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Stralci di inchiesta (21): auto-imprenditorialità, sfruttamento invisibile, migrazione negli anni della crisi

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In questa penultima puntata di Stralci di Inchiesta affrontiamo uno sguardo su una storia classica, quella della migrazione a scopo lavorativo, attraverso una storia che rende tutte le novità, le differenze rispetto al paradigma classico a cui è legato questo tema, anche nella prospettiva del movimento.

L’intervistato è una persona dal buon livello di scolarizzazione che compie la scelta di migrare dal sud al nord del paese non soltanto per necessità economiche, ma anche come risposta alla difficoltà di realizzare un percorso di emancipazione abbozzato anche attraverso il ricorso a pratiche di auto-imprenditorialità. Un lavoratore dipendente che rimane tale anche in virtù dell’impossibilità di affermare un modello imprenditoriale differente.

L’intreccio tra desiderio di realizzazione e paletti burocratici, tra volontà e possibilità. portano ad una scelta che aldilà della soddisfazione che ne consegue non è assolutamente tutta rosa a fiori: la difficoltà a realizzarsi al sud si materializza in un lavoro duro al nord, pagato meglio ma al prezzo di uno sradicamento dal contesto di partenza e anche da dimensioni sanitarie e fisiche rischiose.

In questo senso il tipo di azienda dove si espleta il lavoro, a conduzione familiare, da un lato è interessante perchè parte fondamentale del tessuto produttivo al nord del paese e quindi mertievole di uno sguardo attento sulle dinamiche che vi si innescano; dall’altro agisce anche come meccanismo di compressione del conflitto, dove il livello dello sfruttamento difficilmente è imputabile al padrone quanto al sistema che soprattutto tramite la concorrenza delle aziende e alla lentezza del circuito economico (pagamenti ecc) rende difficile l’individuazione del nemico.

Ai lettori la possibilità di individuare altri dei numerosi spunti che emergono dall’intervista. Buona lettura.

 

(Infoaut): In cosa consiste il tuo lavoro, come è organizzato nella pratica?

Il mio lavoro consiste nella verniciatura di praticamente qualunque cosa sia di metallo, in particolare la verniciatirua a polvere (che pare sia anche estremamente pericolosa, però magari ne parliamo dopo), all’interno di un’officina a gestione familiare, quindi diciamo non lavoro sotto ricatto di una grande azienda, sono abbastanza tranquillo.

(Infoaut): Come è organizzato rispetto a settimana lavorativa, orari..

Noi facciamo da lunedi a venerdi, il contratto prevede otto ore, poi capita spesso si inizi prima o si finisca dopo, ma appunto essendo i capi molto tranquilli non fanno problemi e pagano tutti gli straordinari.

(Infoaut): Quanti siete in azienda?

Nell’azienda siamo in tre, tre dipendenti, e poi ci sono i capi che non lavorano più perchè hanno raggiunto comunque una certa età. Il capo officina, uno dei tre dipendenti, è il fratello del capo, che è venuto a dargli una mano quando negli ultimi anni come ti dicevo il capo non poteva più lavorare.

(Infoaut): E’ quindi una piccola azienda. Ha molto lavoro che gli viene commissionato? Come ha attraversato la recente crisi?

Io sono li da due anni, e il lavoro c’è sempre stato. A livello di pagamenti sai, noi abbiamo a che fare dall’artigiano alla grande azienda e ti dirò che i pagamenti all’azienda non sono molto rapidi, questo è uno dei problemi principali di questo tipo di aziende. Sia le ditte grandi che l’artigiano ritardano moltissimo i pagamenti, la crisi immagino si sia fatta sentire un po’ su tutti, però devo ammettere che a noi operai sta cosa non ci ha mai toccato. Sento spesso la signora, il capo, che si lamenta, ma noi non abbiamo avuto grandi conseguenze, sono sempre stati corretti.

(Infoaut): Tu lavori fuori dal centro dove risiedi. Riguardo a parti di lavoro come spostamenti, vitto e cosi via, come è organizzato il tuo contratto?

