InfoAut
Immagine di copertina per il post

Cavallerizza di Torino: tutto in fumo e l’interesse si riaccende


Tutto in fumo e l’interesse si riaccende

L’amministrazione è in evidente difficoltà, ormai è di dominio pubblico che la Cavallerizza, bene culturale, patrimonio Unesco, sia lasciata da anni al degrado e all’abbandono, e questo accade proprio mentre il sindaco sui giornali parla di Torino città della cultura, si appresta ad ospitare il Vertice Europeo dei Ministri della Cultura e vanta l’inserimento del Polo Reale tra i 20 siti di interesse nazionale dotati di autonomia speciale nell’ambito del Mibact.
Il risultato dell’incendio doloso, che pure non ha colpito gli spazi rivitalizzati dall’occupazione cittadina, ma dolorosamente ha danneggiato parte importante del complesso e costretto all’interruzione delle attività l’ultima associazione resistente e vitale, il Circolo Beni Demaniali (per altro già sotto sfratto, ora esecutivo per motivi di sicurezza), è stata la brusca accelerazione del processo di vendita e ri-destinazione del Complesso.
Sotto il nome, infatti, di una (piuttosto tardiva e sempre tristemente emergenziale) necessarissima tutela del bene, adesso si ignora completamente il dialogo in corso tra istituzioni e cittadinanza per la realizzazione di una progettazione partecipata.
É triste e offensivo per un cittadino che, fiducioso nelle istituzioni, ha partecipato ad un percorso di assemblee cittadine per la difesa di un patrimonio della città, e avviato con loro un dialogo perché la Cavallerizza Reale non venisse trascurata e lasciata in uno stato di degrado e abbandono nella prospettiva di una s-vendita a privati, pensare che tutto venga cancellato, il complesso venduto rapidamente e vedere tra pochi anni appartamenti e negozi di lusso in un luogo che ha dato, può dare e deve dare alla città molto altro.
Improvvisamente, dopo l’incendio, ecco apparire pubblicamente la rosa dei possibili “salvatori” del (bene) comune, emergono progetti, nomi di possibili investitori e compratori (privati) già da tempo interessati. Basta informarsi brevemente su internet per farsi un’idea del curriculum di questi volenterosi investitori. Imprese che da anni acquistano il patrimonio pubblico messo all’asta dall’amministrazione e ne fanno profitto per pochi.
Guarda caso proprio la zona colpita dalle fiamme sembra prestarsi ad una riedificazione ad ospitare attività commerciali (un hotel di lusso). Forse i vincoli storico-artistici si allentano, quando si tratta di intervenire su travi carbonizzate e macerie.
Le dichiarazioni del sindaco Fassino, che garantisce il mantenimento della destinazione culturale, sono in netto contrasto con una realtà che si presenta ben diversa: quello che ci viene detto, seppur avvolto da belle parole e dall’ossessiva ripetizione del termine cultura, è che l’amministrazione comunale vuole vendere, vendere ad un privato che ne farà appartamenti di lusso e esercizi commerciali (le cosiddette “botteghe artigianali” per alcuni o il “centro commerciale naturale” per altri), lasciando al pianterreno un contentino “culturale”, non meglio specificato, il minimo indispensabile secondo i progetti che si vedono sui giornali.
“Hotel de charme”, questa è l’intenzione; “i vincoli per ora ci bloccano” si lamentano già i possibili acquirenti, riferendosi alle tutele cui la cavallerizza, bene patrimonio Unesco, è soggetta.
Che fine fa l’idea di gestione partecipata? La dichiarazione del Sindaco Fassino relativa all’assicurazione rispetto alla vocazione culturale dell’intero complesso oltre ad essere priva di ogni vincolo e garanzia, sembra dimenticare il dialogo già aperto con la cittadinanza per la costruzione di una progettualità condivisa, poiché riconosce come unici interlocutori imponenti aziende che come primo obiettivo hanno la privatizzazione e commercializzazione di spazi culturali.
Posta la netta distinzione fra “Polo culturale”,e “Monopolio immobiliare”, ci chiediamo quali garanzie avrà la cittadinanza dal momento in cui l’intero complesso e quindi la sua completa gestione, sarà affidata alle mani di pochi privati che da sempre si impongono con i propri progetti assolutamente privi di ogni intento culturale, che al contrario danno luce solamente a sistemi speculativi di alto profitto.
In tempi di crisi l’investimento sull’attività culturale, per noi vuol dire altro, e la Cavallerizza deve “dire” altro: vuol dire favorire luoghi di confronto e aggregazione, di scambio, di partecipazione, cultura accessibile a tutti/e. Questa città non ha bisogno di appartamenti di lusso ed esercizi commerciali; quelli che ci sono, stanno già patendo la crisi dei consumi. Una città come Torino, che ambisce ad essere “capitale della cultura” ha bisogno di spazi culturali e di aggregazione.
La Cavallerizza può essere “Polo culturale” nel centro cittadino ma e’ necessario che l’amministrazione faccia il proprio ruolo: contrastare gli interessi immobiliari e mettersi al servizio della cittadinanza.

