Speciale di Radio Infoaut: voci e considerazioni dopo gli attacchi di Parigi
A meno di due giorni dagli attacchi a Parigi, nel pieno can can mediatico che avvolge le opinioni pubbliche di un mondo che attende in questi istanti le dichiarazioni ufficiali con cui i leader globali si esprimeranno ai margini del g20 turco, siamo andati ad analizzare all’interno di uno speciale della redazione di Radio Infoaut alcuni dei molteplici aspetti che sottendono sia al background che alle conseguenze dei fatti di Venerdì. Fatti che hanno scosso la normalità della capitale francese e imposto un probabile punto di non-ritorno alla società occidentale, dove avere la “guerra in casa” non è più qualcosa di astratto ma una cruda realtà.
A circa 48 ore di distanza dagli attentati, numerosi dispositivi mediatici e polizieschi si sono approntati in risposta a quanto successo. E’ stato dichiarato lo stato d’emergenza e come spesso in questi casi una società intera sembra essere soggetto di una presa in ostaggio istituzionale e riunificata intorno alla bandiera nazionale, con una contemporanea rimozione del ruolo dello Stato Francese e delle sue politiche neocoloniali, mentre viene ad esempio negata la libertà di manifestazione per i prossimi giorni e i movimenti denunciano un clima sempre più dominato dalla paura e dalla xenofobia.
Abbiamo perciò sentito Simona de Simoni, dottoranda all’ Università Paris-Nanterre, sul clima che si respira in queste ore nella capitale, tra le parole belligeranti di Hollande e le convulsioni che agitano la società francese che però questa volta sembrerebbe non più prona come ai tempi dell’attentato all’Hebdo ad accettare acriticamente un messaggio di cordoglio e riunione intorno ai valori della Republique:
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In seguito abbiamo discusso con Salvatore Palidda, sociologo con cattedra all’Università di Genova, delle relazioni tra l’abbandono statale delle periferie in termini di vita economica-sociale e l’aumentare dell’appeal del fondamentalismo islamico (e in generale di scelte totalmente oppositivi alla modernità nichilista occidentale) tra i giovani che abitano i nostri territori. Una situazione, quella dell’economia globale, che è decisiva per leggere questa dinamica dato che proprio nella sicurezza e nella guerra si investono quelle risorse che dovrebbero essere oggetto di un utilizzo che attacchi la marginalità sociale e la povertà di massa del nostro tempo:
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Con Karim Metref, giornalista e animatore del blog DivagaAzioni abbiamo affrontato un’analisi del tema dello scontro troppo spesso declinato piu nei termini dello scontro tra civiltà piuttosto che in quelli dello scontro nella civiltà; si tira in ballo una generica opinione pubblica musulmana che dovrebbe ribellarsi a quanto successo come se fosse essa responsabile al posto dei decisori politici del mondo musulmano stesso, i quali- alleati delle potenze occidentali che ora dichiarano per l’ennesima volta guerra all’ISIS- sono i primi ad aver fomentato e costruito questa configurazione geopolitica nella quale l’ISIS è emerso ad attore fondamentale:
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Con Davide della redazione di Infoaut abbiamo affrontato il tema delle ricadute di quanto successo a Parigi sul conflitto che vede impegnato il popolo curdo. Il ruolo della Turchia e della sua strategia neo-ottomana; le mosse dell’ISIS all’interno del quadro regionale; la proposta di pace attraverso la dura necessità del conflitto dei curdi; tutti temi che si fondono nel creare un mosaico complicato, dove le relazioni tra i vari attori sono tutto fuorchè lisce e che aprono spazi di conflitto dove si spera che la proposta curda possa affermarsi tra i popoli dell’area:
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