Carhaix: vittoria nella lotta per l’ospedale pubblico
Il 30 settembre, la popolazione di Carhaix, nel Finistère, ha dimostrato ancora una volta la propria capacità di resistenza. Una grande folla si è radunata davanti alla prefettura di Quimper, protetta dai gendarmi. I soldati hanno gasato e caricato la folla, compresi alcuni rappresentanti eletti.
Davanti alla prefettura è stato acceso un fuoco e una catapulta, simbolo delle lotte sociali della città, è stata portata davanti ai gendarmi. I manifestanti hanno promesso di tornare finché non avranno ottenuto la riapertura dei servizi di emergenza non-stop nella loro città.
Va detto che la rabbia era alta. Nella notte tra il 27 e il 28 settembre, una bambina di 6 mesi è morta a Carhaix dopo aver avuto difficoltà respiratorie a causa della mancanza di cure. La bambina non ha potuto essere ricoverata al pronto soccorso, che è rimasto chiuso dalle 18.30 alle 8.30 del mattino. A metà settembre, una persona anziana è morta in seguito a una caduta perché nemmeno lei era stata curata a Carhaix. Trasferita a Quimper, è morta durante il viaggio.
Il 27 ottobre, l’Ospedale Universitario di Brest-Carhaix e il governo francese hanno firmato un protocollo “per superare la crisi e sviluppare” l’ospedale, alla presenza dei rappresentanti eletti locali. Si tratta di una situazione senza precedenti in quindici anni. Il documento mette nero su bianco che tutti i servizi dell’ospedale saranno mantenuti e cita una serie di progetti a medio termine. In particolare, promette nuove attrezzature e il mantenimento dei servizi essenziali – medicina, chirurgia e ostetricia.
Ci sono però due inconvenienti: i sindacati che hanno guidato il movimento non sono stati invitati alle discussioni e chiedono quindi che l’ospedale resti in allerta. Anche il comitato di vigilanza è in allerta, poiché non è stata ancora annunciata una data per la riapertura dei servizi di emergenza 24 ore su 24.
Questa vittoria è l’ennesima prova che l’unico modo per vincere è reagire. Di fronte al neoliberismo che minaccia le nostre vite, dobbiamo lottare su tutti i fronti.
Una grande manifestazione di rabbia bretone era attesa questo sabato davanti alla prefettura di Quimper e ha terrorizzato le autorità, che hanno dovuto fare delle concessioni. Questa mobilitazione è stata sostituita da un “festival della protesta” a Carhaix.
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