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Bologna: la paura è finita! Domani corteo contro Granarolo!

Dopo l’incontro in prefettura sono stati organizzati numerosissimi volantinaggi, soprattutto all’interporto e nei pressi delle decine di magazzini nella periferia di Bologna. I facchini hanno voluto prendere l’occasione per ringraziare i loro colleghi che hanno resistito alle violenza poliziesche insieme a loro la scorsa settimana, e hanno spiegato le ragioni della manifestazione di sabato. Forti della partecipatissima assemblea di mercoledì scorso e armati di serena determinazione ciascuno è impegnato a curare i dettagli di un corteo che sta acquisendo un valore politico davvero importante. E’ chiaro che l’attenzione sarà tutta per la “vertenza Granarolo”, ma è anche evidente che quanto accaduto negli ultimi giorni ai picchetti e quanto potrà accadere nelle prossime settimane avrà a che fare immediatamente con i rapporti di forza tra il proletariato migrante e meticcio bolognese e le autorità. Tra i facchini che stanno partecipando alle lotte si fa sempre più diffusa la fine della paura, il vero fondamento dell’efficacia del sistema Bossi-Fini-Turco-Napolitano e delle sue terribili articolazioni di internamento (nei CIE) ed espulsione. E’ questo l’elemento “deflagrante” (per riprendere un termine usato dal giudice che ha convalidato le accuse contro i 2 operai arrestati) che inizia a farsi largo tra le strade, i quartieri e i magazzini nella periferia della città. Gli interessi concreti di parte operaia espressi dalle lotte dei facchini della Granarolo hanno rotto anche la cappa di ipocrisia e opportunismo politico proprio dei movimenti d’opinione pubblica cittadini… hanno spogliato il re! Difficile sarà per il Partito Democratico partecipare alle conferenze stampa NoCie e poi solidarizzare con i poliziotti che pestano e arrestano operai e gassano sindacalisti migranti, anche perché non è da escludere che i facchini inizino pubblicamente a chiedere conto di certe spregiudicate e opportuniste a-m-b-i-g-u-i-t-à.

Correttamente si è detto che le istanze degli operai della logistica stanno alfabetizzando alla lotta di classe la città di Bologna, l’Emilia, e la Pianura Padana. Un lessico formidabile capace di rendere chiari i confini tra chi sta da una parte e chi dall’altra, tra chi ad esempio ha orrore della parola “sciopero” per i suoi devastanti effetti e di chi la paura di pronunciare quella potente parola proprio non ne ha più perché lo sciopero, lo fa per davvero, e lo sta, con pazienza e dignità, insegnando a tutti e tutte gli sfruttati.

 

I due operai arrestati il 23 gennaio raccontano la loro esperienza di lotta e spiegano l’importanza di partecipare alla manifestazione di Sabato 1 Febbraio A Bologna, da Piazza dell’Unità, alle 15h. La paura qui non è di casa!

 

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