Bologna, condanna a 18 mesi a responsabile Mr.Job/Yoox
L’uomo, che undici dipendenti avevano denunciato nel giugno 2014, è stato condannato in primo grado ad una pena di 18 mesi per violenza privata aggravata, incarnata nei comportamenti di estorsione e maltrattamenti nei confronti delle lavoratrici. Il responsabile potrà avere la pena sospesa in subordine al pagamento di 80.000 euro di risarcimenti alle operaie.
La vicenda Yoox era salita alla ribalta delle cronache, a pochi mesi dalla lotta alla Granarolo, di tutto il sistema che univa lo sfruttamento sul lavoro a dispositivi di dominio e intimidazione.
Ricordiamo che alle dipendenti era richieste prestazioni da schiavismo puro, come ad esempio rispettare un tempo di imbustamento di 32 secondi a capo, con il divieto di poter andare in bagno in caso di mancato raggiungimento dell’obiettivo.
Il tutto in un ambiente lavorativo in cui venivano ripetutamente insultate con frasi inaccettabili del tipo “Sono io il vostro Dio, non me ne frega un cazzo del vostro Ramadan”, ma anche in presenza di tentativi di parte dell’azienda di creare divisione tra le lavoratrici attraverso l’utilizo di crumiri e l’organizzazioni di contro-manifestazioni filopadronali.
Questi dispositivi furono messi sotto accusa unicamente grazie alla determinazione operaia, che costò cariche poliziesche, denunce, criminalizzazione a mezzo stampa.
La sentenza ovviamente è positiva non tanto per il soddisfacimento di pulsioni tribunalizie, quanto perchè conferma quanto le operaie hanno più volte denunciato e ribadito in mezzo a ricatti ed intimidazioni arrivate da ogni parte, sostenute da tanti e tante durante i momenti di lotta ed espressione di solidarietà.
In particolare la sentenza era temuta da chi era interessato a difendere il sistema delle coop e l’immagine di una delle aziende “fiore all’occhiello” dell’e-commerce italiano, fondata però sullo stesso sfruttamento istituzionalizzato di quasi tutte le aziende operanti all’interporto felsineo.
Mr.Job è tuttora cooperativa impiegata da Yoox per il reclutamento della sua forza lavoro, così come tuttora è presente all’interno degli stabilimenti il sindacato SI Cobas, che nel 2014 organizzò le operaie in un importante ciclo di mobilitazioni contro il regime lavorativo all’azienda.
Abbiamo commentato la sentenza con l’avvocato Marina Prosperi, che ha seguito la vicenda legale:
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Di seguito invece riportiamo l’inchiesta condotta da InfoAut durante la lotta, che permise alle operaie di esporre le condizioni umilianti a cui erano sottoposte:
Inchiesta operaie Yoox: “Abbiamo spalancato la porta e siamo uscite!”
Sistema Yoox: se nel “magazzino degli schiavi” scoppia lo sciopero
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“Quando non servi resti a casa”. Un’intervista ad una lavoratrice sul modello Yoox
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