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Come un cuore grande il cielo – Ciao Anna

 

Siamo vicini alla famiglia di Anna, ai compagni e alle compagne del Centro sociale Gabrio; non ci saranno mai parole adatte per descrivere la perdita di un’amica, di una compagna che attraverso le lotte sociali ha sognato di cambiare questo mondo. Quello che oggi attraverso avvoltoi di ogni genere che vogliono speculare sulla sua morte, si dimostra per quello che è , dimostra quanto imegno ci vada nel cambiarlo e nel sognarne un altro, per Anna, per tutti noi.

A pugno chiuso, Come un cuore grande il cielo, ciao Anna.

I compagni e le compagne del network antagonista torinese

 

di seguito il ricordo del Centro Sociale Gabrio

Anna era una donna libera, che si autodeterminava; era una compagna, una lottatrice, un’agitatrice col sorriso.
L’abbiamo persa in un sospiro, vorremmo starcene stretti, a sfogare il dolore.
Ma Anna si merita altro.
Anna ha lottato contro la precarizzazione della sua vita, così come tante altre persone oggi.
Anna era una mamma meravigliosa, era la maga in cucina, lo spazio bimbi che ha aiutato a mettere su con altre mamme e papà, era la maestra d’ infanzia che lottava contro un lavoro precario, era la capacità di reinventarsi contadina e trasformatrice nei mercatini autogestiti, era l’amore per il territorio, contro il TAV, le speculazioni e la svendita dei beni comuni.
Non possiamo stare zitti mentre gli avvoltoi non perdono l’occasione di fare campagna antiabortista. Non possiamo tacere di fronte ai giornalisti che come topi rosicchiano il dolore e ingrassano la notizia.
Non possiamo accettare neanche che si dica “é tutt’apposto, l’RU486 é sicura”, é una tragica fatalità perché noi – come Anna – siamo per l’aborto libero, gratuito e sicuro, e non si dovrebbe morire a 36 anni per un’interruzione volontaria di gravidanza tra le mura di un ospedale.
In questo momento vorremmo stare in silenzio, per elaborare la tragedia, per non parlare prima di sapere cosa é successo, perché la risposta a quel che é successo può essere d’aiuto ad altre donne, e questo Anna, come noi, lo avrebbe voluto.
Quello che sappiamo é che non avrebbe mai desiderato essere lo strumento di altri.
E allora chiediamo rispetto per Anna, per noi e per la sua famiglia.

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