Allora, il trasporto lo pago da solo e sono circa 40 euro al mese, la mensa invece la paga la ditta che ci dà la possibilità di scegliere se o ricevere il pasto che una altra azienda della ristorazione ci porta direttamente li oppure se non vuoi mangiare li ti danno i buoni posti per una cifra di circa 150 euro. Io comunque mangio sempre li, dato che non ci sono posti attorno dove andare a mangiare.

(Infoaut): Qual è il tuo contratto?

Io sono inserito all’interno del contratto dei metalmeccanici, cioè io sono inquadrato proprio come verniciatore però se non sbaglio il contratto generale è quello là. Io ho iniziato a settembre di due anni fa facendo qualche giorno a nero, perchè volevano vedere come lavoravo, poi dopo una settimana mi hanno fatto un contratto a tre mesi e dopo le vacanze di Natale quando sono tornato a lavorare mi hanno offerto l’indeterminato..per quello che vale adesso.

(Infoaut): Perchè c’era già il Jobs Act..

Eh si, c’è la roba del licenziamento per motivi economici. Infatti io ho avuto difficoltà, stavo quasi per perdere il lavoro, dato che si era smarrita la mia scheda anagrafica e dovevo dimostrare che da due anni a quella parte non avevo lavorato a tempo indeterminato.

(Infoaut): Come mai?

Perchè l’azienda ha sgravi fiscali per il primo anno, di fatto può ottenerli se dimostra di aver “levato” qualcuno dalla disoccupazione.

(Infoaut): Che rapporto hai con colleghi e capi? Come è organizzata l’azienda? Influenza meccanismi di competizione?

I rapporti fra colleghi sono tranquilli, siamo anche tutti a indeterminato ora dopo che il mio collega che aveva un contratto a 6 ore al giorno, un part-time quindi, ora ha il mio stesso orario. I rapporti sono buoni, capita ogni tanto che dei giorni io sia arrivato in forte ritardo e manco mi hanno chiesto o detto nulla. Non hanno chiesto certificati o altro quando dicevo di essere malato. Altri operai che vengono li a portarci a roba, che magari mi dicono come sono le loro condizioni di lavoro in aziende più grandi, mi fanno un quadro totalmente diverso, di fatto sei un numero.

(Infoaut): C’è un qualche senso in cui vedi nel tuo lavoro un elemento di sfruttamento?

Si, soprattutto in merito allo stipendio che prendo rispetto al lavoro che faccio. La questione delle relazioni sul luogo di lavoro è tranquilla, il punto è che il lavoro è bello pesante.

(Infoaut): Parlavi prima del discorso sanitario, puoi approfondire?

Si, riguarda più che altro i prodotti che usiamo. La nostra vernice è fatta di una polvere talmente sottile che se tu la metti per terra e ci vai sopra con la pala si muove come se fosse liquida talmente è sottile. Però a livello di protezione l’azienda ci fornisce tutto, poi sta a te metterla e cosi via. Poi c’è un altro processo di lavorazione che facciamo, la sabbiatura, in cui si usa un tipo di sabbia particolare di cui non ricordo bene il nome che però causa la malattia che veniva ai minatori a furia di respirarla. Quindi sta sempre a te dopo che finisci di sabbiare aspettare 3-4 minuti che l’aspiratore fa il suo lavoro..però non ti nascondo che per i ritmi che abbiamo ogni tanto capita che ti devi sbrigare e allora apri la cabina, entri, cambi il pezzo e quindi vai in contatto.

(Infoaut): Ma l’azienda vi ha fatto dei corsi su tutto questo?

