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Bologna reagisce allo sgombero di Bartleby

Questa mattina verso le 8 il centro sociale Bartleby è stato sgomberato dalle forze dell’ordine a Bologna. Il centro sociale, nato durante il  movimento dell’Onda, è da qualche anno uno dei punti di riferimento di una socialità e di una produzione culturale altra in città, mentre le istituzioni cittadine proseguono in un percorso di desertificazione di una Bologna sempre più colpita dagli effetti della crisi.

Lo sgombero era pienamente atteso, dopo l’ultima pantomima che aveva visto l’amministrazione comunale e l’Ateneo offrire agli occupanti una sede in un’area industriale lontanissima dal centro e dalla zona universitaria, per definizione luogo potenzialmente ricettivo delle iniziative promosse dal collettivo.

E oggi, dopo lo sgombero, le alte cariche universitarie si sono trincerate all’interno del Rettorato, presidiato a vista dalle forze dell’ordine e le cui entrate verso gli uffici del Rettore Dionigi erano state preventivamente bloccate. Le circa 300 persone radunatesi in via Zamboni rispondendo all’appello fatto da Bartleby per un presidio solidale si sono allora mosse in corteo andando a puntare la sede appena sgomberata, con l’obiettivo di riconquistarla.

All’incrocio tra via Guerrazzi e via San Petronio Vecchio il blocco delle forze dell’ordine ha impedito al corteo di muoversi ulteriormente verso il centro sociale, ricorrendo a più cariche nei confronti dei manifestanti. Il corteo ha comunque tenuto, denunciando la responsabilità politica di quanto accaduto per il Rettore e per l’amministrazione comunale, muovendosi di seguito verso la Facoltà di Lettere e Filosofia, dove è stata occupata l’aula 3 per un’assemblea che si svolgerà alle 19 e che avrà il compito di indicare le prossime tappe del percorso Bartleby.  

Una giornata, quella di oggi, che speriamo riesca a fungere da detonatore per una soggettività universitaria che, a partire dalla difesa degli avamposti che caratterizzano Bologna, possa riprendere un percorso di lotte capace di generalizzare una comunità irriducibile ai diktat della meritocrazia e dell’austerità che si fanno sentire in maniera forte in città.

 


Di seguito il comunicato di solidarietà a firma Laboratorio Crash, Collettivo Universitario Autonomo e Collettivo Autonomo Studentesco:

Questa mattina un imponente dispositivo poliziesco ha sgomberato lo spazio sociale Bartleby murandone l’ingresso. L’ennesimo atto di chiusura ed attacco alle condizioni di vita di student* e precar* messo in opera dall’università dell’austerità ha sottratto alla zona universitaria uno spazio di socialità e cultura autogestita e prodotta collettivamente. Un presidio convocato alle 12 con l’intenzione di entrare in rettorato si è trovato di fronte porte chiuse con inferriate.

Il corteo mossosi a quel punto si è diretto con determinazione verso lo spazio sgomberato trovandosi anche qui dinnanzi ad una chiusura formata da plotoni di celere. Nonostante le cariche della polizia la manifestazione non è arretrata di un passo, mostrando la rabbia e la volontà di riprendere il prima possibile un nuovo Bartleby.

La giornata di oggi mostra come l’ideologia dell’individualismo meritocratico sia in realtà uno strumento agito da governi e rettori per gerarchizzare ed escludere esperienze individuali e collettive che dell’irrappresentabilità e del rifiuto della disciplina accademica fanno la loro ricchezza. Ideologia a cui non si sottraggono anche le amministrazioni locali, così prese dalla campagan elettorale, e come sempre marcanti una distanza siderale con i bisogni e i desideri di chi la città la vive.

Convinti che nessuno sgombero possa fermare la voglia di libertà che vive nei luoghi occupati ed autogestiti, saremo al fianco di Bartleby fino alla conquista di un nuovo spazio sociale.

Laboratorio Crash!

Collettivo Universitario Autonomo

Collettivo Autonomo Studentesco

 

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