InfoAut
Immagine di copertina per il post

21 Ottobre 2016..costruiamo insieme una giornata di sciopero e mobilitazione generale!

Riportiamo dal portale del SI Cobas il documento che lancia lo sciopero generale del sindacalismo di base conflittuale contro le politiche del governo Renzi, fissato per il 21 ottobre. Una data importante, dove poter alludere ad una generalizzazione dello sciopero e dei picchetti anche su un piano metropolitano, a partire dalla connessione con le lotte studentesche e dei movimenti per l’abitare. Il tutto in direzione dell’appuntamento referendario, contro il quale una grande giornata di mobilitazione sociale è stata fissata nel 27 Novembre, con il corteo lanciata dall’assemblea romana “C’è chi dice NO!”.

 

  • CONTRO LE POLITICHE DEL GOVERNO RENZI E LA MODERNA SCHIAVITÙ SALARIATA IMPOSTA DAL JOBS ACT
  • CONTRO OGNI COINVOLGIMENTO DELL’ITALIA IN MISSIONI DI GUERRA CONTRO I POPOLI DEL MEDIORIENTE E DEL MAGHREB

  • PER IL NO AL REFERENDUM COSTITUZIONALE IN NOME DEGLI INTERESSI MATERIALI DEI LAVORATORI

  • PER RILANCIARE CON LE LOTTE LA CONQUISTA DI NUOVI CONTRATTI COLLETTIVI DI LAVORO, DAL PUBBLICO IMPIEGO ALLA LOGISTICA

  • PER LA RIDUZIONE DELL’ORARIO DI LAVORO A PARITÀ DI SALARIO, LAVORO STABILE E SICURO E SALARIO GARANTITO A TUTTI I DISOCCUPATI

  • PER IL DIRITTO ALL’ACCOGLIENZA E AL SOGGIORNO PER CHI SCAPPA DALLE GUERRE O DALLA MISERIA: NO ALLA PROPAGANDA RAZZISTA CHE DIVIDE I LAVORATORI TRA PROFUGHI E CLANDESTINI

  • CONTRO LE INUTILI “GRANDI OPERE” CHE DEVASTANO IL TERRITORIO

  • PER IMPEDIRE CHE SI RIPETANO ALL’INFINTO NUOVE STRAGI AD OGNI SCOSSA DI TERREMOTO

  • PER IMPORRE POLITICHE URBANISTICHE CHE METTANO AL PRIMO POSTO LA VITA DEI LAVORATORI E NON IL PROFITTO

 
A partire dalle realtà che rappresentiamo nel mondo del lavoro, con particolare riferimento alla logistica, ma anche a vari altri spezzoni di lavoratori di settori dell’industria e del Pubblico Impiego, riteniamo sia necessario andare a costruire insieme questa giornata di sciopero, mobilitazione e lotta a partire dalle contraddizioni materiali che quotidianamente attraversiamo nei territori, nei quali è presente la nostra azione di lotta.
 
Dall’emergenza-casa alla devastazione dei territori, alla scuola, alla salute, vogliamo cogliere questo momento di lotta più generale per riuscire a collegare le battaglie che conduciamo in special modo nella logistica con tutte le altre realtà di lotta che esprimono una tensione sul terreno della necessità di trasformare lo stato di cose presente. Abbiamo in piedi una infinità di vertenze specifiche e generali che riguardano vari comparti della grande distribuzione, della produzione, del commercio e dei servizi.
 
La giornata del 21 ottobre deve diventare per noi il tentativo di ricomporre tutte queste vertenze all’interno dei vari territori, assumendo una visione più complessiva della lotta politica e di classe per indicare che oggi è possibile vincere battaglie, è possibile costruire nuove forme di autoorganizzazione in grado di scompaginare le vecchie e corrotte organizzazioni sindacali ridotte ormai ad una azione notarile rispetto alle scelte capitalistiche e governative.
 