No. Mi hanno semplicemente spiegato la questione. Poi a volte mi hanno ripreso quando mi han visto entrare nella cabina della sabbiatura in maniera non corretta, senza maschera. Se succede qualcosa di fatto la responsabilità è loro. A noi comunque ogni sei mesi, proprio per il tipo di lavoro che è, ci fanno tutti i controlli del tipo spilometria, analisi del sangue..pagati da lei, vengono in officina direttamente ti fanno le analisi e ti dicono se sei idoneo al lavoro. Se hai tipo problemi di respirazione sei incompatibile al lavoro. I controlli devono farli obbligatoriamente a quanto ho capito. Poi vabbè per restare sui loro obblighi, di recente ci hanno fatto prendere il patentino del muletto, che noi guidavamo senza alcuna vera capacità. Io ho guidato il muletto il primo giorno di lavoro, dicendo semplicemente si quando mi hanno chiesto se lo sapevo utilizzare. Noi non potremmo manco avvicinarci al muletto, però lo facevamo comunque. Sei mesi fa ci han pagato un corso di due giorni dove non ci hanno spiegato niente, ci han fatto vedere un video e fatto ascoltare sta tizia che parlava per due giorni ma neanche lei ci era mai salita sul muletto. A differenza di giù però non c’è paragone tra livello sanitario, fiscale e cosi via.

(Infoaut): Tu sei emigrato circa due anni fa. Cosa ti ha portato a questa scelta, anche in merito alla tua biografia.

Io ho iniziato a lavorare a 16-17 anni, andando in Veneto a fare il manovale d’estate. Lo facevo per alzarmi due soldi, poi tornavo giu. Mi sono diplomato e ho iniziato subito a lavorare da un amico che aveva una ditta di giardinaggio. Un lavoro pesante, lui tralaltro non lavorava ma gestiva solamente l’azienda. Io ero l’unico italiano a lavorare in questa squadra piena di rumeni, moldavi. Siamo circa nel 2004. Non c’era alcuna forma di contratto, era tutta a nero, ma questo anche per quanto riguardava il Veneto di cui dicevo prima. Nel 2007 mi ero stufato di spaccarmi la schiena per 30 euro al giorno e con i soldi messi da parte ho provato a farmi la mia ditta, proponendo a questo amico per cui lavoravo se voleva fare una società. Ha accettato, quindi ci siamo organizzati, mi sono aperto la mia partita iva, provavo a pagare i contributi da solo, però sono riuscito a tenere aperto solo un anno e mezzo prima di ritrovarmi Equitalia sulle spalle e quindi di fatto ho dovuto chiudere e pensare a sanare la mia posizione, cosa che ho fatto poco prima di salire al Nord.

(Infoaut): Che idea ti sei fatto di questi problemi?

Da un lato c’è il solito problema, ovvero che i clienti prima di pagarti ti fanno uscire pazzo. Sono cifre diverse rispetto all’azienda dove lavoro ora, ma è lo stesso meccanismo. Io tralaltro avevo quattro persone che lavoravano con me, ho detto a queste persone rumene, che tralaltro all’epoca erano ancora extracomunitari e avevano paura di essere fermati, se volevano essere regolarizzate ma loro non hanno voluto perchè preferivano che le pagassi di più in nero…era un casino.

(Infoaut): La tua storia è quella anche di altre persone tue amiche o compagni di strada?

No, io ho comunque fatto lavori sempre molto pesanti, tu pensa che anche amici che mi chiedevano di lavorare qualche giorno, lo stesso mio fratello, non reggevano piu di tre giorni. Nei giardini si sveniva dal caldo, era veramente una roba durissima. Amici che hanno provato a fare attività ne ho avuti, sempre a livello di qualche negozio, abbigliamento ste cose qua. Giù il problema però è che quando apri una cosa del genere devi pagare oltre lo Stato anche l’Antistato, perchè senno dopo un po ci possono essere problemi, non è un ambiente molto favorevole.

(Infoaut): Cosa c’è quindi nella tua decisione di emigrare? Solo un piano economico o anche altro?

E’ che era diventato alienante, snervante, spezzarsi la schiena senza avere mai una lira in tasca. E’ vero, dei periodi incassavo, stavo anche bene, però dopo il 2013 la crisi mi ha proprio travolto. In passato ero arrivato anche a nove lavoratori temporanei per me, alla fine ero arrivato a tre. Per pagare loro a volte non mi prendevo io la mia parte. A volte manco riuscivo a fare questo, e dovevo farmi prestare soldi o a casa o da amici. Quando sai cosa vuol dire stare dall’altra parte, sai che si prova. Ero comunque in seria difficoltà. Ad agosto ad esempio non si incassava niente, no lavoro no stipendio. Ferie e tredicesima figurati..quando ho preso la mia prima tredicesima qui mi sentivo quasi in imbarazzo!

