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Report dell’assemblea nazionale di Torino. #civediamolundici

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I due interventi di apertura che hanno proposto un’analisi della fase politica attuale (soprattutto alla luce dell’ultima tornata elettorale) e messo al vaglio dell’assemblea una serie di proposte e idee sulla costruzione delle giornate di lotta di luglio e sul percorso di avvicinamento alla mobilitazione.

L’intervento di Germana:

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L’intervento di Francesca:

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L’intervento di Nicola del Movimento di lotta per la casa di Roma, che si apre con il saluto e la solidarietà a Luca e Paolo, costretti agli arresti domiciliari e impossibilitati a esserci, e si chiude con la lettura di una lettera scritta da Paolo indirizzata all’assemblea

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L’intervento No Tav di Alberto Perino, che si apre con un lungo e caloroso applauso di saluto a Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò:

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Gli interventi di un compagno tedesco e di un compagno greco del network di lotta “Beyond Eruope” che hanno raccolto con entusiasmo la proposta di una mobilitazione transnazionale in vista dell’11 Luglio:

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L’intervento di Luigi del centro sociale Gabrio si è aperto ricordando la recente scomparsa di Peppe, storico occupante di alcune palazzine occupate della zona San Paolo, da anni in prima fila nelle lotte per la casa. Luigi ha poi fatto un focus sulla scelta di proclamare il vertice europeo proprio a Torino, una città in cui si è da tempo imposto un sistema di gestione del territorio improntato alla speculazione e alla vetrina dei grandi eventi sotto la guida del Partito Democratico. Quello che ci siamo presi con la lotta, con la lotta lo difenderemo!

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L’intervento di Cognini per la coalizione dei centri sociali delle Marche e del Nord-Est ha parlato dell’Europa come lo spazio in cui si determinano le direttrici che cannibalizzano le nostre vite e in cui Renzi si inserisce in maniera parallela, in vista del semestre italiano, che comincia proprio l’11 Luglio. “Le discontinuità che si vedono nello spazio europeo sono parte di questo processo, e la nostra capacità sta nella capacità di aggredirlo ora che si sta sviluppando. Il patto transatlantico sul commercio punta a un’omogeneità che favorisce la governabilità. Non è nella nazionalizzazione che si trova la soluzione, ma nella sovranità sociale, che parte dai territori. Omogeneizzare i contenuti all’opposto del nostro nemico; l’11 luglio non si deve parlare solo di disoccupazione, ma generalizzare i discorsi (casa, territori, reddito, profughi e migranti, opere pubbliche…). il 21 giugno sarà un punto di partenza; necessario fare iniziative nei giorni precedenti nei territori per preparare l’11”.

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Anna, compagna tedesca di Interventionische Linke (coordinamento di militanti e radicali di diverse città), ha parlato della Germania come “cuore della bestia” e del fatto che l’agire nella crisi deve essere transnazionale, e l’orizzonte di attivismo deve essere almeno europeo: “Blockupy è un contropotere in questo senso, un punto di resistenza a Francoforte e Belrlino. E’ stato redatto un documento dal titolo #thecommonofeurope per lanciare questo processo. Il vertice non è un appuntamento italiano, i mercati e la crisi sono di tutt*, senza distinzione di genere ed origine. L’11 luglio non è un appuntamento finale, ma un punto di partenza per una prospettiva anticapitalista, antisessista e antirazzista. Noi verremo a Torino perchè ovunque ci stanno rubando il futuro. L’11L è una giornata europea, costruiamo noi un internazionalismo nuovo”.

