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[Brescia] La casa è un diritto. Quattro picchetti antisfratto

Proprio in questi giorni la politica di palazzo, a Roma, sta esaminando, tramite commissioni parlamentari, gli emendamenti nel quadro della conversione in legge del cosiddetto decreto “mille-proroghe”: in questo senso si intensificano le mobilitazioni per ottenere una moratoria-proroga almeno per quanto riguarda gli sfratti per morosità incolpevole.

E’ il contesto in cui questa mattina a Brescia, tra città e provincia, è stata messa in campo l’ennesima azione anti-sfratto. Anche oggi sono stati diversi i picchetti che hanno impedito gli sfratti ed ottenuto un rinvio da parte dell’ufficiale giudiziario: due in Via Ducco, zona Ospedale Civile; altri in provincia a Travagliato, Lonato e Concesio.

Una presenza che il Comitato anti-sfratti e per il diritto alla casa di Brescia e provincia porta avanti da tempo: una rete di solidarietà completamente autorganizzata che si è creata con il passaggio di centinaia di famiglie sotto sfratto che si aiutano tra loro e si fan trovare pronte a formare picchetti ogni qualvolta sia stato annunciato l’accesso dell’ufficiale giudiziario in una delle abitazioni in questione.

La dinamica si ripete ogni volta. L’obiettivo è quello di rendere fisicamente impossibile l’esecuzione degli sfratti ed ogni volta ottenere un rinvio della stessa, anche se di pochi mesi. E’ ciò che è successo, ad esempio, questa mattina nel caso del doppio appuntamento di via Ducco: i due sfratti sono stati rinviati a fine Marzo. E’ ciò che è successo sempre questa mattina anche nella provincia a Travagliato, Lonato e Concesio ed è quello che continuerà a succedere con intensità sempre maggiore nelle prossime settimane.

Una pratica, questa, di fondamentale importanza per le lotte contro la crisi del capitalismo che le governance riversano da tempo su lavoratori, precari e studenti. Una vertenza reale che porta ad un risultato immediato per quanto provvisorio e non privo di limiti. Quella per il diritto alla casa è una lotta che mira programmaticamente alla riappropriazione di ciò che il neoliberismo e la sua dittatura finanziaria tolgono alle persone; che riesce a dare una risposta ai bisogni di chi conosce solo sfruttamento e precarietà, bisogni ai quali le istituzioni di un sistema economico e politico allo sfascio non vogliono e non possono dare risposta.

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