Resistenza, repressione e lotta contro il Mountain Valley Pipeline a sei anni di distanza in Appalachia
Da oltre sei anni, gli abitanti degli Appalachi conducono una campagna non-stop di azioni dirette per fermare la costruzione dell’oleodotto Mountain Valley Pipeline (MVP), il cui progetto è in ritardo “di sei anni sulla tabella di marcia e di circa mezzo miliardo di dollari sul budget”.
Tradotto da It’s Going Down
Gli abitanti del luogo e i loro sostenitori si battono contro l’MVP per diversi motivi: minacce alla loro terra, per fermare l’inquinamento dei bacini idrici e degli ecosistemi e per bloccare i “90 milioni di tonnellate di anidride carbonica” che saranno pompati nell’aria nei prossimi decenni di funzionamento dell’oleodotto. I giganti aziendali dietro l’MVP hanno accumulato centinaia di violazioni delle leggi ambientali e costretto i proprietari di terreni a vendere le loro proprietà lungo il percorso dell’oleodotto. Fino a poco tempo fa si pensava che il progetto fosse in panne, finché non è stato resuscitato da Joe Manchin, attraverso il Fiscal Responsibility Act, e con l’aiuto dell’amministrazione Biden è stato accelerato il processo di autorizzazione.
Ma mentre le vie legali per fermare il progetto si sono dissipate, la lotta per fermare l’oleodotto attraverso l’azione diretta è continuata a pieno ritmo nelle colline dell’Appalachia. Dal 2018, It’s Going Down ha parlato con la gente della loro lotta contro l’MVP e all’inizio del 2024 ci siamo rivolti di nuovo a loro per chiedere come la campagna sia riuscita a continuare ad agire, a costruire il sostegno della comunità sul campo e anche ad affrontare una nuova ondata di repressione legale da parte di minacce statali e aziendali: dalle accuse di reato, alle ingiunzioni, alle cause SLAPP (Ndt. SLAPP è un termine nato dall’acronimo di strategic lawsuit against public participation per identificare le azioni legali tese a bloccare la partecipazione alla vita pubblica).
Come riporta Prism:
Le proteste al centro della [recente] ingiunzione si sono svolte nei mesi di luglio, agosto e inizio settembre e hanno coinvolto persone che si sono legate alle attrezzature o hanno bloccato in altro modo i lavori di costruzione, creando interruzioni del lavoro e impedendo ulteriori danni al terreno. La causa sostiene che queste interruzioni dei lavori, la più lunga delle quali è durata sette ore, hanno violato i diritti di proprietà dell’azienda. Inoltre, la causa citava la legge sul diritto al lavoro della Virginia che garantisce un luogo di lavoro senza “interferenze o minacce” e il codice statale che vieta i picchettaggi che impediscono il libero ingresso in “qualsiasi locale”.
La causa ha chiesto al giudice di assegnare danni compensativi e punitivi per oltre 1,3 milioni di dollari, oltre a danni aggiuntivi per 3 milioni di dollari a singoli manifestanti e alle organizzazioni di base Appalachians Against Pipelines e Rising Tide North America, che hanno facilitato le donazioni per la cauzione. Gli attivisti affermano che l’oleodotto è stato completato a metà, anche se la società sostiene che la costruzione è stata completata al 94% e che le proteste stanno impedendo alle ultime sezioni di tubo di entrare nel terreno per completare l’oleodotto entro l’inizio del 2024.
Con i manifestanti che potrebbero essere chiamati a pagare milioni di dollari, la causa è l’escalation più ardente dell’azienda per fermare le azioni dirette contro il progetto. Gli studiosi di diritto temono che cause come queste siano un palese tentativo di “raffreddare” le attività di protesta e il dissenso contro i danni al clima. Come Prism ha riferito in precedenza, le aziende produttrici di combustibili fossili, la polizia e i governi statali collaborano a una legislazione che di fatto mette la museruola a chi non è d’accordo con i progetti estrattivi.