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Giorgio Cremaschi: “nessun telegiornale o tv parlerà di questa assemblea, ma questo è il nostro punto di forza, noi sappiamo che esiste un mondo fuori dai palazzi. Siamo la seconda gabbia europea dopo la Grecia, lì si è sperimentata la medicina più brutale, noi siamo il secondo tentativo e Renzi lo rappresenta: liberismo selvaggio, precariato, gli 80 euro sono l’indoramento della pillola concordato con la Merkel. La sperimentazione italiana è quella della costruzione di un regime. Sei mesi di giuda italiana in Europa è una costruzione di consenso: deve diventare la prima della classe del modello di austerity, dobbiamo usare al meglio tutte le nostre forze! Napolitano dice oggi alle prefetture: intervenite con forza contro i movimenti! Questa è la repressione che viviamo tutti i giorni, totale solidarietà tra di noi, senza polemiche tra di noi. Il 28 giugno manifestazione a Roma sotto le sedi Eropee, apriamo un contro-semestre di lotta contro Renzi-Merkel. Loro hanno un progetto di consenso all’austerità, le nostre differenze non sono più un problema perchè i nostri percorsi di lotta sono comuni”.

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Franco del sindacato SI Cobas di Torino porta il saluto dei lavoratori della logistica dei mercati generali di torino: “In questo percorso non ci devono essere solo soggettività politicizzate, ma i soggetti reali della crisi. Sfida a torino e in tutte le città, dobbiamo saper interpretare i loro bisogni, difficoltà e ricatti, queste è la nostra scommessa, un sindacalismo non fittizio e confederale, ma reale e concreto di una classe di lavoratori e sfruttati. Gli impegni che ci diamo in questo percorso: 10 giorni di presidio prima dell’11L per raccogliere tutto quello che è possibile smuovere e mobilitare, la sofferenza che c’è a Torino deve essere raccolta e trasformata in lotta e conflitto”.

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Andrea della rete universitaria LINK: “Il problema è che quello di cui si parlerà in quel vertice non sarà il problema della disoccupazione e della precarietà, ma ci sarà il mantra ideologico flessibilità=occupazione. La storia degli ultimi 20 anni ci ha dimostrato l’opposto: la flessibilità crea disoccupazione, bisogna ribaltare il concetto di precarietà da soluzione a problema. Ambire a un respiro europeo, Renzi è solo in sintonia. La democrazia deve essere praticata in quello che voglia fare l’11L, perchè quello che viviamo non è più possibile chiamarlo democrazia. Produrre un discorso condiviso, momenti di discussione e condivisione. Riprendersi spazi di welfare è una necessità per tutti e non solo per i militanti”.

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Piero Bernocchi dei COBAS: “Piena consapevolezza dell’11 luglio come più di una manifestazione, nazionale ed europea. Sarà grande di numeri, ma sarà punto di riferimento per l’opposizione al semestre europeo ed alle politiche? Dobbiamo convincere di essere l’unica vera opposizione di questo paese. Renzi non va preso sottogamba, come Tatcher e Raegan. I nemici dei nostri nemici, non sono nostri amici (Lega, Front Natioal ecc), lì non si gioca la partita, ma solo i movimenti sociali anticapitalisti, senza connesioni con il nazionalismo, che è una bruttissima bestia che non dobbiamo utilizzare. Il problema è che dobbiamo convincerci che non esiste “il conflitto del conflitti”, e gli altri sono marginali. Tutti sono conflitti da tenere insieme, ognuno degno. Il secondo problema è l’idea dell’egemonia, non esiste ed è stupido cercarla, tutto va messo in gioco. L’11 sarà un punto di partenza per farci guardare, è un’occasione clamorosa. Proclamiamo fin d’ora lo sciopero provinciale a Torino ma in settimana si discuterà anche di uno nazionale”

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Mattia NeetBlock – Alexis (Roma): “bisogna cominciare a mobilitarsi da subito, l’11 Luglio comincia domani per noi, in ogni città dobbiamo fare allargare la base sociale con cui ci rapportiamo”.