(Infoaut): Quante persone del tuo giro hanno deciso di emigrare? Che discorso c’è sotto a livello anche di discorsi, di chiacchiere che facevate..

La maggior parte è rimasta, siamo partiti in pochi. In qualche modo chi è rimasto si arrangia, però è pesante. Io quando torno li vedo proprio “finiti” a livello mentale, perchè non trovi niente, se trovi sei super-sfruttato, ho visto ragazze lavorare dieci ore al giorno nei negozi di abbigliamento a 400 euro al mese e devono fare anche le pulizie! I livelli sono questi. 4,500 euro al mese a meno che non entri nelle grandi catene, ma senno comunque la media è questa. Poi certo, ci sono altri fatti, se hai la casa e non devi pagare l’affitto alla fine dove sono io vivi bene, ma non è cosi scontato. Io comunque rifarei questa scelta, anzi dovevo farla anni prima. Non lo voelvo fare in passato perchè a me piaceva davvero tanto stare giù, però ora avrei già dieci anni di contributi..quando ho deciso di partire tutti i miei più cari amici hanno provato a non farmelo fare, mi dicevano ma dove vai, vai a morire in fabbrica, qua alla fine si campa..io però non ne potevo più di vivere alla giornata, ho provato a fare sta cosa, anche un po’ all’avventura e fino ad ora sta andando anche meglio di come pensavo.

(Infoaut): Quanta difficoltà hai avuto a trovare lavoro?

Io ero terrorizzato all’inizio. Uscivo alle sette di mattina, col mio zainetto pieno di curriculum stampati, facevo il giro di tutte le agenzie interinali che poi detto tra noi ti prendono davvero troppo per il culo, mi hanno fatto una sola telefonata tra tutte e dopo già 6 mesi che ero salito. Qui ho avuto però fortuna perchè ho conosciuto tramite amicizie in comune questo ragazzo calabrese che mi ha detto che nell’azienda dove sto cercavano lavoro. Quindi tutto è capitato per caso, diciamo.

(Infoaut): Ed è la scelta migliore possibile? Nel senso, lo è solo a livello economico o è anche il meglio che potevi trovare sul mercato in generale anche in relazione alle condizioni di lavoro?

Dipende pure da in che situazione sei. Io non ho avevo nulla da parte e ciò che ho trovato l’ho preso subito. Poi mi sono trovato alla fine bene, c’è un buon clima a lavoro e per ora sto bene li. Se andassi a lavorare da qualche altra parte magari prenderei anche qualcosa in più, però con dinamiche del tipo caporeparto etc. Ormai so dove andare a cercare, piu o meno ho un’idea delle aziende e dei lavori che potremmo essere buoni per me. Il lavoro c’è alla fine, comunque, ma è davvero pesante. Poi c’è tutta la roba dei contratti, che ti fanno prima il contratto a tre meis, poi ti licenziano, poi ti richiamano sei mesi dopo per fare un altro periodo di tre mesi..è dura trovare un posto che ti tenga a lungo termine a meno che non sia un lavoro pesante e anche fuori dal centro della città.

(Infoaut): Ma quindi in definitiva come dovrebbe secondo te migliorare il tuo lavoro?

Ripeto, a livello umano alla fine li dove sto è dignitoso, apprezzano il lavoro che faccio, mi trattano bene. A livello economico non vivo male ma rispetto a quello che facciamo è pagato poco. Ovviamente di queste cose in un’azineda come la mia è difficile parlare di queste cose dato che il tuo collega è il fratello del capo. Infatti faccio eventualmente questi discorsi con l’altro collega, mentre l’altro è comunque un capo, uno che ti fa camminare, non è un vero dipendente, non è lui che alza un cancello di trecento chili se c’è da farlo insomma.

 

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