Quella che segue è un’intervista scritta con membri anonimi di Appalachians Against Pipelines, condotta via e-mail, sulla campagna, sui motivi per cui si continua a lottare e sull’imminente appello del gruppo per “giornate di azione” (dal 29 al 31 gennaio) contro il Mountain Valley Pipeline. Per conoscere altre voci che si battono sul campo contro l’MVP, si può ascoltare la nostra recente intervista in podcast con alcuni di loro.
It’s Going Down (IGD): A che punto è la campagna contro l’MVP?
Appalachians Against Pipelines (AAP): nell’estate del 2023, l’MVP ha ottenuto il via libera per terminare tutti i lavori ancora in corso; questi comprendono oltre 1.000 vie d’acqua, la Poor Mountain, che ospitava gli alberi di Yellow Finch, e la Jefferson National Forest, dove è iniziato il movimento di azione diretta contro l’MVP. Ciò significa che da allora la costruzione dell’oleodotto è andata avanti a pieno ritmo: ci sono lavori ovunque. Non si può andare da nessuna parte nella zona senza vedere le prove della distruzione causata dall’oleodotto. Attualmente stanno trivellando sotto l’Appalachian Trail sulla Peters Mountain, dove si sono verificati i primi presidi sugli alberi del 2018, un luogo molto amato dalle persone di questa comunità.
Fin dall’estate, la gente si è impegnata per fermare questa nuova ondata di costruzioni. Quando Joe Manchin e Biden hanno fatto leva sulla crisi socio-economica globale per ottenere i permessi per l’MVP con il Fiscal Responsibility Act, la nuova legge ha stabilito che tali permessi e l’oleodotto non possono essere contestati in tribunale. Ciò significa che un’intera via per combattere l’MVP attraverso le cause legali è stata cancellata, il che lascia un solo modo per fermare la costruzione: l’azione diretta. Dall’estate, le persone hanno interrotto i lavori bloccando le strade di accesso e i cantieri, bloccando le trivelle e organizzando feste danzanti sulla servitù dell’oleodotto che hanno causato brevi interruzioni dei lavori. La resistenza qui in Appalachia è composta da persone di tutte le età e di ogni provenienza. Da luglio è stato lanciato un appello aperto alla gente per venire nella regione.
Non solo la resistenza all’oleodotto è aumentata, ma anche la repressione da parte dello Stato e delle aziende contro gli oppositori dell’oleodotto e le persone che hanno intrapreso azioni dirette. Lo Stato ha usato reati inventati e minacce di gravi pene detentive per cercare di spaventare le persone e dissuaderle dal combattere l’oleodotto. Le persone sono state arrestate, rilasciate su cauzione e nuovamente arrestate con nuove accuse.
Esiste una serie di azioni legali SLAPP contro i difensori della terra, depositate in West Virginia, Virginia e in una corte federale. La più grande di queste cause SLAPP chiede un risarcimento danni di oltre 4 milioni di dollari, tutto perché la gente si oppone a questo oleodotto e a ciò che rappresenta. Queste cause SLAPP sono state storicamente utilizzate dalle aziende per punire e minacciare le persone che si battono contro questo tipo di progetti. Si tratta di tattiche intimidatorie volte a reprimere il dissenso.
Stiamo organizzando giornate di azione solidale alla fine di gennaio per contrastare questa ondata di repressione. Quando le nostre lotte vengono prese di mira con la repressione e le tattiche intimidatorie, è il momento di aumentare la resistenza, di lottare più duramente, di essere più forti.
IGD: Ci parli del prossimo appello alla solidarietà. Qual è l’obiettivo?
AAP: Appalachians Against Pipelines sta organizzando un’ondata di azioni di solidarietà dal 29 al 31 gennaio. Molte delle aziende, delle banche e degli investitori che stanno dietro all’MVP hanno uffici e sedi in tutto il Paese e non devono affrontare la distruzione quotidiana che stanno causando. L’AAP chiede alle persone di tutto il Paese di portare la lotta contro l’MVP alle porte di tutti coloro che stanno traendo profitto da questo progetto, organizzando azioni nelle proprie comunità.