Il 21 ottobre, per noi, deve servire anche a ribadire, rispetto al cosiddetto “sindacalismo di base”, che non è più tempo di scadenze rituali o di perseveranze con asfittiche quanto opportunistiche logiche concorrenziali. Urge ed è necessario fare un salto di qualità e saper puntare a costruire una vera unità di lotta su contenuti chiari e pratiche reali di lotta.
 
Per questo, per noi il 21 sarà un’occasione per rafforzare ed estendere le conquiste ottenute in molti magazzini della logistica a tutte quelle altre realtà nelle quali esistono ancora forme di sfruttamento di tipo schiavistico, per contrastare le nuove normative sul lavoro (jobs act, voucher, ecc), con quelle pratiche di lotta che in molti luoghi hanno portato ad imporne la disapplicazione. Perchè è quello che sta avvenendo nella realtà. Nella logistica abbiamo raggiunto molti obiettivi che vanno ben oltre i CCNL, arrivando a siglare per la prima volta in Italia, con i principali corrieri, una clausola sociale in caso di cambio di appalto che garantisce la continuità lavorativa. Alla faccia dei referendum della CGIL sui cambi di appalto!
 
Ora si tratta di estendere queste conquiste a tutti i magazzini d’Italia, e di conquistare un vero tavolo di trattativa nazionale sul rinnovo del CCNL che è scaduto il 31 dicembre 2015.
 
Per questo il 21 ottobre chiamiamo alla massima mobilitazione tutti i facchini, i drivers e gli autisti!
 
Ma questo sciopero ha per noi anche una valenza più generale: il governo Renzi e la maggioranza che lo guida, dopo anni di attacchi al salario, taglia in modo indiscriminato la spesa sociale: i provvedimenti reazionari come la Buona Scuola e lo Sbloccaitalia muovono verso un tentativo di rafforzare i propri poteri, cancellando ogni residuo spazio democratico. L’obiettivo di Renzi è quello di rendere le camere ancor più simili a un Consiglio di Amministrazione aziendale, il cui unico scopo è quello di esaudire le volontà dei padroni e dei grandi capitalisti sotto l’aura la cornice legislativa della democrazia borghese.
 
È chiaro che ciò che attiene ai mutamenti in senso limitativo della costituzione formale ha a che vedere anche con un processo di peggioramento delle condizioni di vita del proletariato e di quei segmenti della borghesia in via di proletarizzazione; ed in questo senso non possiamo che schierarci per il no al referendum proposto da Renzi. Ma ciò che ci spinge a organizzare questo sciopero generale è la necessità di costruire percorsi di lotta in grado di incidere sulla costituzione materiale, così come abbiamo fatto in tutti questi anni. Un esempio di quanto andiamo dicendo è quanto è successo sul terreno della rappresentatività sui posti di lavoro.
 
Come è risaputo, grazie agli accordi siglati dalla triplice nel 2013 con Confindustria sono state poste ulteriori limitazioni sul terreno della democrazia rappresentativa all’interno dei posti di lavoro. Ebbene, laddove si sono costruiti percorsi di lotta radicali – vedi la logistica –, alla faccia della costituzione formale che esclude dalle trattative tutti i sindacati non firmatari dei CCNL, il SI COBAS e l’ADL COBAS sono riusciti a conquistare diritti inesigibili sul piano formale. Le lotte sul terreno del salario innanzitutto, ma anche quelle dei bisogni e della qualità della vita, si muovono su un terreno totalmente indipendente dal piano istituzionale e formale.
 
Sono i rapporti di forza tra le classi a determinare “le regole del gioco” e non il contrario: per questo riteniamo che, per gli interessi di classe, se è fondamentale far cadere questo governo con ogni mezzo utile, altrettanto centrale sarà la costruzione di una mobilitazione nazionale capace di spostare l’asse dello scontro dalle urne ai cancelli delle fabbriche e alle piazze, dal terreno parlamentare delle alleanze tra blocchi di potere a quello degli interessi immediati di milioni di lavoratori, precari e disoccupati.
 
