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Abitare nella crisi: assemblea 10 gennaio, ore 11, Firenze (via Aldini 5)

Ancora una volta un buon confronto ha caratterizzato l’incontro nazionale della rete “Abitare nella crisi” che si è svolto a Roma il 13 dicembre. Al centro della discussione la difficoltà del momento, anche relativa agli avvenimenti francesi e lo strumentale aumento del controllo contro le lotte e il disagio sociale da parte del governo Renzi, delle Prefetture e delle Questure.

L’idea che al terrorismo si risponde incrementando risorse da destinare alla sicurezza piuttosto che verso misure di tutela sociale e di garanzia dei diritti primari, è un’idea antica e sempre buona soprattutto quando è utile per arginare malcontento e conflitto. Così si moltiplicano le operazioni mirate verso luoghi considerati “franchi” come le occupazioni abitative sostenuti da roboanti interventi del ministro dell’Interno e dei suoi sodali contro chi occupa, ma anche contro le mobilitazioni studentesche e quelle dei lavoratori e delle lavoratrici che vengono minacciati continuamente di precettazioni e divieti. La necessità di aprire un percorso di costruzione di una mobilitazione nazionale su questi temi ha attraversato l’intero confronto, senza tralasciare le urgenze rappresentate dallo stillicidio di sfratti e pignoramenti, come dalle difficoltà legate all’articolo 5 del cosiddetto “piano casa” di Lupi/Renzi, che colpisce soprattutto la composizione migrante presente nei nostri percorsi di lotta.

Per questo, dopo la settimana i mobilitazione che si è appena conclusa, si individua il periodo natalizio come spazio utile per produrre iniziative dislocate sui territori dal 19 al 23 dicembre sul tema dei consumi e della povertà, a ridosso di una Legge di Stabilità tutta sbilanciata a salvaguardare un ceto sociale garantito e completamente vuota di provvedimenti a sostegno del disagio sociale e dei settori che maggiormente pagano la crisi. “Guastare le feste” al manovratore con manifestazioni e iniziative di varia natura può rappresentare un buon punto di passaggio verso una mobilitazione più ampia tra la fine di febbraio e il mese di marzo. Per affrontare bene questa ipotesi si propone di rivederci il 10 gennaio a Firenze, anche per dare corpo all’iniziativa del Kidzbloc di contestazione dell’evento Pitti bimbo previsto per la fine di gennaio. Dalla discussione è emersa anche una “buona ragione” per tornare a Milano: il 14 gennaio ci sarà un’udienza che riguarda un attivista al quale viene negato il permesso di soggiorno per la sua presunta pericolosità sociale, misura che potrebbe arrivare a molt* altr* migranti attivi nelle lotte di ogni giorno.

Assumendo la campagna “Rompere il ricatto”, si propone di essere presenti con delegazioni da tutt’Italia alla manifestazione convocata davanti il tribunale di Milano per quella giornata e di intrecciare nel pomeriggio un confronto utile su questi temi, che torni a parlare del primo maggio milanese e dei modelli di governance delle nostre città, sostenendo chi è stato colpito da misure repressive in carcere o ai domiciliari in Italia e gli attivisti greci che rischiano l’estradizione. Si è deciso inoltre di avviare un percorso di approfondimento sul tema dei pignoramenti e di diffondere un opuscolo di autodifesa dagli sfratti.

Abitare nella crisi

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