Bologna si prepara a respingere la colonizzazione leghista!
Alle 20:30 la grande aula magna della facoltà di Lettere e Filosofia di via Zamboni era già gremita di persone accorse all’assemblea “Difendere Bologna dall’invasione leghista”. Un’assemblea come non se ne vedevano da tempo in città, vera, e composta da occupanti di case, studenti medi e universitari, operai e precari, compagne e compagni e semplici curiosi.
Volti tra loro sconosciuti e sguardi dai lunghi trascorsi per aver partecipato insieme a numerose organizzazioni di lotta, tra collettivi e sindacati di base, che hanno dato vita a una lunga discussione legata alla prossima venuta di Salvini e della nuova Lega nazionale a Bologna, con cui il “ducetto” padano vorrebbe concludere la mobilitazione nazionale contro il governo Renzi di novembre.
Dall’introduzione e dai primi interventi si è affermata l’estraneità del discorso, della cultura e della politica leghista al territorio bolognese, che negli ultimi anni si è rinforzato di numerose lotte e conflitti sociali che di per sé hanno reso più ostile rispetto ad altrove la possibilità del radicamento leghista. A partire da questo dato, spiegato da occupanti di case, disoccupati e studenti, si è articolata una ipotesi politica di contrapposizione alla calata leghista in città che ha l’ambizione di fare un passo in avanti.
Produrre cioè uno scarto nella produzione di conflitto sia rispetto alla sua costituzione “all’interno dei movimenti” che rispetto “all’esterno”, ossia al nemico incarnato dall’opzione salviniana della guerra tra poveri. Se infatti nell’ultimo anno in tutta Italia si sono espresse importanti e generose forme di contrapposizione in moltissime città attraversate dalla propaganda salviniana, molti interventi hanno sottolineato come il livello dello scontro si sia oggi alzato. Il Prima gli italiani è un progetto politico che va dunque affrontato all’altezza della sfida che esso pone.
In quest’ottica sono state valutate come non sufficienti delle costruzioni politiche legate a una battaglia ideologica, giocata nella dicotomia razzismo vs antirazzismo e simili, o nel riprodurre un campo di battaglia giocato su una identità militante da opporre al leghismo. Alzare la sfida politica più in alto rispetto alle recenti forme di contrapposizione sociale alle provocazione di Salvini e al suo progetto di “uscita” dalla crisi, significa allora ad esempio il tentare di superare l’hashtag “Mai con Salvini”: sperimentare cioè linguaggi che sappiano parlare molto oltre le cerchie militanti, trasformandosi e asserendo la difesa dei territori da corpi estranei leghisti e da tentativi di colonizzazione politica e culturale della destra e dell’estrema destra. Da più interventi è stato quindi rimarcata la necessità di immaginare forme di lotta che non si definiscano in un piano simbolico o in relazione alla risonanza che una singola idea o boutade può avere sui media, quanto sulla costruzione di un conflitto che assuma con sincerità e per davvero il voler sconfiggere politicamente Salvini l’8 a Bologna.
A partire da queste riflessioni è stato sottolineato come l’idea di “Difendere Bologna” non sia un brand, uno slogan da appiccicare sui volantini, ma una pratica da costruire. Non dunque un percorso definito nei tatticismi dei gruppi politici o da una campagna d’opinione pubblica, ma la posta in palio politica di uno spazio di contrapposizione da costruire a partire dai percorsi di lotta che già ci sono e continueranno a dare battaglia sui territori, declinandosi a partire dalle esigenze dei territori stessi in maniera più o meno esplicita e diretta contro le provocazioni leghiste.
E’ il caso ad esempio della campagna e del percorso di lotta “Prima i poveri!” promosso dalla rete Abitare Nella Crisi, che assumendo lo scontro faccia a faccia del “Prima gli Italiani!” non ha bisogno di citare Salvini ma punta direttamente a contendergli terreno sul fronte del diritto all’abitare e del welfare rivendicando e praticando il primato di classe contro il primato nazionale. Al contrario gli studenti medi organizzati nel collettivo del Liceo Minghetti hanno espresso la volontà di caratterizzare una campagna di sensibilizzazione antifascista nelle scuole e di promuovere la partecipazione studentesca nella “difesa di Bologna” rivendicando l’istanza partigiana della memoria collettiva della città.
Nei molti interventi che hanno animato l’assemblea si sono espressi il centro sociale XM 24, che ha proposto biciclettate solidali, iniziative alle porte della città e appuntamenti di quartiere; il centro sociale Vag 61 ha riportato l’esperienza di Resistenze in Cirenaica come esperienza di costruzione di memoria resistente da riproporre; i Si Cobas hanno ricordato gli attacchi leghisti a vari picchetti e rilanciato verso nuovi scioperi generali nel settore della logistica; Atlantide ha riportato la sua resistenza in corso contro lo sgombero; un esponente di Bologna No Borders che ha riportato l’esperienza di Ventimiglia, il problema dei rifugiati e un’analisi della categoria di italianità non neutra bensì profondamente connotata in senso colonialista e razzista; la Coalizione Internazionale Rifugiati e Sans Papiers sempre sul tema dei rifugiati e del controllo delle migrazioni a livello internazionale; il Collettivo Universitario Autonomo ha rilanciato sulle lotte in zona universitaria; i Partigiani per la Scuola Pubblica hanno sottolineato la crucialità di intrecciare percorsi di lotta.
Questi e molti altri interventi, partendo da esigenze e prospettive di lotta differenti, hanno comunque proposto un primo spaccato di una Bologna che l’8 novembre può trovare una convergenza importante per contrastare e impedire il primo tentativo di colonizzazione leghista della città attraverso una giornata di lotta popolare, autonoma dalle temporalità e dalle istanze della campagna elettorale cittadina, concentrata sul potenziare e rilanciare le lotte. In un tempo dell’attesa da riempire con le tante iniziative annunicate e con molte altre, l’assemblea si è riconvocata per mercoledì 28 ottobre.
Per approfondire, un contributo audio di riflessione sull’assemblea di Niccolò del Laboratorio Crash! tratto da Radio Onda d’Urto. Ascolta o scarica.
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