Roma. Sgomberi e perquisizioni in diverse occupazioni
L’Angelo Mai nasce dieci anni fa 2004 con l’occupazione di un ex convitto abbandonato nel centro di Roma, dove famiglie in emergenza abitativa e un folto gruppo di artisti lottano per il diritto alla casa e per il diritto agli spazi indipendenti per le arti e la cultura. Sgomberato nel 2006, l’Angelo Mai continua a programmare e produrre teatro, cinema e musica. Ad ottobre del 2009, riapre “altrove” in viale delle Terme di Caracalla, in seguito ad un’assegnazione del Comune di Roma attraverso la delibera 26. L’Angelo Mai Altrove torna in occupazione il 18 ottobre 2012 (L’Angelo Mai torna al rione Monti), di fronte all’incapacità dell’Amministrazione capitolina di sostenere la produzione artistica e di promuovere politiche culturali degne. Oggi, di nuovo, dietro ai numerosi e ridicoli capi di accusa, si legge la volontà politica di un Comune che cerca ancora una volta di spazzare via una parte della scena artistica contemporanea, che nella Capitale trova dimora solo in spazi occupati, autogestiti e piccoli teatri.
Appena avuta notizia dello sgombero, fuori dall’Angelo Mai, si è formato un presidio. Molte le persone del Movimento Patrimonio Comune, dei movimenti di lotta per la casa, del Teatro Valle e singoli cittadini, mentre non è stato permesso in un primo momento di rititare parte del materiale presente all’interno dello spazio sotto sequestro preventivo.
La Questura ha agito su disposizione del Tribunale di Roma, per un’inchiesta condotta dalla Digos e coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma che ancora una volta tende a costruire i capi di accusa su fantomatiche tesi atte a criminalizzare i movimenti. A pendere sugli attivisti ci sarebbero infatti le accuse “invasione di edifici ed estorsioni, queste ultime in danno degli occupanti con riferimento al pagamento di somme di danaro”. I destinatari del provvedimento rischiano accuse che vanno dalla violenza, alla minaccia al furto di energia elettrica fino all’associazione a delinquere finalizzata a estorsione.
Gli sgomberi di questa mattina vanno nella direzione del tanto decantato “piano casa” che il governo Renzi sta mettendo in campo e che mercoledì scorso ha visto la sua approvazione al Consiglio dei Ministri. Un decreto che rilancia le stesse politiche attuate fino ad oggi, causando lo scoppio della bolla immobiliare ed la deflagrazione dell’emergenza abitativa. Oltre alla svendita del patrimonio pubblico, il provvedimento inserisce l’ormai conosciuto articolo 5 che cancella di fatto la possibilità di concedere la residenza e di allacciare utenze negli immobili occupati, dichiarando così guerra ai movimenti per tentare di mettere all’angolo i percorsi realizzati nei vari territori che però rispondono a questo nuovo decreto con numerose mobilitazioni previste già a partire da questa settimana, proprio a partire dalla città di Roma.
In queste ore si sta tenendo una conferenza stampa fuori dall’Angelo Mai, mentre il coordinamento di lotta per la casa ha dato appuntamento alle ore 14 in piazza SS. Apostoli mentre per le 17 è prevista un’assemblea cittadina.
[In aggiornamento]
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