Per questi motivi vogliamo che lo sciopero del 21 ottobre sia da declinare attraverso concrete pratiche di blocco nei territori metropolitani così come nei luoghi di lavoro, partendo dai settori organizzati per estendersi alle figure sociali e produttive che non hanno mai scioperato, perché non possono o faticano a farlo, schiavi delle formule tradizionali della non-lotta.
 
Questo sciopero deve mirare a costruire ponti e relazioni tra il mondo del lavoro che si organizza e si mobilita in maniera “classica”, seguendo la straordinaria tradizione della lotta operaia, e quel segmento della classe che deve tornare a dotarsi di strumenti in grado di far male a chi comanda e, per il proprio profitto, getta nella miseria i lavoratori.
 
Sarà uno sciopero contro le politiche di precarizzazione del lavoro, contro l’aumento dei ritmi produttivi e l’abbassamento dei livelli salariali, dirette conseguenze della distruzione progressiva della contrattazione nazionale in atto oramai da decenni tra il lavoro e il padronato.
 
Sarà uno sciopero per il rispetto delle conquiste salariali fin qui ottenute con la lotta, e di tutte le forme di tutele e di diritti che, attraverso le battaglie radicali intraprese in questi anni, alcuni settori del mondo del lavoro sono riusciti a far rispettare. Sarà uno sciopero per richiedere un salario e un reddito garantito per sfuggire al ricatto della precarietà e alla trappola della miseria.
 
Sarà una giornata che insisterà sul diritto di sciopero, per chi può esercitarlo e per chi deve strapparlo quotidianamente: in Italia c’è una parte gigantesca della forza lavoro che non può scioperare e una parte che, pur potendo esercitare questa forma di lotta, viene attaccata violentemente, fino ad estreme conseguenze. Il SI COBAS e l’ADL COBAS hanno sempre scioperato laddove fosse necessario, ribadendo e rivendicando più che il “diritto” la pratica plurisecolare dello sciopero come l’arma più potente in mano ai lavoratori, per praticare tutte le forme di lotta atte a mettere in ginocchio i padroni.
 
Sarà uno sciopero, inoltre, contro i morti sul lavoro e nella lotta, il quotidiano bollettino di guerra che gli ultimi drammi di Piacenza e di Taranto riportano alla luce con forza. Non solo non si può e non si deve morire di lavoro, ma non si può e non si deve morire nella lotta.
 
Sarà uno sciopero contro il Jobs Act e l’attuale organizzazione del lavoro, contro la Bossi-Fini che produce sfruttamento, per garantire la mobilità di tutti, richiedenti asilo e non, per la creazione di reali canali d’ingresso per la libertà di movimento in Italia e in Europa dei lavoratori immigrati, contro l’articolo 5 del Piano Casa che produce marginalizzazione, perché tutti devono avere accesso a una casa.
 
Sarà uno sciopero contro le aggressioni di guerra che l’Italia, insieme alle altri grandi potenze imperialistiche, continua a perpetrare in tutto il mondo, accumulando ricchezze e profitti e portando distruzione e miseria. Si moltiplicano sempre di più gli scenari di guerra, con l’immediato risvolto di flussi migratori senza precedenti che amplificano nel mondo i disastri prodotti dalla crisi.
 
Sarà uno sciopero che guarda al di là dei confini nazionali, in contemporanea con i meeting di costruzione di scioperi transnazionali europei, che guarda all’esperienza francese di battaglia alla Loi Travail come modello da seguire, se non nella sua conduzione, come movimento della massa lavoratrice. Sarà uno sciopero per affermare con forza il diritto all’asilo, al soggiorno e al lavoro a salario pieno per tutti gli immigrati.
 

SOLO LA LOTTA PAGA! UNITI SI VINCE!

 

S. I. COBAS
ADL COBAS

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Aska è di chi arriva. Chiedi del 47

In questo momento più del solito, ma non è un fenomeno specifico di questi giorni, sembra esserci una gara a mettere etichette su Aska e sulle persone che fanno parte di quella proposta organizzativa.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Torino: “difendere l’Askatasuna per non far spegenere la scintilla di ribellione che Torino ha dentro”

“La grandissima manifestazione di risposta allo sgombero è stata la reazione di Torino che si è riversata nelle strade per difendere quella sua radice ribelle che non si vuole che venga cancellata.”

