27 giugno: seconda piazza di Black Lives Matter a Torino
Condividiamo dalla pagina dello Spazio Popolare Neruda il comunicato delle realtà che hanno promosso la piazza antirazzista di sabato scorso a Torino. Una piazza partecipata, composita e ricca di spunti per il futuro.
L’altro ieri, per la seconda volta dalla morte di George Floyd, Torino ha visto un corteo antirazzista carico di energie. Un corteo con protagonisti i soggetti che ogni giorno subiscono discriminazioni, che ha sentito le voci cariche di rabbia di chi vive sulla propria pelle violenze e micro-violenze, che ha messo in campo pratiche spontanee e nuove.
Piazza castello si è riempita di voci e di esperienze di chi è stuf@ di essere considerat@ estrane@, e per questo di dover chiedere il permesso per tutto, di dover cedere il posto in autobus, di dover ringraziare per un lavoro da 40 ore settimanali per 400 euro al mese, di dover essere servit@ per ultim@ nella fila al tabacchino, di dover abbassare la testa davanti a sguardi di disprezzo.
L’altro ieri non abbiamo chiesto il permesso a nessuno: ci siamo presi lo spazio per parlare in piazza, i portici di piazza castello per ballare durante il diluvio, le strade della città bloccando macchine e i pullman dove di solito veniamo guardati male quando saliamo. Più volte ci siamo inginocchiati con il pugno alzato per ricordare George Floyd e tutte le vittime di razzismo in Italia e nel mondo.
Il 27 per la seconda volta in un mese abbiamo urlato che le vite dei/delle Ner@ valgono: se siamo nat@ in un altro paese o i nostri genitori non sono bianchi non è una giustificazione per essere guardat@ male, per essere pagat@ di meno, per essere considerate puttane, per essere lasciat@ per ultimi nelle code agli uffici.
Chi si deve vergognare non siamo noi per il nostro colore della pelle, ma chi fa e permette queste discriminazioni.
Deve vergognarsi la signora che stringe la borsa quando vede salire un@ ragazz@ Ner@ sul pullman, chi non si siede vicino a un@ Ner@, il controllore che va dritto a chiedere il biglietto al/lla prim@ Ner@ che gli salta all’occhio, il poliziotto che perquisisce qualsiasi Ner@ per strada cercando droga, il medico che ci parla usando i tempi verbali all’infinito, il professore a scuola che ci impone di parlare sempre e solo italiano.
Questo mese ha sancito l’inizio di un reale movimento antirazzista a Torino.
Il tempo della vergogna è finito.
Comincia il NOSTRO TEMPO.
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