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Aviano: l’impunità dell’esercito imperiale

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Nella notte tra sabato e domenica scorsa una soldatessa USA di stanza alla base di Aviano ha travolto con la sua auto un ragazzo di 15 anni a Porcia, uccidendolo. A quanto pare la donna aveva un tasso alcolemico di quattro volte al di sopra del consentito. Ora, come già successo in altre occasioni, pare che la soldatessa non sarà processata in Italia, ma negli USA grazie al decreto 1666 del presidente della Repubblica Giovanni Gronchi del 1956.

Le procedure nei confronti di militari della Nato e degli Stati Uniti seguono due percorsi. Se vengono contestati reati commessi da militari nell’espletamento del proprio servizio, la giurisdizione statunitense scatta in modo automatico. Nel caso di reati comuni, che non attengano al ruolo di militare, come è nel caso dell’omicidio stradale, è facoltà del ministro italiano della Giustizia optare per la rinuncia all’esercizio della giurisdizione. Rinuncia che viene quasi sempre accordata.

Non è il primo caso di questo genere, la vicenda più nota è quella del Cermis quando un aereo americano volando senza autorizzazione a bassa quota tranciò i cavi della funivia provocando 20 morti. Il processo effettuato negli Stati Uniti portò all‘assoluzione dei responsabili.

La vicenda di cui stiamo parlando ovviamente presenta dei caratteri diversi: innanzitutto la soldatessa non era in servizio, ma stava rientrando da una serata trascorsa con gli amici in un locale a pochi centinaia di metri dal luogo dell’incidente. Ma nella sostanza si tratta della solita genuflessione all’eccezionalità americana sancita per legge. Se si fa parte dell’esercito USA le norme imposte a chiunque altro valgono in maniera differente. Di fatto la rinuncia a perseguire i militari statunitensi in Italia è una procedura quasi automatica che denota formalmente quello che decine di intellettuali filo-atlantisti si affannano a smentire quotidianamente. 

Si discute molto se gli Stati Uniti siano una nazione imperialista, se sia giusto definirli neocolonialisti, ma sono fatti come questi che ne qualificano ed evidenziano la natura, così come l’assoggettamento dei nostri governanti, di quasi ogni schieramento, al dettato USA. La si può mascherare in molti modi, ma ovunque l’esercito statunitense metta piede la giustizia subisce deformazioni ed eccezioni che spesso hanno come conseguenza l’impunità per i militari USA.

La base di Aviano attualmente ospita il 31st Fighter Wing, la componente aerea dello United States European Command e per quanto è dato saperne tra le 25 e le 35 bombe nucleari B61 tra i 45 e i 107 kilotoni.

Non ci vogliamo sperticare nel giustizialismo un tanto al kilo, sappiamo bene che la legge, in questo stato di cose presenti, è per alcuni più uguale che per altri. La questione è riconoscere la natura coloniale del nostro rapporto con lo stato a stelle e strisce e chiederci quanto siamo disposti a sopportare. Non sono qui per proteggerci, ma per fare i loro interessi, e quando la capiremo sarà già troppo tardi.

 

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