Abbiamo vinto la battaglia, non abbiamo vinto la guerra
Dopo oltre due mesi di mobilitazione e cinque intensi giorni di sciopero le bariste del Campus Einaudi hanno strappato un primo importante risultato.
Questa mattina all’incontro tra ispettorato del lavoro, Università, Ifm e Sodexo a cui, dopo aver fatto pressione all’ingresso, le lavoratrici e i rappresentanti sindacali sono riusciti a partecipare, è stata stabilita una proroga di 60 giorni (fino al 30 novembre) e il ritiro delle lettere di licenziamento da parte della azienda Ifm. Questo significa che per altri due mesi le lavoratrici avranno garantito il loro posto di lavoro. Non ci basta! Una delle ragioni per cui le lavoratrici hanno deciso di iniziare lo sciopero era vedersi riconosciuto l’aumento del livello, tante di loro infatti sono costrette dalla ifm a svolgere mansioni che non sono previste dalla loro posizione lavorativa e per le quali non sono retribuite. Sono determinate ad andare avanti con lo stato d’agitazione finché non vedranno riconosciuto il livello che gli spetta.
Sodexo, dal canto suo, a oggi non è disponibile a garantire la riassunzione delle lavoratrici anche qualora il Tar, una volta valutato il ricorso fatto da Ifm, si esprimesse in suo favore. L’ottenimento delle riassunzioni di tutte le lavoratrici e i lavoratori a contratto indeterminato senza periodo di prova e a non meno di 6 ore al giorno se dovesse subentrare Sodexo è una partita che non siamo disposti a perdere, che semplicemente non si giocherà la settimana prossima! Dopo la partecipata assemblea di ieri in solidarietà allo sciopero delle bariste, a cui hanno partecipato tant* student* e anche lavoratrici e lavoratori dei servizi dell’Università, raccogliamo positivamente l’indicazione della volontà e della necessità di lavorare perché all’interno di Unito si creino delle alleanze, tra lavorat* e tra chi dell’Università vive anche le sue contraddizioni. Non si può più tollerare una gestione emergenziale delle situazioni contingenti.
Oggi, come quattro anni fa e come risuccederà tra quattro anni se non si inverte la rotta, tocca alle bariste del Campus, a fine mese ai lavoratori della manutenzione, i bibliocooperativisti si trovano in una condizione simile e poi ritoccherà alle lavoratrici delle pulizie, delle mense, ai lavoratori delle portinerie e via dicendo. L’Università è responsabile di questa situazione, esternalizzare tutti i servizi è stata una scelta e questa scelta va combattuta. Questa settimana di blocco, secondo noi, ha dato un segnale importante da cogliere. La possibilità, anche in pochi, di potere colpire nel segno e mettere in discussione un sistema organizzativo ingiusto, palesandone le contraddizioni. Far emergere questa possibilità e riconoscerla è stato un passo importante, allargarla è un obiettivo che vogliamo raggiungere!
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