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Arezzo, Bologna, Vicenza: i No Salva-Banche contro il governo Renzi

Sono state le mobilitazioni a rovesciare il discorso. Da subito infatti i risparmiatori si sono autorganizzati, innanzitutto attraverso una pagina facebook e anche un’associazione, oltre a diversi gruppi locali. A partire da qui sono state organizzate da dicembre diverse manifestazioni, a Roma, a Laterina sotto casa della famiglia Boschi, a Pontassieve sotto casa Renzi, ad Arezzo giovedì scorso, con lanci di uova contro Banca Etruria e una determinazione che mostra il livello di rabbia accumulato. Nonostante il nome scelto per la pagina facebook e per l’associazione, “Vittime del Salva-Banche”, il rapido processo organizzativo e di soggettivazione collettiva non ha nulla a che fare con la vittimizzazione, che anzi viene esplicitamente rifiutata dalle figure che si stanno mobilitando. “Quello che ci ha colpito non riguarda dei casi individuali e non riguarda solo noi, ma il furto delle vite di tutti e delle giovani generazioni”, hanno ripetuto più volte i risparmiatori che a Bologna hanno iniziato da alcune settimane a organizzarsi e hanno dato vita all’iniziativa davanti a Banca d’Italia di cui riportiamo qui di seguito il comunicato. La scelta di una bandiera e di un logo comune, “No Salva-Banche”, è mutuata dall’esperienza No Tav, individuata da molti risparmiatori come un esempio virtuoso perché “è un movimento popolare e forte”.

L’individuazione del nemico è stata fin da subito chiara ed esplicita: il governo Renzi e il sistema di potere PD, nel suo intreccio strutturale con le banche. I soggetti sono delle concrete esemplificazioni di quel ceto medio colpito dalla crisi e sottoposto a processi di declassamento, collocate su un livello storicamente cerniera che sta esplodendo. Le mobilitazioni di questi giorni ad Arezzo e Bologna fanno vedere che in questa esplosione vi sono grandi potenzialità di conflitto, che può assumere strade differenti o addirittura opposte. Nella crisi infatti gli spazi della mediazione si esauriscono, quindi una direzione antagonista o reazionaria dipende innanzitutto dalla capacità, dalla costanza e dalla forza del lavoro organizzativo all’interno delle ambivalenze e delle contraddizioni dell’esplosione. Una cosa è evidenziata dallo sviluppo di questa vicenda e dalle ultime manifestazioni ad Arezzo e Bologna: i codici, le ideologie e i lessici della sinistra, fatte di vittimismo e proiezione della propria identità verso un lontano altrove, sono non solo inutili ma dannose. Nel frattempo altri fronti che incrinano il rapporto fiduciario tra creditori e sistema bancario: a Gambellara, in provincia di Vicenza, una manifestazione ha raggiunto l’abitazione dell’ex presidente della Banca Popolare di Vicenza Zonin, reo di aver salvato i soci eccellenti della banca facendo loro vendere azioni prima della svalutazione dei titoli del 23% decisa dal consiglio di amministrazione; un’operazione che ha salvato i grossi investitori truffando i piccoli risparmiatori, gli oltre mille soci della banca popolare. “Tutto ciò che valeva fino a ieri oggi non vale più, a essersi rotta è la fiducia non solo nelle banche ma nelle istituzioni”: è qui che dobbiamo fare inchiesta militante, cercare la strada della rottura e per rovesciare i rapporti di forza.

 

Viva viva Santa Boschi: giornata di mobilitazione No Salva-Banche a Bologna

Da questa mattina la mobilitazione contro il salva-banche si è aperta pubblicamente anche a Bologna, con il presidio davanti a Banca d’Italia e il successivo corteo con cui siamo arrivati sotto alla sede del Comune. Questi due luoghi rappresentano simbolicamente e concretamente le istituzioni responsabili dell’azzeramento dei nostri risparmi e del bail-in, contro cui da mesi ci battiamo. L’iniziativa è stata indetta da risparmiatori bolognesi che da alcune settimane si sono autorganizzati, all’interno del percorso di mobilitazione che da novembre stanno conducendo le “vittime del salva-banche”. Abbiamo portato in piazza molte bandiere con lo slogan “No Salva-Banche”, accompagnato dal logo barrato di Banca d’Italia. Al presidio, insieme a vari risparmiatori di Bologna e di Ferrara, hanno preso parte anche studenti e giovani lavoratori precari, perché la questione non riguarda solo le persone e le famiglie colpite dal bail-in, ma è un paradigma generale dell’esproprio delle nostre vite da parte del sistema bancario e politico. Alla vigilia del probabile decreto del governo, che già sappiamo essere un’ulteriore truffa ai nostri danni e un tentativo di dividerci, è per noi tutti chiara la consapevolezza che nessuno ci potrà mai risarcire dei mesi di rabbia, insicurezza e frustrazione a cui ci hanno costretti. Per questo sul nostro striscione abbiamo voluto scrivere “Contro il furto delle nostre vite, rivogliamo tutto”. La nostra rivendicazione è infatti quella di un risarcimento totale e generalizzato di tutti i risparmiatori, indipendentemente dalle posizioni individuali.

Dopo aver appeso sul portone di Banca d’Italia un altro striscione (“No all’esproprio dei nostri risparmi!”) e delle mutande, a simboleggiare quello che abbiamo da perdere, abbiamo dato vita a una manifestazione per il centro cittadino, con tanti slogan (“Ladri”, “Giù le mani dai nostri risparmi”, “Rivogliamo i nostri soldi”) e un canto di processione sulla ministra Boschi e i suoi sodali (lo alleghiamo qui sotto). Arrivati davanti al Comune, su ordine del sindaco Merola, ci è stato impedito l’accesso al cortile di Palazzo d’Accursio, dove volevamo tenere un’assemblea conclusiva di questa importante giornata di mobilitazione, che abbiamo poi svolto in Piazza Maggiore. E’ addirittura stato chiuso il portone, un’immagine esemplare di istituzioni che si barricano impaurite e si nascondono davanti alla legittima protesta dei cittadini.

Dall’assemblea finale è emersa la proposta di rilanciare la mobilitazione con una nuova iniziativa indicativamente sabato 30 aprile nella città di Ferrara, duramente colpita dal fallimento di CaRiFe. Per prepararla insieme e in modo aperto, proponiamo un incontro pubblico da tenersi il prima possibile. Noi non ci fermiamo!

—-

Canto di processione sull’aria di Viva viva Sant’Eusebio

Viva viva Santa Boschi

Protettrice di tipi loschi

Viva viva i suoi banchieri

Che hanno usato i nostri sederi

Santa Boschi salvatrice

Salvatrice di papà

Viva viva sto governo

Che ci ha rovinato l’inverno

Viva viva l’ebetino

Dice cose da cretino

Viva pure la Banca d’Italia

Sopra cui metteremo la taglia

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