Ovviamente, la nostra lotta è molto più grande di noi e del solo gasdotto. Le banche che finanziano l’MVP sono le stesse che finanziano l’apartheid sionista genocida. Da ottobre, Israele ha ucciso oltre 20.000 palestinesi, con il pieno sostegno e le forniture del nostro governo e delle nostre banche. Queste sono anche le stesse banche che finanziano Cop City in Georgia. Ci stiamo avvicinando a un anno da quando la polizia ha ucciso Tortuguita ad Atlanta durante l’occupazione della foresta di Weelaunee. Ora le persone rischiano di essere accusate di terrorismo interno e RICO per aver preso posizione contro Cop City. Ovunque ci sia violenza contro le nostre comunità, sia attraverso la distruzione dell’ambiente, sia con la caduta di bombe o la violenza della polizia, ci sono banche e investitori che si assicurano che tutto ciò accada, traendo profitto dalla morte, dal dolore e dalla devastazione.
Vogliamo anche che le azioni No MVP in tutto il Paese siano solidali con la lotta No DAPL (NdT movimento che si batte contro la costruzione di un altro oleodotto in Dakota). Le persone stanno attualmente affrontando accuse civili di RICO, mandati di comparizione e un aumento della repressione politica per la loro continua resistenza al DAPL. Nell’invitare ad azioni di solidarietà per combattere l’MVP, speriamo di attirare l’attenzione su queste connessioni critiche e vogliamo che le persone colleghino tutte queste lotte quando pianificano le azioni.
IGD: Ci sono stati molti tentativi da parte delle aziende e dello Stato di attaccare il movimento. Parlate della repressione in corso e delle cause SLAPP. Come hanno affrontato la situazione le persone coinvolte?
APP: In questo momento c’è un’ondata di repressione che prende di mira il movimento di azione diretta contro l’MVP. L’estate scorsa, quando è iniziata la costruzione dell’oleodotto, c’è stata una serie di manifestazioni della comunità che hanno portato all’interruzione dei lavori. Da lì, negli ultimi mesi, la resistenza all’oleodotto è cresciuta, così come la repressione di ritorsione da parte dello Stato e dell’azienda.
Almeno 50 difensori della terra stanno affrontando cause SLAPP da parte della compagnia in diverse giurisdizioni statali e federali. La più grande di queste cause chiede agli oppositori dell’oleodotto un risarcimento di oltre 4 milioni di dollari. MVP (in realtà Equitrans Midstream) sta facendo causa a chiunque si metta in gioco per fermare questo progetto, nonché a chi offre sostegno al movimento. SLAPP è l’acronimo di Strategic Lawsuit Against Public Participation (cause strategiche contro la partecipazione pubblica) e non sono una novità. Anche gli presidianti dello Yellowfinch treesits (un blocco sul tracciato dell’oleodotto durato ben 932 giorni) hanno dovuto affrontare cause SLAPP, usate per cercare di spaventare le persone dal difendere alcuni degli ultimi alberi rimasti sul tracciato dell’oleodotto. Sono state usate per prendere di mira gli attivisti per la difesa del territorio e i protettori dell’acqua, gli organizzatori sindacali, le persone che combattono i progetti di disboscamento… davvero chiunque si opponga all’avidità, alla distruzione e all’oppressione delle aziende.
Non solo le persone hanno dovuto affrontare controversie civili, ma abbiamo anche visto pubblici ministeri e giudici che hanno inventato reati, negato la cauzione, fissato cauzioni ridicolmente alte, riarrestato le persone alle loro date di udienza per nuove accuse e richiesto gravi pene detentive per accuse minori. Recentemente qualcuno è stato condannato a 3 mesi di carcere per accuse minori nella contea di Montgomery, VA. Nel frattempo, nella contea di Giles, VA, le persone stanno affrontando accuse di rapimento e furto per un blocco durante un’azione di massa in ottobre. È importante notare che questo livello di ritorsioni e ripercussioni si è inasprito rispetto a quello che questa campagna ha visto storicamente per le persone che hanno agito per fermare la costruzione nel corso degli anni.