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Greg della ZAD contro l’aereoporto di Notre Dame de Lande (Francia): due giorni prima la mobilitazione No Tav del 22 febbraio, anche da noi c’è stato un corteo molto conflittuale, con una conposizione allargata, 60 mila persone. Sappiamo che c’è solidarietà forte tra noi e il No Tav, tra tutte le lotte territoriali. Queste lotte non si giocano più su un piano nazionale, quindi dobbiamo fare crescere questo piano e questo fronte di lotta, e l’11 è l’occasione giusta. L’inaugurazione della banca centrale europea in autunno sarà un nuovo appuntamento per continuare a lottare. C’è un appello che sta già circolando su destroika.noblogs.org”.

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Leon del cs Cantiere di Milano: “essere rete delle lotte con un radicamento territoriale. Abitare nella Crisi, con Paolo e Luca al nostro fianco anche da casa. Il 13-14-15 giugno a Milano vi invitiamo tutti all’incontro dei territori resistenti in Europa e nel Mediterraneo. Da tutta Europa, per mettere insieme le esperienze concrete, dal mutuo soccorso e le quotidiane riproduzioni di pratiche di lotta”.

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Guido del sindacato USB conferma che anche loro raccoglieranno l’invito a proclamare lo sciopero per l’11 luglio lanciato dall’assemblea.

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Cosimo Scarinzi della CUB: “sciopero per l’11 in Piemonte, forse anche nazionale. Contro l’accordo infame sulla rappresentanza sindacale, che schiaccia il sindacalismo di classe. L’unità al ribasso ce la stanno già imponendo. Nella lotte della logistica un orizzonte importante. Abbiamo un periodo di lavoro davanti molto intenso. La richiesta di reddito va insieme alla richiesta della riduzione dell’orario di lavoro, che è tempo di schiavitù e di sfruttamento”.

 

Sid di Milano: “Superare l’impostazione del contro-vertice per affrontare l’11 luglio, siamo d’accordo con i discorsi fatti. Dobbiamo sforzarci di declinare una pratica di conflitto più ampia possibile, che si smarchi dall’impostazione simmetrica tra le strutture, sui numeri e su un’impostazione machista. Richiami a Barcellona come esempio di asimmetria. See you on the barricades!”

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Federico dei centri sociali e delle lotte studentesche di Palermo: “qui c’è la ricomposizione sociale che abbiamo messo in campo in questi anni: rifiuto collettivo dell’esistente e dell’austerità. La lotta per la casa è il collante dei conflitti nei territori, con differenze tra le città, per esempio a Palermo alcune pratiche sono già assunte da parte di chi vive la città. Il nostro compito è quello di politicizzare queste pratiche. Vogliamo riflettere anche sul fenomeno della migrazione tra Sud e Nord, di come non si vedeva dal secolo scorso. #iononvoglioemigrare è la nostra campagna per vivere i nostri territori con rabbia contro chi ci vuole costringere ad andarcene”.

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Tiziano di Dinamopress: “scegliamo un linguaggio comprensibile e radicale, cercando di individuare dei campi strategici dove intervenire. Si parla di disoccupazione giovanile con un assunto: bisogno accettare qualsiasi tipo di lavoro, questionare il tipo di lavoro è sacrosanto, il reddito è la prima delle nostre richieste, assieme ad un salario minimo, affrontata a livello europeo, anche e soprattutto di contrattacco perchè è il terreno su cui il capitale ha deciso di dispiegarsi. L’europa siamo anche noi, giovani e migranti e dobbiamo metterci con forza al centro del discorso. Il 7-8 giugno meeting a Roma su lavoro e nuove forme di organizzazione sindacale”.

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Martino del Newroz di Pisa: “esistono dei livelli differenti, e noi dovremmo essere all’altezza di ognuno con ambizione a mettere insieme più soggetti. L’11 luglio sarà l’occasione per costruire alterità, per far parlare le lotte”.

