Stamattina infatti un altro edificio occupato è stato sgomberato da camionette di celere, digos, vigili urbani e vigili del fuoco. Si tratta stavolta di un’ ex-caserma occupata circa 8 mesi fa e da poco rivenduta ad un privato investitore. A risiederci erano circa 25 famiglie (molte migranti) che in questi mesi si erano anche impegnate in lavori di consolidamento e manutenzione.
Ma stamattina l’ennesima operazione di polizia mette fine alla loro esperienza di riappropriazione di un diritto fondamentale – quello alla casa – prima ancora che di un semplice edificio.
Ora le famiglie si trovano sotto l’edificio sgomberato ma la rabbia è alta e le famiglie si preparano a far sentire la propria voce. Intanto, durante i convulsi momenti dello sgombero, una donna ha minacciato di gettarsi da un balcone prima di essere fermata dai familiari.
Questa ennesima scelta repressivo-poliziesca è l’ennesima dimostrazione che anche l’amministrazione arancione non riesce ad interpretare le emergenze sociali della città se non riducendole sempre a questioni di ordine pubblico. Ma soprattutto che in Comune non si riesce a pensare una reale alternativa che sappia far fronte ad un problema sentitissimo in città senza ricadere nella solita unica-via della tutela degli interessi privati e speculativi.
Mentre le liste di richiedenti alloggi-popolari continuano ad ampliarsi, le istituzioni pubbliche sanno pensare solo a far cassa vendendo ogni immobile pubblico e poi reprimendo le esperienze di riappropriazione.
Case e reddito restano dunque l’orizzonte per una politica antagonista ed una cambio di rotta reale.
Oggi, alle 16.00, presidio sotto la palazzina sgomberata in via Dante.
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