabile in quanto emblema di un fallimento delle proprie strutture politiche di riferimento. Non è un caso che le stroncature ed i giudizi più pesanti nei confronti delle pratiche di lotta espresse in piazza a Milano vengano proprio da “sinistra”. Una sinistra in perenne crisi di identità e largamente contagiata dalla piaga del savianopensiero che, in linea con una pluridecennale tradizione socialdemocratica, da del fascista a chiunque abbia idee e pratiche diverse dalle sue larghissime vedute. A giudicare da alcuni commenti o pareri che si possono leggere qua e là sembra che sia inaccettabile per loro l’esistenza stessa di quella rabbia diffusa, sopra citata, ed il fatto che stia cercando di emergere in maniera del tutto autonoma in un blocco anticapitalista sempre più compatto e numeroso. Una nuova soggettività collettiva che renderebbe inutile ed invendibile qualsiasi favoletta elettorale.

Provando ad analizzare dall’interno la giornata del primo maggio a Milano sicuramente, come già detto, ci sono dei punti critici sui quali bisognerà lavorare. Come sempre non mancano gli inviti a dissociarsi dai danneggiamenti e dagli atti di teppismo. Sembra quasi che qualche auto in fiamme o vetrina rotta siano un danno maggiore rispetto a quello prodotto da Expo, con i suoi costi/sprechi che gravano su tutti i cittadini. Analogamente la violenza che ogni giorno si abbatte sulle nostre vite, sulle vite delle migliaia di giovani che lavoreranno gratuitamente per i sei mesi di Expo e sulle vite di tutti quei cittadini modello che si dicono indignati è ritenuta meno grave di una legittima manifestazione di rabbia. Sia chiaro, qui non si intende affermare che l’incendio di un auto possa ribaltare un intero modello di sviluppo basato su sfruttamento e precarizzazione del mondo del lavoro (ormai sinonimo di schiavitù). La violenza, se proprio la si vuole chiamare così, non è un fine, semmai un mezzo. Un mezzo per sopravvivere e rispondere alle violenze (quelle vere) quotidiane che ti spingono ad occupare una casa e provare ad emanciparti da un precariato esistenziale a tempo indeterminato spingendoti anche al di fuori del recinto della legalità. Detto ciò, il punto su cui bisognerà lavorare sarà proprio la comunicazione, all’interno e verso il mondo esterno. Qualcuno afferma che il rischio è quello che passino in secondo piano mesi di studio e lavoro di preparazione alla contestazione di Expo, anche se in realtà è almeno dal 2009 che è in moto una macchina che giorno per giorno ha prodotto informazione contro tutto ciò che girava intorno al grande evento. E bisognerà lavorare ancora tanto per tenere al centro del dibattito queste rivendicazioni. Ma il punto di partenza fondamentale sarà far capire al cittadino modello che non è la rabbia il problema, ma chi negli anni l’ha generata. Che sarebbe miope cercare di combatterla quella rabbia perché, ammesso che questo porti a liberarsi da essa, vivremo comunque tutti in una condizione di sfruttamento perenne. E questo lavoro può essere fatto soltanto rispedendo al mittente i vari inviti a dissociarsi, promossi da coloro che hanno discutibili alleati di governo in Parlamento come nelle pubbliche amministrazioni. Non cercando, dall’interno del nostro mondo, di spegnere o tenere sotto controllo quel sentimento umano che ti spinge ad azioni forti. Chiudere in uno spezzone o in una linea dettata dall’alto chi, giustamente, avrebbe voluto prendere parte alle azioni diffuse per le strade di Milano non è molto differente dalla politica che quotidianamente combattiamo con le nostre pratiche di autogestione. Prendere le distanze per tenere al sicuro le battaglie all’interno delle proprie micro realtà produce leaderismo ed autoreferenzialità. Logiche del tutto estranee al mondo dei movimenti. Sicuramente è giusto far presente che l’azione simbolica priva di un obbiettivo politico è fine a se stessa, diventa “danneggiamento” o “teppismo” per i più. Altro significato avrebbe avuto di certo provare a violare la zona rossa. Ma le spaccature per evitare di “cadere nel trappolone mediatico” non hanno senso. Risulta, inoltre, chiarissimo che ci sia stata una gestione dell’ordine pubblico studiata a regola d’arte per sbattere il mostro in prima pagina. Ma parliamoci chiaro, quando mai è successo che una sfilata colorata e pacifica abbia attratto l’attenzione dei media? Quando abbiamo deciso che fosse necessario risultare simpatici ai complici delle stesse strutture di potere che ogni giorno combattiamo? E, soprattutto, in quale occasione precisamente la stampa servile ha dato risalto alle nostre giuste rivendicazioni ed ai nostri lavori di studio per contestare grandi eventi e grandi opere inutili?

A Milano non si è trattato di “qualche violento”, ma di un intero blocco che ha resistito simbolicamente ed attuato pratiche di lotta diffuse nelle strade della città, di una piazza eterogenea in cui trovavano posto le varie istanze di lotta territoriali e l’esasperazione di chi vive la precarietà quotidiana come un lento ed inesorabile soffocamento. A Milano non si è combattuta la battaglia campale tra i movimenti e ed uno stato di cose inaccettabili, ma Milano dev’essere un punto di partenza, soprattutto, con tutte le sue criticità e cercando di non cancellare i pochi punti di forza a causa di una lettura miope della realtà.