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Bruno di Zero81 di Napoli: “come mettiamo in discussione la dimensione di governo commissariata? Oggi noi dobbiamo poter decidere sui nostri territori e sulle nostre vite. Dobbiamo accumulare forze nei nostri territori. L’11 luglio è l’occasione per aprire una strada di conflitto. A cosa serve questo spazio europeo e in che modo può incidere positivamente sulle nostre vite? Sicuramente non è il modo in cui pensa Renzi e la Troika. L’11 luglio è un punto di partenza per opposizione vera al semestre italiano dell’unione europea. A Napoli è centrale il discorso sulla disoccupazione, la crisi ha acuito malessere sociale sul territorio. Quella del reddito è soprattutto una questione di sopravvivenza, dobbiamo rimettere al centro la dignità personale. Il 7 e 8 il meeting sul reddito organizzato a Roma potrebbe essere il luogo in cui si possono affrontare tematiche in modo specifico. Solidarietà e complicità ai No Tav arrestati e a Paolo e Luca del movimento di lotta per la casa di Roma”.

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Samir di Militant: “L’Europa a cui ci dobbiamo opporre è un nemico politico organizzato in istituzioni sovra-nazionali, consolidata anche e nonostante l’astensionismo elettorale. Servono una gestione di piazza e quindi politica della manifestazione che siano di conflitto ma che rendano possibile a chiunque partecipare, in un’ottica di allargamento”.

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Chiara di Genuino Clandestino: “dobbiamo ricordare la grande distribuzione come simbolo della gestione capitalistica. Chiediamo che durante il controvertice ci sia attenzione per il cibo scelto, filiera corta con contadini della rete, unire la lotta della campagna con quella della città, e noi ci muoveremo in questo senso per contribuire alla costruzione di questo pezzo”.

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Luca di Firenze: “La ricchezza della lotta per l’abitare dobbiamo tenerla dentro anche l’11L. Serve vertenzialità quotidiana, di larga parte dei soggetti metropolitani in dialettica con le istituzioni senza mai legittimarle ma in contrapposizione ad esse. Forme concrete e collettive di opposizione sociale. Il piano casa approvato non è una sconfitta, se l’articolo 5 doveva andare a colpire i movimenti, questo tentativo è stato completamente ribaltato. La lotta per la casa non basta, per la grandezza della sfida di queste giornate, per aggredire la complessità della miseria che ci impongono, dobbiamo aggredire la metropoli”.

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Thea e Andrea parlano dell’occupazione della Cavallerizza Reale di Torino e di una gestione diversa dei beni comuni della città, invitando tutti a passare e partecipare al termine dell’assemblea.

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Davide del Laboratorio Bios di Padova: “Contesto di totale cambiamento di paradigma, oggi si impone un nuovo modello con nuove forme di sfruttamento, di lotta e di soggettività, che ora chiamiamo precarietà. Il Jobs act istituzionalizza la precarietà come unica forma e legittima il lavoro gratuito, oltre a legittimare lavori a 400 euro al mese o meno, una distanza tra le ore lavorate, la ricchezza prodotta e il redditto associato: per questo dobbiamo parlare di reddito incondizionato, collocato su un piano europeo oppure nulla. Meeting a Roma 7-8 giugno”

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Federico della Rete della Conoscenza: “leggendo il documento Youth garanty, la precarietà sembra una sfiga individuale, in una crisi che viene dal nulla. La crisi invece ha responsabilità e mandanti, e noi nelle scuole lo sappiamo bene. Si sono moltiplicati i fronti di microconflittualità, ma servirebbe un lavoro unificante. L’arma dello sciopero non è più unificante, dobbiamo trovare altri strumenti”.

