A fuoco la Torre Cigna occupata a Livorno. Una donna in fin di vita.
Intorno alle 7 di questa mattina un incendio è divampata all’interno della torre Cigna di Livorno, un palazzo di 19 piani, in disuso da più di dieci anni, occupato poco più di un anno fa da circa duecento persone tra cui un’ottantina di minori, membri di famiglie in emergenza abitativa.
La città di Livorno infatti conta ormai una quarantina di sfratti esecutivi al mese, con polizia e carabinieri che arrivano per buttare fuori casa chi non riesce più a pagare l’affitto a ritmo industriale. Persone sfrattate, disoccupati che non riescono a pagare l’affitto, famiglie monoreddito, anziani in attesa di pensione: nonostante la povertà continui ad avanzare in dieci anni il patrimonio abitativo pubblico di è ridotto dalle 12mila alle 8mila unità abitative, assolutamente insufficienti a far fronte a quella che più che un’emergenza assomiglia sempre di più alla normalità del nostro paese. Davanti all’immobilismo delle istituzioni una parte di loro ha deciso di trovare una soluzione da sé con l’occupazione della torre della periferia nord livornese, lasciata all’abbandono dal Demanio e dalla BNL (oggi parte di BNP Paribas).
Stamattina l’incendio in una stanza al terzo piano dove viveva Marcella, una donna di 53 anni, una compagna del movimento di lotta per la casa livornese che ora si trova in ospedale in condizioni gravissime, con ustioni sul 80 percento del corpo.
Non ai confini della city ma nella città più povera del Nord Italia va a fuoco una Grenfell tower in miniatura, un luogo in cui avevano trovato una casa chi una casa non può permettersela, gli espulsi dal mercato del lavoro, quelli per cui dicono che non c’è più posto, che devono arrangiarsi e vivere una vita ai margini di un paese in cui le uniche sofferenze da lenire, quelle per cui si tirano fuori miliardi di euro senza battere ciglio, sono quelle degli istituti bancari. Nel frattempo le autorità non solo non trovano soluzioni per chi non ce la fa ma dichiarano anche la guerra a chi si organizza per sopperire alle loro carenze. È ancora in vigore infatti l’osceno articolo 5 del Piano casa di Lupi che rende impossibile gli allacci alle utenze nei palazzi in disuso occupati dai movimenti, aggiungendo precarietà alla precarietà. Senza contare i distacchi dell’elettricità, le pressioni e gli sgomberi promosse dalle istituzioni sempre schierate dalla parte del più forte.
Il nostro pensiero va ora a Marcella, appena avremo aggiornamenti sulle sue condizioni di salute li pubblicheremo su questa pagina.
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