Gran parte di questa repressione viene combattuta in tribunale dagli avvocati (se potete, fate una donazione all’Appalachian Legal Defense Fund: https://bit.ly/APPLegalDefense). Ma molto del modo in cui la gente sta affrontando questa ondata di repressione è coprendosi le spalle a vicenda dentro e fuori il sistema giudiziario. E parte di questo appello ad azioni di solidarietà è mostrare come il movimento più ampio ci sostenga. Una parte importante di questo è riconoscere che quando i nostri movimenti vengono attaccati, non è il momento di tirarsi indietro, ma invece di lottare più duramente, essere più forti e fare di più. In questo momento la situazione è difficile. Per questo chiediamo alla gente di unirsi a questa lotta organizzando le proprie azioni di sostegno.
IGD: Come si è sostenuta la campagna dopo tutto questo tempo e anche dopo aver affrontato tanta resistenza da parte dello Stato?
APP: La campagna di azione diretta è in corso dal 2018 e la più ampia lotta contro l’MVP va avanti da molto più tempo, da quando questo oleodotto è stato proposto per la prima volta. Questo movimento è sempre stato un mix di persone che hanno vissuto in questa regione per tutta la vita, così come di persone provenienti da tutto il Paese che sono venute in solidarietà per agire contro l’MVP. Ciò significa che c’è sempre stata una nuova energia e una continua costruzione di comunità nella lotta. La resistenza all’azione diretta si fonda sui legami locali con le persone che sono direttamente colpite dall’oleodotto, oltre che sulla storia radicale di questa regione. L’Appalachia è sempre stata un luogo di resistenza – resistenza alla colonizzazione, all’estrazione, alla distruzione, e così via. E questo movimento si rifà proprio alla storia del movimento contro la rimozione delle cime di montagna nei bacini carboniferi. Quando il movimento si basa su una lunga serie di lotte in una regione, diventa più forte e dura più a lungo.
Ad essere onesti, gran parte del motivo per cui questa lotta continua è semplicemente perché, dopo tutti questi anni, la costruzione dell’oleodotto continua ad essere attiva. La data originariamente proposta per la fine dell’MVP era il 2018. Le tattiche di azione diretta hanno effettivamente giocato un ruolo enorme nel ritardo complessivo. Siamo qui per fermare l’oleodotto e vogliamo farlo al meglio in ogni momento. Quando si vede quello che le compagnie stanno facendo alle montagne intorno a noi, è difficile smettere di lottare, anche con l’aumento della repressione statale. Questa lotta non riguarda solo l’oleodotto. Non si tratta solo di quanti alberi taglieranno, di quanti corsi d’acqua avveleneranno o di quanti metri cubi di gas trasporteranno. È una lotta contro ciò che il gasdotto rappresenta e per un mondo migliore. E molte cose, come i giudici e le cause legali, impallidiscono di fronte a questo.
Questo movimento si dedica anche a sostenere le persone che entrano in azione e rischiano la propria sicurezza e libertà nella lotta contro l’oleodotto. L’attenzione a costruire relazioni e ad assicurarsi che le persone abbiano le informazioni e il supporto legale di cui hanno bisogno crea davvero fiducia. Siamo una comunità che si sostiene sempre in modo concreto, sia sugli alberi che nei tribunali. Molte persone tornano più volte a partecipare a questa lotta, e in gran parte perché sanno che c’è il sostegno della comunità dietro questa battaglia.
IGD: Dove si può andare per saperne di più sulla settimana d’azione?
APP: Le persone possono consultare Appalachians Against Pipelines su Facebook, Instagram e Twitter. Molte informazioni sull’appello alle azioni di solidarietà si trovano lì, così come molti aggiornamenti su ciò che sta accadendo.
Le persone possono anche consultare il nostro sito web di solidarietà che contiene molte informazioni sugli obiettivi secondari e terziari nella lotta contro l’MVP. È possibile consultare le mappe, trovare gli obiettivi per Stato e, in generale, saperne di più sul chi, cosa e dove delle compagnie e delle banche che stanno dietro all’oleodotto. Questo è: https://bit.ly/NOMVPTARGETS
Inoltre, sul nostro sito web dedicato alla solidarietà potete trovare risorse per condividere l’appello all’azione (https://www.aapsolidarity.org/plan-solidarity-actions) e il kit di strumenti per l’azione se state organizzando un’azione di solidarietà e volete sapere come collegarvi alle giornate d’azione (https://www.aapsolidarity.org/sm-toolkit).
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