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Sgombero Askatasuna. Giorgio Rossetto: “Rispondere logorando l’avversario come in Val Susa”

Bisogna accettare i terreni anche quando non si sono scelti, il terreno del conflitto, della lotta, a volte anche dello scontro e l’esercizio della forza da parte dei movimenti

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Nasce il Presidio Permanente per la Tutela e il Rilancio della Sanità Lametina

Negli ultimi anni le criticità del sistema sanitario calabrese – e in particolare dell’area lametina – hanno raggiunto livelli non più tollerabili per una comunità che ha pieno diritto a servizi efficienti, sicuri e dignitosi.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Emergenza sanità in Calabria: serve una reazione decisa e collettiva!

La tragica notizia del cinquantasettenne morto a Lamezia mentre attendeva l’arrivo di un’ambulanza impone una reazione decisa e collettiva.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Quando il popolo si organizza, il sistema vacilla

L’ultimo periodo di lotte ha mostrato che il potere trema solo quando il popolo smette di obbedire.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

E’ ancora il momento di bloccare tutto!

Il 28 novembre sarà sciopero generale, coordiniamoci in tutte le città, in tutte le provincie, in tutti i paesi per bloccare ancora una volta in maniera effettiva tutto il territorio nazionale.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Torino: Askatasuna ‘bene comune’, iniziati i lavori di riqualificazione

Entra nel vivo la trasformazione dello storico centro sociale Askatasuna di corso Regina Margherita 47 a Torino, occupato 29 anni fa e da allora perennemente sotto minaccia di sgombero, in bene comune.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

“Una legge di bilancio di matrice classista” quella del governo Meloni. L’analisi del Professor Alessandro Volpi

Si accende il dibattito rispetto alla iniqua manovra del governo, in particolare su fisco e pensioni.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

“Piano Casa”: il governo Meloni di fronte alla crisi abitativa strutturale

In questi giorni il governo Meloni sta discutendo del “Piano Casa”. Creazione dell’Autorità per l’Esecuzione degli Sfratti, abbreviate le procedure e le tempistiche: tutto sembra aggravare una situazione di crisi abitativa già critica.

Immagine di copertina per il post
Culture

“Una poltrona per due” e il Natale violento del capitale

Perché ogni anno, Una poltrona per due (Trading Places, 1983), di John Landis, viene puntualmente trasmesso dalla televisione italiana in occasione della vigilia di Natale?

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Perde un occhio per un lacrimogeno sparato ad altezza persona: la battaglia di “Lince”

La sera dello scorso 2 ottobre un’attivista di 33 anni ha perso un occhio a causa di un lacrimogeno lanciato ad altezza d’uomo dalle forze dell’ordine.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Combattere la macchina genocidiaria!

Ripensare il due, la divisione, la rivoluzione

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Viva Askatasuna! Torino e la deindustrializzazione

Una volta chiamavano Torino la città dell’automobile.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Sanzioni per lo sciopero generale del 3 ottobre: il governo Meloni prova a vendicarsi

La Commissione di Garanzia sulla legge 146 ha emesso la sua prima sentenza contro gli scioperi dello scorso autunno, facendo partire una prima pesante raffica di sanzioni contro l’agitazione che è stata proclamata senza rispettare i termini di preavviso a causa dell’attacco che stava subendo la Flotilla.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Allevatori ed agricoltori di nuovo in protesta in Belgio e Francia.

Di seguito ripotiamo due articoli che analizzano le proteste degli agricoltori che in questi giorni sono tornate ad attraversare la Francia ed il Belgio.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

La violenza che non fa notizia

La violenza dello Stato: sgomberi, gas CS, idranti ad altezza persona e una narrazione mediatica che assolve chi colpisce e criminalizza chi resiste.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ha vinto Kast e il Cile si aggiunge all’ondata di ultradestra

È il primo pinochetista a giungere a La Moneda in democrazia.