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Asti: ottenuta la sospensione della retroattività dell’art 5

Sono più di 60 le famiglie che stanno occupando immobili vuoti ad Asti. In queste occupazioni si sono ricostruite sicurezze, affetti, quotidianità: tutte cose che licenziamento, cassa integrazione, disoccupazione e l’imminenza di uno sfratto mettevano sotto grave minaccia. Una risposta concreta alla mancanza di case e di interesse da parte delle istituzioni ad affrontare il problema.
La prima occupazione risale ad Aprile 2010, l’ultima a Dicembre 2013.

Siamo rimasti basiti, quando, per la prima volta, abbiamo letto il decreto legge sul Piano Casa ed ancor più dalla decisione con la quale è stato scritto l’atto di guerra contro le occupazioni abitative firmato da Lupi. Una sorta di inversione di tendenza (ma neanche troppo): ieri, alla conclusione del partecipatissimo corteo nazionale del 19 Ottobre, contattava rappresentanze dei movimenti della casa – per poi nessun colpo ferire – oggi alza la scure della vendetta contro “i senza titolo” e gli “abusivi”, rigettando al mittente ogni richiesta di confronto.
Nonostante tutto, nessuno s’è perso d’animo. Abbiamo immediatamente convocata l’amministrazione (PD), la quale, messa sotto pressione, ha ammesso la gravità delle conseguenze dell’allora decreto Lupi, ma non ha in nessun modo opposto soluzioni.

Quando l’art. 5 (e tutto l’infame Piano Casa) è diventata legge abbiamo riconvocato l’amministrazione, per il 29 Maggio, con un ordine del giorno chiaro e conciso: gli effetti della legge Lupi sul nostro territorio e sulle realtà occupanti.
Affinchè fosse più chiaro il nostro obiettivo, il 27, abbiamo montato le tende davanti al municipio. E questa acampada non si è limitata ad una presenza statica: è diventata un punto di incontro, un spazio di dibattito un’area di condivisione. Ma anche un punto di partenza per le incursioni che abbiamo agito per la città.
Incursioni sono state fatte nella sede del PD locale, agli sportelli dell’Anagrafe e negli uffici dell’enel, per chiarire a tutti i soggetti che le responsabilità sono palesi e non tollerate.

L’effetto di questa mobilitazione è stato importante. Quando ieri abbiamo incontrato l’amministrazione tutti gli interlocutori avevano chiara davanti agli occhi la determinazione delle famiglie occupanti nel raggiungere l’obiettivo a costo di proseguire l’acampada e moltiplicare le incursioni per la città.
Non senza un clima teso e le provocazioni da parte del sindaco e dell’assessore ai servizi sociali, siamo stati ireemovibilmente sul pezzo.
Ieri (venerdi 30 maggio) a mezzogiorno il sindaco Brignolo si è presentato all’acampada, informandoci ufficialmente della scelta della giunta di non attivare le procedure imposte dall’articolo 5 nei confronti delle occupazioni esistenti. Speriamo che questo crei un precedente che possa favorire altre realtà analoghe alle nostre.

E’ ovvio che la guerra non è finita, ma quella che ci troviamo a registrare è una piccola quanto importante vittoria. Questa vittoria non possiamo che ascriverla, come già detto, alla determinazione e alla compattezza delle famiglie occupanti. Ma soprattutto alla consapevolezza che ogni nostro diritto lo dobbiamo conquistare a spinta. Al bando remissioni di poteri e deleghe dei diritti, i protagonisti siamo noi.
E la spinta emozionale non può che spingerci a proseguire, pronti ad essere presenti e contribuire alle giornate della dignità e della lotta dell’11 Luglio a Torino, e nelle battaglie riguardanti le prossime occupazioni.

La lotta per la casa comincia adesso!
Un abbraccio a Paolo e Luca, liberi subito!

Gli/le occupanti abusiv* e senza titolo astigiani
il coordinamento Asti-est

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