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Bolla “conti Sicilia” Atto#1: i Forestali

Nelle due più grandi città siciliane, infatti, sono stamattina scesi in piazza i “forestali”, lavoratori pubblici a libro paga della Regione. A questi (in realtà ai tre principali sindacati di categoria) è stato ieri comunicato che la Regione non ha più i soldi neanche per fargli completare le giornate di lavoro inizialmente preventivate al momento dell’approvazione “tardiva” della finanziaria regionale di maggio. Circa ottomila di questi – in totale sono ventiquattromila – già precari si vedrebbero non-garantiti i livelli di reddito promessi per quest’anno. Questo grazie alle abili e vigliacche manovre di palazzo: buona parte delle voci di spesa previste in finanziaria, infatti, risultavano già (al momento dell’approvazione) senza copertura economica. La Giunta regionale sperava infatti negli aiuti economici dei “compari” di partito del Pd e nello sblocco di alcune risorse regionali: in entrambi i casi, nulla di fatto. Ed ecco così il disastro. Enti che non possono pagare gli stipendi, infrastrutture e interventi territoriali bloccati, assoluta assenza di servizi sociali. E questo nella regione che già oggi vanta il più alto tasso di disoccupazione reale.

Non solo. Perché questa vicenda rischia di essere premonitrice non soltanto per la stessa categoria di “lavoratori forestali” che, a questo punto, inizia a capire quale futuro la aspetta in vista della prossima finanziaria regionale e alla luce della presentazione di quella nazionale in cui nessun euro è destinato al risanamento dei conti della Regione Sicilia. Ma ad iniziare a sentire il vento gelido che tira sono tutti i precari della pubblica amministrazione locale che tra enti regionali, comunali e dell’ex-province, società partecipate, si contano in decine di migliaia di lavoratori. In una recente conferenza stampa, l’appena deposto Assessore all’Economia, Baccei – scelto direttamente da Renzi ma appena mandato a casa dal governatore Crocetta che ha annunciato l’ennesimo quasi-azzeramento della Giunta-, ammetteva che le previsioni sulla prossima finanziaria sono nerissime in quanto la Sicilia ha già debiti e scoperture per miliardi di euro. Così, i ripetuti tentativi d’attacco, mediatici e politici, contro le varie categorie di lavoratori precari della pubblica amministrazione di cui l’attuale governo siciliano si è fatto portatore assumono, oggi, tratti “premonitori”.

Si dovrà tagliare e, dunque, da qualche parte si dovrà iniziare: di solito si inizia dai lavoratori…

Alla luce di ciò – come raccontato inizialmente – le prime risposte non si sono fatte attendere: sotto gli occhi di tutti l’incidenza dei blocchi di stamattina. Ma i blocchi rappresentano solo un possibile inizio di mobilitazione che attualmente si confronta soltanto con degli annunci. Quando seguiranno i fatti, se ne potrebbero vedere delle belle.

Perché oggi sono scesi in strada solo una parte degli ottomila forestali; domani potrebbero essere tutti e ventiquattromila. E quando si toccheranno i diritti anche di tutti gli altri?

La bolla sta per esplodere.

Si, ne vedremo delle belle !!!

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