Ci auguriamo e lotteremo perchè questo avvenga.

Assemblea Cavallerizza 14.45

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

cavallerizzafassinotorino

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Aska è di chi arriva. Chiedi del 47

In questo momento più del solito, ma non è un fenomeno specifico di questi giorni, sembra esserci una gara a mettere etichette su Aska e sulle persone che fanno parte di quella proposta organizzativa.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Torino: “difendere l’Askatasuna per non far spegenere la scintilla di ribellione che Torino ha dentro”

“La grandissima manifestazione di risposta allo sgombero è stata la reazione di Torino che si è riversata nelle strade per difendere quella sua radice ribelle che non si vuole che venga cancellata.”

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Sgombero Askatasuna. Giorgio Rossetto: “Rispondere logorando l’avversario come in Val Susa”

Bisogna accettare i terreni anche quando non si sono scelti, il terreno del conflitto, della lotta, a volte anche dello scontro e l’esercizio della forza da parte dei movimenti

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Nasce il Presidio Permanente per la Tutela e il Rilancio della Sanità Lametina

Negli ultimi anni le criticità del sistema sanitario calabrese – e in particolare dell’area lametina – hanno raggiunto livelli non più tollerabili per una comunità che ha pieno diritto a servizi efficienti, sicuri e dignitosi.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Emergenza sanità in Calabria: serve una reazione decisa e collettiva!

La tragica notizia del cinquantasettenne morto a Lamezia mentre attendeva l’arrivo di un’ambulanza impone una reazione decisa e collettiva.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Quando il popolo si organizza, il sistema vacilla

L’ultimo periodo di lotte ha mostrato che il potere trema solo quando il popolo smette di obbedire.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

E’ ancora il momento di bloccare tutto!

Il 28 novembre sarà sciopero generale, coordiniamoci in tutte le città, in tutte le provincie, in tutti i paesi per bloccare ancora una volta in maniera effettiva tutto il territorio nazionale.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Torino: Askatasuna ‘bene comune’, iniziati i lavori di riqualificazione

Entra nel vivo la trasformazione dello storico centro sociale Askatasuna di corso Regina Margherita 47 a Torino, occupato 29 anni fa e da allora perennemente sotto minaccia di sgombero, in bene comune.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

“Una legge di bilancio di matrice classista” quella del governo Meloni. L’analisi del Professor Alessandro Volpi

Si accende il dibattito rispetto alla iniqua manovra del governo, in particolare su fisco e pensioni.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

“Piano Casa”: il governo Meloni di fronte alla crisi abitativa strutturale

In questi giorni il governo Meloni sta discutendo del “Piano Casa”. Creazione dell’Autorità per l’Esecuzione degli Sfratti, abbreviate le procedure e le tempistiche: tutto sembra aggravare una situazione di crisi abitativa già critica.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Viva Askatasuna! Torino e la deindustrializzazione

Una volta chiamavano Torino la città dell’automobile.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Torino città partigiana: Que viva Askatasuna! 

Ripubblichiamo il comunicato uscito dal centro sociale Askatasuna in merito alla giornata di lotta di ieri. Alleghiamo anche un video racconto della giornata.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Sgombero di Askatasuna: chi fa i piani e chi fa la storia

Lo sgombero di Askatasuna non può essere trattato come un semplice atto di repressione da parte di un governo di ultradestra.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Askatasuna: uno sgombero contro la città

Negli anni, poi, Askatasunaè diventata, per l’attuale maggioranza politica (a livello locale e nazionale), una vera e propria ossessione

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Lo sgombero di Askatasuna riguarda tutti noi

L’azione violenta del governo contro il centro sociale torinese è un attacco a tutte le forme di resistenza sociale e dissenso

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Aska non è sola – Solidarietà in tutta Italia contro lo sgombero

Dallo sgombero di questa mattina sono decine i comunicati di solidarietà e prese di posizione di collettivi e realtà in tutta Italia contro l’attacco verso lo storico centro sociale torinese.