Collettivo Exit

da Exit Media

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

MilanoPrimo Maggio

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Trump all’attacco dell’America Latina con la scusa della “guerra alla droga”

La tensione nei Caraibi ed in America Latina si fa sempre più alta. Alcune note per comprendere quanto sta succedendo.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Gaza, un futuro di controllo della AI che ci riguarda

Se andiamo a leggere i piani di controllo dell’ordine pubblico prefigurati per la nuova amministrazione di Gaza, vediamo come questi convergano sulla previsione di un modello di sicurezza basato sull’integrazione di Intelligenza Artificiale (IA), robotica avanzata e sorveglianza aerea.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Un opuscolo su riarmo, genocidio e logistica della guerra

Ripubblichiamo un opuscolo realizzato dall’assemblea cittadina torinese STOP RIARMO.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Colonialismo accelerato: un piano contro la Palestina

Qual è la logica del piano Trump su Gaza? La costruzione di spazio meticolosamente controllato e depoliticizzato, cioè pacificato, per la circolazione, il consumo e la produzione del capitale.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il bluff dell’ intelligenza artificiale

Perché la bolla speculativa è solo la punta dell’iceberg di un piano per consolidare il potere.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’ottavo fronte: la Cupola di Ferro Digitale di Israele e la battaglia narrativa

Mentre i suoi militari bombardano Gaza, nonostante l’accordo per un cessate il fuoco, Tel Aviv lancia un’offensiva parallela su internet volta a mettere a tacere le narrazioni della Resistenza, manipolare le percezioni globali e riprogettare la memoria digitale dei suoi Crimini di Guerra.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ecocidio, imperialismo e liberazione della Palestina/1

La devastazione di Gaza non è solo genocidio, ma anche ecocidio: la distruzione deliberata di un intero tessuto sociale ed ecologico.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Perché Trump vuole “salvare” Milei

Swap multimilionario del Tesoro Usa in cambio dell’impegno a cacciare la Cina dall’Argentina. Sospetti di fuga di fondi speculativi.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Perché la Silicon Valley sostiene Trump

Nei racconti della Silicon Valley scritti da sé medesima, tutti disponibili in rete o in libreria, si legge di un capitalismo eccezionale, guidato da uomini fuori dal comune.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Lo storico israeliano Avi Shlaim ha abbandonato il sionismo molto tempo fa. Ora è al fianco di Hamas

Shlaim, dell’Università di Oxford, sostiene che Hamas incarna la resistenza palestinese e si allontana persino dai suoi colleghi più radicali.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Milano: non passa la mozione per interrompere il gemellaggio con Tel Aviv. Proteste dentro il consiglio comunale, cariche fuori

A Milano proteste dentro e fuori il consiglio comunale: a Palazzo Marino passa il voto con la maggioranza di 22 a 9 (3 gli astenuti) contro la mozione che chiedeva l’interruzione del gemellaggio con Tel Aviv.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Fuori dalla metropoli. Quaderno di lavoro su lotta per la casa e capitale immobiliare

Una lettura necessaria per ragionare sulla militanza e le lotte sociali fuori dai grandi conglomerati urbani.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Comunicato di solidarietà all3 compagn3 fermate il 22 settembre a Milano: Ettore e Mina liber3 subito!

Ripubblichiamo il comunicato di solidarietà nei confronti di Ettore e Mina, ora agli arresti domiciliari a Milano scritto e pubblicato dal coordinamento cittadino Torino per Gaza

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Appunti di lotta da Milano

Riflessioni di fine estate. Ci sembra necessario un momento analitico per riuscire a navigare le correnti agitate che stanno attraversando il paese e in particolare la nostra città, dalla fine di agosto a questa parte. Oggi più che mai occorre opporsi alla generale intimidazione preventiva delle lotte che tenta di far cadere i gruppi autorganizzati […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Sullo sciopero generale del 22 settembre una giornata di resistenza e lotta – Milano

Il 22 settembre, in occasione dello sciopero generale nazionale, le piazze di diverse città italiane sono state attraversate da movimenti di massa che hanno dato vita a cortei, scioperi, blocchi e boicottaggi contro la macchina bellica, in solidarietà con il popolo palestinese e contro il genocidio. È stata una giornata fondamentale nella ricomposizione di un […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Sullo sgombero del Leoncavallo

I “centri sociali” sono luoghi dove persone giovani e meno giovani si riprendono il senso dell’esistenza, si riprendono i loro desideri, non sono (o non dovrebbero essere) ambiti in cui una generazione ripiegata su se stessa cerca consolazione alle proprie sfighe.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Milano: sgombero contro lo Spazio Pubblico Autogestito Leoncavallo

Sgombero nella mattinata di giovedì 21 agosto 2025 per lo Spazio Pubblico Autogestito Leoncavallo di Milano, esperienza autogestita attiva nel capoluogo lombardo da mezzo secolo esatto.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Urbanistica: cosa hanno in comune Milano e Torino?

Fa notizia in questi giorni (finalmente!) come una giunta sedicente di sinistra abbia stravolto la città di Milano, ma in realtà non molto diversa è la situazione di quell’altra metropoli del nord che è Torino.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Milano: urbanistica, speculazione e stratificazione di classe

Mettiamo per un attimo da parte gli aspetti corruttivi dell’intricata vicenda che vede coinvolti imprenditori, architetti, assessori e dipendenti comunali.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Più conflitti, meno conflitti di interesse

“Le mie mani sono pulite” ha detto il sindaco Sala nella seduta del consiglio comunale dove ha sacrificato il suo capro – l’assessore all’urbanistica Tancredi, coinvolto nelle indagini della procura milanese su alcuni (parecchi) progetti di trasformazione urbana.