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Gigi Hobo Bologna: “dalle elezioni: il PD è il nemico numero uno per noi, non dobbiamo attribure al nemico più o meno forza di quella che ha, non dobbiamo fare liste di parole d’ordine onnicomprensive, ma dobbiamo affrontare la questione concreta, sulle ambivalenze della composizione sociale, ad esempio la polarizzazione tra grantiti, di chi pensa di avere delle speranze di salvezza nella crisi, e dall’altra i precari, coloro che non hanno nessun tipo di garanzia, con connotati generazionali (precari di seconda generazione, con welfare familistico scomparso). Riprenderci, con azioni dirette sul consumo, quegli 80 euro che ai precari non vengono dati! Assemblee territoriali per aggregazione, settimana di mobilitazione per fine giugno, con una giornata comune sui territori, con obiettivi coordinati per lanciare la giornata dell11: Banche, Agenzie riscossione crediti, Centri per l’impiego ed i Media, intenso come strumento ormai a tutti gli effetti politico”.

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Marco del Collettivo Politecnico di Torino: “il tentativo di abituare le nuove generazioni alla precarietà deve essere scardinato proprio l’11. Non dobbiamo cadere nella trappola del conflitto generazionale contro i lavoratori le cui garanzie avrebbero reso impossibile il futuro dei giovani ma ricomporre il soggetto dei lavoratori in continuità con i precari ed i giovani”.

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Elisa di Magnammece o Pesone di Napoli: “L’illegalità diffusa è ormai all’ordine del giorno in una città come Napoli, non ci rappresenta nessuno, ci chiamino black block o abusivi. Servono Reddito Riappropriazione Autorappresentazione con un occhio speciale per il Sud e per le sue risorse, che trovi in sè una forma di espressione e di uscita dalla propria crisi”.

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Pietro del Laboratorio Beni Comuni: “Occupazioni a Sesto San Giovanni “aldo dice 26X1″ Unione inquilini di Sesto insieme in questa occupazione abitativa di palazzi abbandonati. Occupare ed uscire dalle occupazioni per allargare nella città”.

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Ousman del coordinamento solidarietà profughi e migranti: “dobbiamo alzare la voce perchè siamo stanchi. Noi l’11 ci saremo a rivendicare ciò che loro vogliono toglierci, la dignità che il potere ogni giorno ci sottrae”.

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Francois di Milano: “l’effettività della giornata, il dispositivo di controllo e repressione sarà ingente, dobbiamo costruire una forza che sia all’altezza, dobbiamo essere dove loro non si aspettano che noi siamo; ci sia un corteo grande e potente, deve essere accompagnato da blocchi diffusi. La simmetria è essere dove loro vogliono, l’asimmetria invece è una lunga serie di azioni di blocco diffusi nei giorni precedenti. La giornata dell’11 non si deve parlare di disoccupazione e basta, ma dobbiamo tornare a parlare di rivoluzione, perchè il capitalismo faceva schifo anche prima di Renzi!”.

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Giacomo degli studenti medi di Genova: “L’11 luglio l’unica ricetta che ci daranno sarà quella della flessibilià, ma la nostra ricetta sono più diritti e più garanzie. Dobbiamo imporre i nostri temi. Siamo contro lo sfruttamento degli stage; non si può rispondere all’austerità con la ricetta della flessibilità!”.

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Abu del Movimento Migranti e Rifugiati: “la lotta per la libertà di movimento, la lotta contro la Tav, la lotta per la casa, devono essere coordinate. Il lavoro serve, ma non si deve morire, deve essere dignitoso. Andremo a Bruxelles con una carovana europea per parlare di libertà di circolazione delle persone”.

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Luca di Chicago86: “Prendiamo esempio da una serie di lotte e di scioperi che ci sono stati negli USA, come quello recente dei fast-food che ha unito migliaia di lavoratori. Dobbiamo dirci contro questo lavoro”.

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Andrea dei SiCobas e lavoratore della TNT di Torino: “serve internazionalizzare le lotte, anche per noi della logistica, che ci saremo l’11 luglio”.

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Alice della Biblioteca Autogestita del Terzo Piano: l’Università è sempre più cara tra affitti di case, tasse e caro-libri: anche questa è austerity! Noi la contrastiamo con la riappropriazione degli spazi e dei nostri bisogni”.

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